L'iniziativa

Mamme e papà scendono in campo accanto all’arbitro

La bella iniziativa della «Dipo calcio» in collaborazione con l’ex direttore di gara di Serie A e B Angelo Bonfrisco

Mamme e papà scendono in campo accanto all’arbitro
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Un sabato di sport, divertimento e soprattutto educazione al rispetto, è stata questa la ricetta del torneo Pulcini 2014 organizzato dalla «Dipo Calcio» sul campo sportivo di via Principato a Vimercate.

Mamme e papà scendono in campo accanto all’arbitro

Una giornata dedicata ai più piccoli, ma con un’idea originale e coraggiosa che guarda anche ai più grandi: portare i genitori in campo durante la finale, insieme all’arbitro, per insegnare loro - da vicino e con il giusto spirito - le regole del gioco, il rispetto dell’avversario e dell’arbitro stesso.

Il momento clou della manifestazione è stata la finale, diretta da una figura d’eccezione: l’ex arbitro di Serie A e B Angelo Bonfrisco, oggi impegnato in progetti educativi e formativi in ambito sportivo. Proprio lui ha guidato la speciale iniziativa chiamata «Arbitroeducaggio», un progetto che ha unito tecnica arbitrale e comunicazione diretta con il pubblico adulto per sensibilizzare sul ruolo dell’arbitro e sull’importanza di un comportamento corretto a bordo campo.

«Spesso - ha spiegato Bonfrisco - sono proprio i genitori a rendere difficile l’esperienza sportiva dei ragazzi. Lo fanno inconsapevolmente, magari per eccesso di entusiasmo, ma è fondamentale ricordare che il calcio è prima di tutto un gioco, e che il rispetto delle regole e delle persone è un valore da trasmettere sin da piccoli. L’idea è stata semplice: portarli sul campo, spiegare le decisioni in tempo reale e far comprendere l’importanza della figura dell’arbitro. Così facendo, speriamo di aver creato consapevolezza e responsabilità. Perché per educare i ragazzi dobbiamo prima educare noi adulti».
Durante la partita, infatti, le mamme e i papà sono stati coinvolti direttamente sul terreno di gioco: non come spettatori, ma come protagonisti, chiamati a comprendere le motivazioni dietro certe decisioni arbitrali, a riflettere sui comportamenti da evitare e, più in generale, a vivere una partita «dall’altra parte».

Obiettvo costruire insieme un clima più sano e costruttivo

L’obiettivo non è stato certo quello di «bacchettare» i genitori, ma di costruire insieme un clima più sano e costruttivo attorno al calcio giovanile. Il progetto dell’«Arbitroeducaggio» è già stato sperimentato con successo in altri contesti e ha ricevuto apprezzamenti anche da parte di allenatori e dirigenti federali. Una scommessa educativa, dunque, che ha confermato come il calcio, quando ben gestito, possa davvero diventare una palestra di vita, in cui si corre, si sorride, si cade e ci si rialza, ma sempre nel rispetto degli altri e delle regole. Perché, come ricorda spesso Angelo Bonfrisco ai suoi incontri: «Non c’è miglior allenamento per i ragazzi che vedere i propri genitori dare il buon esempio».

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