Ma tu non muori mai? Ti butto io dalla finestra
Le agghiaccianti intercettazioni dei cinque operatori aguzzini della casa di riposo di Besana.
Colpi al busto e sul volto. Pugni nelle reni. Insulti - "Sei cattiva, sei una carogna, vai all’inferno" - e parolacce particolarmente umilianti per delle anziane signore: "Troia, puttana, zoccola...". Fino ad arrivare alle vere e proprie minacce di morte.
Sono agghiaccianti le intercettazioni audio e video che hanno portato alla denuncia per maltrattamenti, aggravati e continuati, di cinque ausiliari socio-assistenziali della casa di riposo della Fondazione "Giuseppina Scola" di Brugora, a Besana.
L'ordinanza firmata dal Gip
Sono tutti italiani, un uomo e quattro donne, dipendenti della struttura di via Cavour, che avrebbero fatto vivere ad almeno sei anziane ospiti un vero inferno per sette mesi, da agosto del 2018 fino allo scorso marzo. Le vittime erano tutte donne, nate tra il 1919 e il 1937, "gracilissime, con avanzate e devastanti patologie senili, ragionevolmente dolorose (impressionante è la rigidità dei loro arti), se non maneggiate con estrema delicatezza, non ambulanti autonomamente e non in grado di compiere da sole le pur minime azioni quotidiane", secondo quanto messo nero su bianco dall’ordinanza firmata dal Gip della Procura della Repubblica di Monza che ha disposto per i cinque indagati - sospesi in via cautelare dalla direzione amministrativa della "Scola" - la misura interdittiva del divieto di esercizio dell’attività di operatore socio-assistenziale, da 10 a 5 mesi, a seconda delle singole posizioni.
Il servizio completo sull'edizione del Giornale di Carate in edicola da oggi, martedì 6 agosto.
La normativa sulle Case di Riposo sarebbe da rivedere. Ma i governi che durano solo un anno difficilmente possono provvedere. Però intanto la Regione e i Comuni possono aumentare le ispezioni.