Quest'anno Avo regala ai malati il gel igienizzante
Così la sezione di Carate ha voluto dimostrare vicinanza agli ospedali dove prestava servizio
L'impegno di Avo Carate
Il giorno di Natale insomma, non è stato possibile ripetere la consueta distribuzione di un piccolo dono natalizio ai pazienti ricoverati e al personale sanitario da parte del presidente di Avo Carate, accompagnato da volontari, come avvenuto negli anni precedenti. Ma il Covid non ha fermato l’Associazione. Grazie alla disponibilità dei direttori Sanitari, Ezio Goggi (ospedale) e Cristina Luti (Clinica Zucchi), sono stati consegnati dal presidente Romano Bai, dalla vice presidente Maria Marina Riva e da alcuni volontari (Angela Colombo, Renata Camesasca, Elena Davì, Laura Merlo, Mariella Maida) i regali. "Solitamente era un piccolo pensiero natalizio, quest’anno si è optato per un dono utile, infatti si tratta di un flacone di gel disinfettante confezionato con cura dai volontari, arricchito da un bigliettino d’auguri e da una rossa pallina con la scritta Avo 2020", ha spiegato il presidente dell'associazione dei volontari ospedalieri. E ha poi aggiunto: "Si è pensato a questo dono visto il momento particolare che tutti stiamo vivendo, così come abbiamo cercato di essere vicini al personale sanitario nel primo periodo della pandemia dotandoli di presidi sanitari protettivi".
Avo sempre vicina ai malati
Con questo piccolo gesto l’Avo Carate ha voluto confermare di essere sempre vicina ai malati, che vivono una situazione difficile, ora accentuata dalla pandemia e dall’impossibilità di avere accanto familiari, parenti, amici. "Sono sempre nei pensieri dei volontari, che vivono con tristezza questo periodo in cui non possono stare loro accanto, portare un sorriso, fare loro compagnia con l’ascolto e il dialogo - ha aggiunto il presidente Romano Bai - E il giorno in cui cade il loro turno i volontari sentono la mancanza del servizio, dell’avere cura dell’altro in cui contano le cose o i gesti, ma soprattutto conta l’intenzione che sta dietro. Manca quel legame che si crea e che vivono con la persona sofferente, legame che diventerà memoria e occuperà un posto speciale nei loro pensieri e nei loro cuori. I loro visi si velano di tristezza e la mente di ognuno pensa a quanto perdono in termine di arricchimento personale e di gruppo. La speranza di poterci “riavvicinare” sotto tutti i punti di vista presto".