18 marzo, la toccante lettera del sindaco "Ogni vittima ha un nome, ha lasciato una vita con affetti, speranze e sogni. Non dimentichiamola"
Kristiina Loukiainen, primo cittadino di Ronco Briantino, scrive ai suoi concittadini in occasione della Giornata nazionale in ricordo delle vittime del Covid.
Tra le tante celebrazioni che si sono tenute oggi, 18 marzo, in occasione della Giornata nazionale in ricordo delle vittime del Covid, spicca la toccante lettera pubblicata dal sindaco di Ronco Briantino, nel vimercatese.
18 marzo, la toccante lettera del sindaco di Ronco Briantino
Il sindaco Kristiina Loukiainen questa mattina ha partecipato alla messa a dimora di un ulivo nel luogo in cui, presto, sorgerà un giardino dedicato alle vittime innocenti dei mali del mondo. Ma ha pubblicato anche una lunga e toccante lettera rivolta a tutti i suoi concittadini in cui si sottolinea come la data del 18 marzo rappresenti un giorno indelebile. Esattamente un anno fa - il 18 marzo 2020 - le bare che lasciavano Bergamo sui camion dell'esercito facevano il giro del mondo. Un'immagine che, sottolinea il sindaco, rimarrà "impressa nel cuore e negli occhi di tutti".
Pubblichiamo integralmente la lettera del primo cittadino:
Cari ronchesi,
esattamente un anno fa, mercoledì 18 marzo 2020, la Storia del nostro Paese è stata segnata in modo indelebile. Quel giorno l’Italia intera ha pianto vedendo i camion dell’Esercito attraversare la città di Bergamo con a bordo le bare che il cimitero non era più in grado di accogliere. Un’immagine impressa nel cuore e negli occhi di tutti, che ha fatto il giro del mondo.Il Covid ci ha colpito a sorpresa, è entrato nei nostri corpi, nelle nostre vite seminando paura e sconcerto. Ogni vittima ha un nome, ha lasciato una vita con affetti, speranze e sogni. Erano nostri parenti e amici, nostri vicini di casa e colleghi di lavoro, persone che incontravamo uscendo di casa, salendo sul treno, andando a scuola. Ogni vittima era un tassello del nostro Paese e abbiamo il dovere di ricordarla per le generazioni a venire.
Da pochi giorni le vittime della pandemia hanno superato quota centomila. Un numero che lascia sgomenti e che anche oggi, a distanza di un anno da quel primo lockdown che ci ha proiettati in una situazione surreale, richiama al grande senso di responsabilità di ciascuno.
Oggi ci fermiamo in segno di rispetto per il dolore che ha colpito e continua a colpire anche la nostra terra. È un giorno importante per non dimenticare una stagione drammatica per il Paese e per ricordare le persone che non ci sono più. Un ricordo particolare va ai cittadini ronchesi che purtroppo non sono più con noi, e al caro don Ezio, parroco di Ronco per molti anni.
In memoria loro e delle già oltre centomila vittime della pandemia, abbiamo voluto mettere a dimora un ulivo nel luogo in cui, presto, sorgerà un giardino dedicato alle vittime innocenti dei mali del mondo. Questo ulivo vuole essere il primo passo per la nascita di un luogo di memoria e di onorato ricordo. Lo dobbiamo alle tante, troppe vittime. Lo dobbiamo alle giovani generazioni affinchè quei numeri che oggi ci fanno inorridire, non vengano dimenticati. Affermando il ricordo e costruendo la memoria collettiva combatteremo anche il pericolo, sempre presente, del negazionismo.
Ricordare aiuta a elaborare il trauma collettivo che abbiamo vissuto, a capire che cosa quest’emergenza ci ha lasciato, con la speranza che non si perda quello straordinario senso di solidarietà che si è fatto più intenso durante i giorni del lockdown di primavera scorsa: la cura degli altri, la preoccupazione per chi vive situazioni di fragilità, la capacità di creare reti solidali, l’empatia. Tutto questo è un patrimonio che come comunità dobbiamo tenerci stretto.
Ringrazio ancora una volta i medici di base e tutti gli operatori sanitari del loro lavoro incessante. Ringrazio gli addetti alle attività essenziali che anche durante il primo lockdown ci hanno garantito tutto il necessario. Ringrazio i tanti volontari per lo spirito di sacrificio e il grande impegno praticati soprattutto durante il periodo più buio e incerto della pandemia. Ringrazio i cittadini ronchesi per il senso di comunità mostrato e perché, nonostante un anno difficile per tutti, non hanno mai fatto mancare preziosi gesti di solidarietà a chi ha più bisogno e a chi più soffre.
Rinnovo l’invito a non abbassare la guardia. Le varianti del virus continuano a colpire persone di tutte le età e i numeri dei contagi sono nuovamente in aumento, anche a Ronco. Dobbiamo continuare a osservare le note regole di comportamento per proteggere i nostri cari e noi stessi. Fortunatamente sono stati messi a punto diversi vaccini per mettere un vero freno al virus. Confidiamo quindi nella campagna vaccinale in corso.
Ringrazio Azienda Agricola Garghentini Carlo per l’ulivo e la sua messa a dimora. Ringrazio la Parrocchia nella persona di don Simone, le associazioni ronchesi e l’istituto scolastico per il sostegno a questo evento commemorativo. Purtroppo non è stato possibile organizzarlo con la presenza della cittadinanza per rispetto delle misure di contenimento della pandemia. In attesa di poterci di nuovo trovare ringrazio sentitamente tutti i cittadini ronchesi che si sono ritagliati o si ritaglieranno un momento di silenzio per ricordare le vittime della pandemia.
Un abbraccio
Kristiina Loukiainen