Due gemelle (anzi tre) e un pallone da calcio: dai campi dell’oratorio al Milan campione d’Italia
Aurora, Maria Vittoria e Letizia Cappa, le sorelle talentuose che hanno spopolato nel calcio femminile.

Prendete un talento precoce per il gioco del calcio, la dedizione e il sacrificio necessari per avere successo e moltiplicateli per due, anzi tre. Avrete la storia di Aurora, Maria Vittoria e Letizia Cappa, tre gemelle monzesi di appena 16 anni che dal campetto dell’oratorio della parrocchia di Cristo Re sono arrivate sino alla Primavera dell’Ac Milan.
Due gemelle (anzi tre) e un pallone da calcio: dai campi dell’oratorio al Milan campione d’Italia
Una passione, quella per il pallone, troppo forte per essere ignorata dai genitori che, dopo tanta insistenza da parte delle figlie classe 2005, hanno esaudito il desiderio di iscriverle nella società di calcio femminile cittadina, la Sc Juvenilia Fiammamonza, alla fine della quarta elementare. «Hanno iniziato tra i Pulcini, prima con qualche amichevole e poi in campionato – ricorda simpaticamente Oliviero Gritti, direttore generale biancorosso – Ne avevamo una per ruolo, e si vedeva già allora che avevano delle qualità importanti, specialmente dal punto di vista fisico. Erano invece ancora un po' ruvide tecnicamente, ma anche perché molto piccole». E se Letizia nel tempo ha smesso di giocare, per Aurora e Maria Vittoria è iniziata una lunga e rapida ascesa all’interno della società biancorossa, che ancora una volta si conferma fucina e riferimento per il calcio femminile brianzolo, e anche nazionale.
«Maria Vittoria giocava in attacco, ma era capace di giocare sia da seconda punta che da esterna pura di centrocampo, mentre Aurora era una giocatrice più difensiva, nonostante originariamente avesse cominciato come centrocampista – ricorda Gritti – Condividevano le doti fisiche e la velocità, aggiungendo una grande attenzione e affidabilità in fase di copertura». Un binomio di ruoli e qualità tecniche notato subito dagli allenatori e messo in atto giocando anche contro i maschi, poiché fino a qualche anno fa i campionati puramente femminili, tra i più piccoli, non esistevano.
Doti fisiche, velocità e qualità tecniche
Ma anche un binomio tra qualità tecniche e caratteri, specchio delle peculiarità e dell’indipendenza delle due gemelle dentro e fuori dal campo: «Non è sempre facile condividere uno sport ad alti livelli, ma le mie figlie si “completano” – spiega la mamma Pina Pantusa – Aurora è molto più riflessiva, fredda, “ironica” nell’affrontare le situazioni. Vittoria è più impulsiva e istintiva, con un modo di lettura della vita differente». Una volta iniziata la terza media, per le gemelle si è poi presentata la grande opportunità di essere notate dall’Ac Milan, dopo una breve esperienza nell’Atalanta. Un sogno appoggiato e capito sia dai genitori sia dai vertici della Juvenilia Fiammamonza: «Ricordo proprio che a quel tempo dissi ai genitori che non dovevano avere fretta e lasciargli invece il tempo di crescere e di svilupparsi anche dal punto di vista calcistico, ma ho comunque subito dato il nulla osta».
Un salto di qualità importante
Il passaggio nella società milanese ha consentito alle due calciatrici di fare un salto di qualità importante, ma non solo: anche di essere, dopo qualche anno, tra le grandi artefici della cavalcata rossonera Under 17, che proprio lo scorso 30 giugno ha conquistato lo Scudetto di Categoria a Cesena. Aurora e «Vicky», infatti, hanno dato un contributo fondamentale durante tutta la stagione nella squadra allenata da Vincenzo De Martino, e Maria Vittoria in particolare ha addirittura siglato il match finale contro la Juventus segnando ben tre reti.
Archiviato subito uno scudetto storico, il primo della storia femminile rossonero, per le gemelle Cappa è però ora in arrivo una sfida ancora più grande, visto che nella prossima stagione entrambe sono attese dal passaggio in Primavera, e giocheranno con ragazze più grandi. Qui la grandissima serietà e applicazione che hanno sempre dimostrato a partire dal lavoro in allenamento, unite alle qualità tecniche e atletiche, saranno fondamentali per rimettersi in discussione e trovare la propria dimensione nell'anticamera del professionismo.
«Non è facile, perché sia da parte della famiglia sia da parte della società le richieste sono molto alte – ammette la mamma – Entrambe studiano con dedizione per tenere una media molto alta a scuola, sacrificando spesso la vita sociale per essere al meglio sia nello studio sia nell’allenamento». Aurora frequenta il liceo «Carlo Porta», con indirizzo economico-sociale, mentre Maria Vittoria l’istituto tecnico «Mosè Bianchi», con indirizzo finanza e marketing: «Entrambi i presidi sono stati molto disponibili nel comprendere il grande dispendio energetico delle mie figlie, ma anche il loro impegno nei confronti dello studio – continua Pina – Le ragazze hanno anche un tutor che fa da tramite tra le scuole e la società di calcio».
Ma se per i genitori la strada futura di Aurora e Vicky è ancora un’incognita, per le due calciatrici non c’è storia: «Per loro la scelta non si pone, c’è lo sport; la scuola certamente è un dovere, ma il motore che le fa alzare la mattina è il calcio. Ci credono veramente in quello che fanno, lo amano».