A Seregno

Due arresti per il tentato omicidio all'ex Opel

In carcere un 46enne di Novedrate e un 40enne rintracciato a Cantù. Il 28 luglio avevano sparato a un marocchino, probabilmente per una finta cessione di droga

Due arresti per il tentato omicidio all'ex Opel
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Due arresti per il tentato omicidio all'ex concessionaria Opel di Seregno ai danni di un marocchino. I Carabinieri di Seregno hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettanti italiani: un 46enne di Novedrate e un 40enne senza fissa dimora.

Due arresti per il tentato omicidio all'ex Opel

Due arresti per il tentato omicidio all'ex concessionaria Opel a ridosso della Superstrada, lo scorso 28 luglio a Seregno. I Carabinieri della Sezione operativa della Compagnia di Seregno, alle 7. 30 di oggi (lunedì 10 agosto), hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dall'Autorità giudiziaria di Monza a carico di due cittadini italiani: il 46enne C. A. di Novedrate, celibe, e il 40enne C. F., senza fissa dimora ma rintracciato a Cantù. Entrambi hanno precedenti contro il patrimonio e contro la persona.

Le indagini dopo il tentato omicidio

I Carabinieri locali hanno arrestato i due comaschi al termine di serrate indagini di polizia giudiziaria, che hanno permesso di raccogliere gravi e concordanti elementi di reità. Sono accusati di aver sparato a un marocchino di 39 anni, in Italia senza fissa dimora, nell'ex concessionaria che viene utilizzata come rifugio notturno per sbandati e senza tetto. L'episodio si era verificato i il 28 luglio scorso nel pomeriggio, verso le 15.

Gli spari per una cessione di droga

Secondo le prime risultanze delle indagini condotte dall'Arma di Seregno, probabilmente il tentato omicidio era legato alla vendita di finte dosi di cocaina operata dalla vittima nordafricana ai due indagati. Le articolate e puntuali indagini condotte dai militari hanno permesso di ricostruire i fatti del 28 luglio scorso e di rintracciare nel comasco i due autori. Condotti nella caserma di Seregno dopo le formalità di rito, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Monza a disposizione dell'Autorità giudiziaria di Monza che ha coordinato l'inchiesta.

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