Muay Thai

Una vita in palestra a forgiare i campioni dell’antica arte marziale

Il 58enne Davide Carlot è stato nominato direttore sportivo della Federazione albanese di Muay thai

Una vita in palestra a forgiare i campioni dell’antica arte marziale
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C’è un cesanese che per quasi quarant’anni ha prima praticato e poi diffuso una delle più peculiari e antiche arti marziali: la Muay thai, che come suggerisce il nome ha origine in Thailandia.

Una vita in palestra a forgiare i campioni dell’antica arte marziale

Si tratta di Davide Carlot, 58 anni, che in questi giorni è a Bangkok alla Wai Kru Muay Thai, la festa thailandese che celebra proprio questa disciplina simbolo del Paese del Sudest asiatico.

«È un’arte che ha più di duemila anni – spiega lui – C’è una cultura, una storia di danze tradizionali, di re, di combattimenti senza armi: non è solo pugni e schiaffi, è una disciplina che ti insegna una filosofia di vita. Soprattutto il rispetto».

L'incarico

Dopo tanti anni nella Federkombat, che riunisce diverse discipline di combattimento, Carlot adesso ha ricevuto un incarico prestigioso in Albania: il Comitato olimpico albanese lo ha scelto come dirigente del settore Muay thai e direttore sportivo della Federazione albanese di Muay thai.

«Sono anche consigliere della Federazione mondiale e segretario di quella europea, ma continuo anche a coordinare enti di promozione in Italia», aggiunge Carlot, già direttore tecnico della Nazionale italiana di Muay thai dal 1998 al 2004 e presidente della Federazione italiana di Muay thai dal 2005 al 2015.

C’è un album di figurine sportive alla base del suo grande amore per uno sport, un amore nato quando la Muay thai non era molto presente né in Italia né in Europa: «Ho fatto judo e karate, poi a 18 anni ho iniziato a combattere. Prima ho trovato un maestro in Francia, uno dei primi, poi sono andato in Thailandia». In quasi quarant’anni di visite ininterrotte, Carlot ha visto cambiare il Paese: «L’ho visto passare dalle capanne ai grattacieli – riprende – Ma è rimasto il Paese del sorriso. C’è sempre grande umiltà e grande rispetto verso chiunque, che poi è tipico della disciplina». Un lungo e glorioso passato da atleta, fino ai 35 anni, Carlot ha poi iniziato a formare campioni italiani, europei e mondiali. Da qualche anno allena alla «Pugni ed oltre» di Cesano. «E’ capitato che venissero ragazzi con problemi di bullismo, sia che lo subissero sia che lo praticassero, e con questo sport li hanno risolti- spiega - La Muay thai è anche una scuola di lingue, perché spiego le tecniche in italiano, inglese e thailandese».

A chi pensa che sia solo un modo per picchiarsi in maniera selvaggia, risponde pronto: «Invito chi lo pensa a venire a vederci: scopriranno che non c’è violenza. La Muay thai è un cerimoniale: ci sono danze propiziatorie prima dell’incontro, saluti e inchini ai maestri e l’abbraccio finale con l’avversario. Le botte sono solo sportive».

Il "Metodo Carlot"

Da qualche anno il cesanese ha sviluppato anche il «Metodo Carlot»: «Aiutiamo gli anziani nelle Rsa a muoversi e tirare fuori quello che non credevano di avere. Proprio settimana scorsa, poi, ho concordato con il Comune di Cesano Maderno un laboratorio per persone con disabilità perché da tre anni ci sono anche Campionati mondiali per far salire anche loro sul ring. Sono sempre più convinto che lo sport sia per tutti, indipendentemente dalle proprie attitudini verso una disciplina specifica».

(in copertina Davide Carlot - a destra - è il neo direttore sportivo della Federazione albanese di Muay thai)

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