La Prefettura chiama il sindaco: in paese arrivano dieci migranti
Il trasferimento si concretizzerà o verranno alzate le barricate come nel 2018?
Briosco, dieci migranti potrebbero traslocare in paese, in abitazioni date in locazione da privati cittadini. Almeno questo è quello che la Prefettura di Monza e della Brianza ha comunicato al sindaco Antonio Verbicaro lo scorso lunedì 15 febbraio.
La Prefettura chiama il sindaco: in paese arrivano dieci migranti
Non sono ancora stati resi noti il luogo preciso in cui i richiedenti protezione internazionale avrebbero trovato casa, tramite la cooperativa incaricata della gestione dell’accoglienza, così come la data del loro possibile arrivo. Per il momento il primo cittadino, contattato dalla redazione nella mattinata di venerdì, ha preferito non confermare, né smentire la notizia, condivisa con la sua Giunta subito dopo i contatti con la Prefettura.
Certo è che Verbicaro si troverà a gestire una situazione non semplice: da una parte c’è il dovere di rispettare sia le decisioni di un organo gerarchicamente superiore quale è il Prefetto che quelle dei privati che hanno messo a disposizione locali di proprietà; dall’altra non potranno finire nel cassetto il suo personale punto di vista sulla politica nazionale degli sbarchi - da leghista ed insieme da sostituto commissario della Questura di Lecco in pensione (il suo lungo curriculum comprende anche l’esperienza nell’Ufficio immigrazione della Questura di Lecco) - così come il sentire popolare. Il riferimento è a quanto accaduto nell’estate del 2018.
Barricate alzate nel 2018
Alla notizia dell’imminente trasferimento nella palazzina di via Verdi, al civico 19, di quattordici migranti - tutti uomini, dai venti a trent’anni - i residenti, nel 2018, avevano alzato le barricate. Allora - come in una lunga lista di casi analoghi in tutto il territorio - in Comune non era pervenuta alcune informativa. In campo era subito scesa la Lega, protagonista con i consiglieri regionali Alessandro Corbetta e Andrea Monti di un picchetto con i residenti di via Verdi. Anche l’Amministrazione comunale, guidata da Anna Casati, aveva assunto una posizione non lontana dal Carroccio, motivata dall’inopportunità di collocare quattordici uomini in un contesto di poche unità famigliari.
"Non abbiamo mai dato la disponibilità del Comune all’ospitalità - aveva detto il suo vice, Andrea Folco - Questo perché il nostro è un paese piccolo, assolutamente non attrezzato ad accogliere richiedenti asilo".
Tanto da spingere gli amministratori a sconsigliare, in tempi precedenti, alcuni privati che avevano richiesto di affittare la loro proprietà alle cooperative. Richiesta, comunque, non dovuta, in quanto, come detto sopra, proprietà private.
A quel punto il prefetto Giovanna Vilasi aveva lasciato la scelta ai condomini, assistiti dall’avvocato Marco Pipino: accettare l’arrivo non più di ragazzi ma di due nuclei famigliari, per un totale di sei persone, oppure il «no» a qualsiasi tipo di trasloco. Alla fine i cancelli della palazzina di via Verdi erano rimasti chiusi.
"Mai prima d’ora era stata data la possibilità ai condomini di scegliere. Questo perché al Ministero dell’Interno c’è Matteo Salvini", aveva sottolineato il lumbard Corbetta.
Ora, con la Lega al Governo come due anni fa, si vedrà nei prossimi giorni se in paese si ripeterà quanto visto nel 2018.
(nella foto di copertina il picchetto organizzato nell’estate del 2018 davanti alla palazzina di via Verdi, al civico 19)