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Il «Premio Lissone» torna senza «gara»: «L’arte non è competizione ma dialogo»

Inaugurata sabato al Mac l’edizione 2025 del tradizionale appuntamento biennale dedicato alla pittura

Il «Premio Lissone» torna  senza «gara»: «L’arte non è competizione ma dialogo»

L’edizione 2025 del Premio Lissone esprime – comprensibilmente – la visione del direttore Stefano Raimondi, al suo esordio alla guida dell’appuntamento biennale dedicato alla pittura negli spazi del Museo d’Arte Contemporanea di viale Elisa Ancona che celebra il venticinquesimo anniversario d’apertura. «Non ho mai visto l’arte come competizione ma come dialogo», dice. Ecco allora che quest’anno il tradizionale premio acquisizione è finito nel cassetto per lasciare spazio a un riconoscimento diviso equamente tra i sei artisti selezionati, ciascuno dei quali presenterà un lavoro che entrerà a fare parte della prestigiosa collezione permanente del Museo. Niente rivalità, quindi, «in pieno spirito olimpico» come sottolineato simpaticamente da Raimondi con un rimando diretto a Regione Lombardia che contribuisce alla realizzazione del Premio Lissone.

I sei artisti selezionati

Sabato, l’inaugurazione della nuova edizione: a mezzogiorno l’incontro con la stampa alla presenza del vicesindaco di Lissone Oscar Bonafé, nel pomeriggio l’opening pubblico. Sei, come detto, gli artisti invitati. Legati da un unico filo rosso: hanno tutti meno di 45 anni, alle spalle almeno una mostra personale in istituzioni museali o fondazioni di primaria rilevanza a testimonianza della concreta qualità di ricerca di ciascuno di loro. Sono inoltre «nomadi», ha spiegato il direttore del Mac, «secondo quelle che sono le dinamiche tipiche del mondo dell’arte». Viola Leddi nata a Milano ma lavora a Ginevra; Valerio Nicolai, friulano di nascita e milanese d’adozione; Cecilia Granara, nata in Arabia Saudita, cresciuta a Roma e attualmente in Messico; la piemontese Giuliana Rosso; lo statunitense Landon Matz e Ariel Schlesinger che da Gerusalemme si sposta oggi tra Berlino, New York e Quito.

Tre curatori di alto livello

A invitarli, i tre curatori. Oltre a Raimondi, Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo, il Museo di Arte Moderna di Bologna e presidente dell’Associazione dei Musei d’Arte che di recente ha accolto il Mac; Hanne Mugaas, direttrice di Kunsthall Stavanger e Head of Programme Oca (Office for Contemporary Art Norway).
I lavori resteranno in mostra fino al 18 gennaio, occupando i tre piani del Museo d’Arte Contemporanea; il bookshop al piano terra, invece, ospita una selezione delle opere che hanno reso grande il Premio Lissone, nato nel dopoguerra grazie alla Famiglia Artistica Lissonese.