Lucrezia principessa del ghiaccio: vince l’argento 5 anni dopo il trapianto
La studentessa del liceo Marie Curie seconda in una gara intersociale di pattinaggio: «Un secondo posto che vale oro»
Un argento che vale come l’oro, o forse il platino. Un argento che non ha prezzo. Un secondo posto che sa di vittoria dopo una battaglia durissima, di riscatto dopo una prova difficile, di rinascita dopo una sentenza di morte che sembrava inappellabile.
Lucrezia principessa del ghiaccio: vince l’argento 5 anni dopo il trapianto
Sabato 2 marzo, esattamente cinque anni e un giorno dopo la sua ultima gara, Lucrezia Muretti, 17enne di Cermenate che frequenta la quarta classico al liceo Marie Curie di Meda, è salita sul secondo gradino del podio nella categoria Junior C della gara intersociale di fascia Bronze organizzata dall’Asga di Como al Palaghiaccio di Casate.
Un argento che per lei ha un valore immenso, dato che è arrivato proprio nel giorno in cui ha deciso di scendere in pista per una competizione dopo aver subito un trapianto di fegato quando aveva solo 13 anni.
La scoperta della malattia di Wilson, l’aiuto preziosissimo dei medici dell’ospedale di Erba prima e del Papa Giovanni XXIII di Bergamo poi, l’«ospite», come mamma Michela Musante, insegnante di Lettere sempre nel liceo medese, ha definito il fegato arrivato da un donatore proprio nei giorni di Pasqua, il 19 aprile 2019, consentendo alla figlia di «risorgere».
Una Via Crucis, un calvario che l’insegnante ha messo nero su bianco in un libro, «L’ospite» appunto, che nel giro di poco tempo è stato presentato in diverse città in tutto il Nord Italia, infondendo coraggio e sensibilizzando sull’importanza della donazione.
E proprio per trasmettere questi valori e mandare un altro messaggio di resilienza e speranza, mamma Michela ha voluto condividere l’emozionante momento vissuto da lei e dalla figlia dopo tanto dolore. Lucrezia, principessa del ghiaccio, ha come danzato su quella pista gelida, «ma nello stesso tempo infuocata di vera passione. Affiancata dalle compagne dell’Asga (Associazione sportiva ghiaccio ambrosiana) e dalle sue splendide allenatrici, che sono anche amiche, complici, sono famiglia, perché ci sono sempre rimaste accanto anche nei momenti più bui», ha detto la docente. Per loro «Lucrezia è sempre la numero 1, è una vincitrice, anche se dovesse arrivare ultima». Ma è impagabile la soddisfazione di aver conquistato un argento, che si aggiunge alla gioia di essere tornata a gareggiare.
«E’ sempre stata una sportiva, praticava pattinaggio sul ghiaccio e danza, e questo le ha consentito di recuperare più facilmente dopo il trapianto - spiega Musante - Ha potuto riprendere gradualmente sei mesi dopo l’intervento, ma nel 2020 si è fermato tutto a causa della pandemia da Covid-19». Non appena è tornata la possibilità di praticare qualche attività sportiva, «ha deciso di provare il nuoto sincronizzato alle piscine di Cesano Maderno».
E così è diventata anche una «sirenetta», raggiungendo una bravura tale da poter affrontare gare regionali. Ma la voglia di tornare a «volare» sul ghiaccio, il suo primo amore, si è presto fatta risentire e così nel 2022, dopo che nel gennaio 2021 era dovuta correre di nuovo in ospedale per un rigetto di trapianto, ha ricominciato a praticare pattinaggio.
«E’ molto impegnata a livello sportivo e nelle sue condizioni è un bene - aggiunge mamma Michela - I medici raccomandano ai trapiantati di condurre uno stile di vita sano, di seguire un’alimentazione equilibrata, senza eccessi, e di tenere il cuore allenato, dato che i farmaci che assumono influiscono sull’ossigenazione».
Una grande tenacia
E Lucrezia ha sempre seguito alla lettera queste indicazioni. Poi, col passare dei mesi, grazie alla tenacia e alla determinazione che l’hanno sempre contraddistinta, ha acquisito le competenze tecniche per potersi rimettere in gioco nelle competizioni.
E il ritorno sulla pista, a cinque anni dalla sua ultima gara, sa davvero di trionfo. Il trionfo della luce sul buio, della vita sulla morte. E dell’incommensurabile valore della generosità. «Perché senza il gesto altruistico del donatore Lucrezia non sarebbe qui - conclude Musante - Saremo sempre riconoscenti a chi le ha permesso di tornare a sorridere, a emozionarsi. A vivere».