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Cinque maratone in cinque settimane

L’impresa, nata quasi per caso, della medese Daniela Bonizzoni: «Mi invitavano alle corse e mi sono trovata l’agenda piena»

Cinque maratone in cinque settimane
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«Ho fatto questa sfida quasi per caso in realtà: mi invitavano a una maratona, poi all’altra e alla fine ne ho dovute correre cinque in cinque settimane, più due che farò nelle prossime».
E’ in tutta naturalezza che Daniela Bonizzoni, 53 anni, spiega come si è trovata ogni domenica per più di un mese a correre 42 chilometri e 195 metri, per un totale di oltre 210 chilometri, a cui poi bisogna aggiungere anche quelli fatti in treno o aereo per arrivare nelle città in cui si gareggiava.

Cinque maratone in cinque settimane

«Ho iniziato a Napoli il 13 ottobre, poi Tirana il 20, Venezia il 27, ho fatto per la prima volta la maratona di New York e ho chiuso il 10 novembre con Ravenna - spiega - Poi per fortuna ho avuto almeno una settimana di pausa, ma ho corso anche a Firenze domenica 24 e andrò a Reggio Emilia l’8 dicembre».

Tour de force è forse l’unica espressione che riesce a descrivere bene quanto sta facendo.

«Ci si riesce con l’allenamento e poi sicuramente ti deve piacere la corsa - spiega - Serve anche una buona resistenza e sono fortunata ad averla. Ero solo un po’ preoccupata per la maratona di Ravenna, visto che ero tornata da New York al giovedì, ma è andato tutto bene».

Del resto sono ormai 157 le corse di lunga resistenza completate da quando ha iniziato a correre.

«E intendo arrivare almeno a 200 - interviene subito - Non correvo nemmeno due chilometri sul tapis roulant, poi vedendo la maratona di Milano nel 2011 mi chiedevo come si potesse correre così tanto. Se non lo provi non capisci quello che si prova e poi ho conosciuto tanti “pazzi” come me che girano intorno a questo mondo».

Allenamenti al mattino alle 5, l’unico momento in cui si riesce a ritagliare del tempo dal lavoro, poi sabato e domenica qualcosa di un po’ più lungo, a meno che, ed è questo il caso, non si debba correre 42 chilometri in qualche città. La più bella di questo periodo?

«Sono sempre stata un po’ contro New York ma mi sono ricreduta - risponde la maratoneta - Ti senti davvero al centro dal mondo. Venezia è un gioiello, complicata, ma correre sul ponte di barche o sotto San Marco è un’esperienza unica».

Rimane solo la Meda Urban Race da completare:

«Vivo la corsa anche come un momento per viaggiare e visitare posti sempre diversi, ma non sono ancora riuscita a fare la mezza maratona di Meda. Per una cosa o l’altra avevo sempre quella domenica occupata. L’anno prossimo cercherò di tenermi libera», conclude.

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