Mercatone uno, i mobili già pagati di 20mila clienti non saranno mai consegnati
Per un esercito di consumatori in tutta Italia l'unica soluzione è ora quella di insinuarsi nel fallimento.
Mercatone uno, i mobili già pagati di 20mila clienti non saranno mai consegnati. Per un esercito di consumatori in tutta Italia l'unica soluzione è ora quella di insinuarsi nel fallimento. Una sorpresa decisamente spiacevole che riguarda probabilmente anche molte famiglie della Brianza, legate al punto vendita Mercatone uno di Cesano. Federconsumatori: "Una vergogna nazionale".
Mercatone uno, i mobili pagati non saranno costruiti
L'annuncio, drammatico, è di mercoledì, quando il curatore fallimentare dell'azienda Marco Angelo Russo ha dichiarato "lo scioglimento dei contratti pendenti" della società con i consumatori, scioglimento autorizzato dallo stesso Tribunale che sta seguendo il fallimento.
In sostanza, i mobili ordinati e in molti casi anche già parzialmente pagati nei mesi scorsi dai consumatori non saranno mai consegnati. E nemmeno fisicamente costruiti. Shernon - la società che avrebbe dovuto salvare Mercatone Uno dalla crisi ma che alla prova dei fatti ha maturato debiti per cento milioni in dieci mesi ed è poi fallita - non ha potuto acquistare nemmeno le materie prime necessarie.
Ordini inevasi per quattro milioni di euro
Cucine, letti, bagni, tavoli, divani, salotti. Quattro milioni di euro il valore stimato degli ordini pendenti. Mobili che in parte sono già stati pagati dalle famiglie, le quali ora dovranno cercare di recuperare il proprio credito insinuandosi - come si dice in gergo - nel passivo della grande catena di arredamento. Una prospettiva certamente non piacevole, probabilmente non gratuita e sicuramente non veloce.
Ecco la lettera dell'azienda, in cui il curatore fallimentare spiega le ragioni della drammatica decisione, ricordando anche qualche numero: Shernon, la società che avrebbe dovuto rilanciare la catena dell'arredamento economico fallita, perde circa otto milioni al mese.
La crisi patrimoniale, economica e finanziaria che ha colpito la Shernon – che, si ricorda, nell’arco di 10 mesi di attività ha maturato debiti per circa cento milioni di euro – non ha consentito alla Società poi fallita di approvvigionarsi regolarmente della merce necessaria per evadere gli ordini via via ricevuti sicché, sulla scorta delle risultanze inventariali, è risultato impossibile individuare i beni necessari per darvi seguito e ciò al netto di qualsiasi considerazione sull’impossibilità oggettiva di evadere i ridetti ordini in assenza di un’impresa funzionante, la cui gestione è stata considerata antieconomica, risultando perdite mensili per circa otto milioni di euro. Per tali considerazioni, il Curatore per l’effetto comunica di essere stato autorizzato dagli Organi della Procedura a sciogliersi dai contratti pendenti con i consumatori, con conseguente diritto per gli stessi di insinuarsi al passivo del Fallimento Shernon Holding srl, in via chirografaria, per gli acconti corrisposti, allegando i documenti giustificativi del credito. Per l’effetto comunico lo scioglimento dal contratto per l’acquisto dei beni mobili concluso con Shernon Holding srl.
Federconsumatori: "Una vergogna nazionale"
Per Federconsumatori le speranze di riavere i soldi spesi inutilmente sono poche. Le famiglie "subiscono così una grave perdita economica e che – anche qualora decidano di procedere con un’insinuazione al passivo – non potranno ottenere alcun ristoro e si ritroveranno anzi a dover sostenere ulteriori spese legali".
"L’azienda del gruppo Shernon Holding ha effettuato le operazioni di vendita pur essendo pienamente consapevole dell’effettiva impossibilità di rispettare gli obblighi contrattuali, mettendo in atto una vera e propria azione truffaldina a danno degli utenti" continua la nota. “E’ urgente che il Governo si muova per assicurare il giusto ristoro economico ai cittadini coinvolti, anche perché si tratta nella maggior parte dei casi di famiglie non facoltose” dichiara Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori. "Considerando la gravità dei fatti, abbiamo chiesto un incontro urgente al Ministro dell’Economia Gualtieri e al Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli per discutere degli strumenti idonei ad affrontare la situazione e a tutelare i diritti delle famiglie".