Storie di Covid

"Dopo il Covid tanta depressione e un dolore profondo perché papà non c'è più"

Mary Tripodi si è ammalata a marzo assieme ai suoi genitori. Oggi è seguita dal San Gerardo nell'ambulatorio dedicato al follow up.

"Dopo il Covid tanta depressione e un dolore profondo perché papà non c'è più"
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Prosegue il nostro approfondimento quotidiano dedicato ai disturbi post Covid più frequenti raccontati direttamente da chi li sta vivendo sulla propria pelle.

Ieri vi abbiamo raccontato la storia di Cristina, che ha contratto il Coronavirus a marzo e che ancora oggi soffre di diverse patologie. Oggi a raccontarci la sua storia è Mary Tripodi, 38 anni, residente a Desio. Nata in Bolivia è stata adottata da piccolissima da papà Fortunato e dalla moglie. I suoi genitori adottivi l'hanno accompagnata in tutto, ma lei purtroppo, non ha potuto essere vicina al suo papà nel momento più difficile...

"Dopo il Covid tanta depressione e un dolore profondo perché papà non c'è più"

E' stato il dramma di molti, purtroppo. Ammalarsi di Covid e nel frattempo perdere un proprio caro, senza poterlo vedere, salutare, abbracciare, seppellire. Mary, purtroppo, ne sa qualcosa: come un copione già scritto, anche lei si è ammalata nei primi giorni di marzo, quando gli ospedali hanno iniziato a riempirsi fino a saturarsi nel giro di poche settimane.

I sintomi sono sempre gli stessi ma Mary in brevissimo tempo è arrivata ad avere una saturazione a 87 e per lei è stato necessario il supporto ospedaliero prima a Desio
e poi al San Gerardo.

"I medici erano preoccupati soprattutto perché io, da sempre, soffro d'asma e mi hanno messo subito l'ossigeno. Ho passato due settimane in ospedale, poi mi hanno trasferita alla clinica Zucchi per la riabilitazione. Giorni difficilissimi sì, che si sono trasformati in una vera e propria agonia quando ho saputo che anche i miei genitori si erano ammalati. Mamma in forma lieve, papà invece se n'è andato per sempre e con lui una parte di me. Tutte le conseguenze fisiche possibili non saranno mai pari al dolore, alla sofferenza, alla depressione in cui questa malattia mi ha trascinata. Sono stata dimessa il 3 aprile, negativizzata il 18 dello stesso mese. Da allora sono seguita al San Gerardo, dove gli specialisti mi hanno già sottoposto ad esami cardiologici e pneumologici che hanno accertato evidenti striature al polmone e una saturazione che ancora non è a livelli ottimali. Dagli ultimi accertamenti, inoltre, sembrerebbe che mi abbiano trovato un'artrosi degenerativa".

Tante conseguenze dunque, ma che nulla sono confronto a quelle psicologiche.

"Son in cura per l'ansia e la depressione, ho sofferto di attacchi di panico e di insonnia notturna che ora tengo a bada con i farmaci - ha raccontato - E poi penso sempre a papà. Che è morto da solo, chissà pensando cosa, chissà con quanta paura. E per questa sofferenza, purtroppo, non c'è cura".

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