"Mia mamma ha l'infermiere no vax, vaccinatela"
Lo sfogo di una famiglia monzese di Triante che sta vivendo un incubo
A tutti gli over 80 nel weekend dovrebbe ormai essere arrivato l’appuntamento per il vaccino, almeno così assicurano Regione Lombardia e Ats. Ma c’è una categoria di anziani «dimenticati»: coloro che si trovano allettati e devono essere sottoposti all’inoculazione per il vaccino a domicilio. Da qui lo sfogo di una famiglia monzese che si trova a fare i conti pure con l'infermiere no vax.
"Vaccinate mia mamma"
Una situazione che sta destando molta preoccupazione alle famiglie perché quasi sempre devono anche fare i conti con altre figure che si recano dall’anziano, come badanti e infermieri e che potenzialmente potrebbero essi stessi essere veicoli di infezioni su persone già fragili. Soprattutto quando, come è capitato a una famiglia di Triante, l’infermiere attivato tramite Adi è apertamente un no vax. «Ho tanta paura per la mia mamma che ha 87 anni e ha problemi oncologici e al cuore. Ma ha bisogno di quelle iniezioni e l’infermiere che viene da noi ci è stato mandato tramite Adi - spiega la figlia - Ho paura a segnalare la cosa perché non vorrei che mia mamma restasse senza qualcuno che le può fare le iniezioni, ma trovo assurda tutta questa situazione». Insomma, la signora aspetta con ansia la vaccinazione per la sua mamma: «Se offrissero a me la vaccinazione come caregiver vorrei poterla donare a mia mamma, lei ne ha più bisogno di me», spiega.
L'infermiere non si vuole vaccinare
Ma alla preoccupazione si aggiunge la rabbia: «Questo infermiere gira le case e lavora in una Rsa, chissà se anche ad altri racconta quello che dice a noi. Io ho provato a insistere ma lui dice che non vuole farsi inoculare una cosa che può provocargli tra 4-5 anni delle patologie. A me sembra una follia, non ci ha mai convinto e noi vogliamo vaccinarsi, ma magari può far presa su altri».
L’uomo, di origine straniera, ha aggiunto poi - come a rassicurare - «che tanto il vaccino proteggerebbe solo lui e non i pazienti da lui e che quindi lui preferisce evitare di farsi inoculare qualcosa che non conosce». «E’ una brava persona, per carità, sta molto attento a igienizzarsi e bardarsi prima di entrare, ma non nego che sono molto preoccupata».
Per questo spera che la mamma venga protetta quanto prima dal vaccino. «Ho chiamato Inps e il medico di base ma mi hanno detto che se la mamma è fragile e non può uscire, deve attendere il vaccino a domicilio».
Sblocco dei vaccini a domicilio vicino
Forse qualcosa però, anche sulle vaccinazioni a domicilio, potrebbe sbloccarsi a breve. «In questi giorni sono partite le vaccinazioni a domicilio per gli over 80 allettati o con particolari esigenze sanitarie per cui è impossibile recarsi presso i centri vaccinali del territorio - ha assicurato Ats Brianza - In questi giorni uscirà una delibera regionale che amplia i soggetti che possono portare avanti questo servizio. Dopo questa prima fase di avvio, stiamo organizzando con i medici di medicina generale, direttamente come Ats, con le Asst questo servizio che vedrà nei prossimi giorni un aumento del volume di vaccinazioni».
La posizione dell'Asst
«Per quanto riguarda l’attivazione dell’assistenza domiciliare, a prescindere quindi dalla campagna vaccinale, Asst di Monza concorre con proprio personale, su disposizione di Ats, alla valutazione dei pazienti per cui il Medico di Medicina Generale richiede tali prestazioni. A seguito della valutazione viene attivato l'erogatore accreditato liberamente scelto dal paziente/famiglia tra quelli presenti nell'elenco degli erogatori accreditati dall'Ats. Nello svolgimento di questo compito, tutto il personale di Asst Monza risulta regolarmente vaccinato contro il Covid. Ciò per quanto attiene all’attivazione del servizio Adi», ha precisato l’Asst Monza.
E ha poi aggiunto: «Premesso che l'infermiere citato non è un dipendente della Asst Monza, spiace tuttavia apprendere che pazienti che necessitano di assistenza a domicilio siano assistiti da personale sanitario non vaccinato. Asst collaborarerà con Ats per sensibilizzare l'erogatore accreditato ad una specifica valutazione del caso e alla eventuale sostituzione dell'operatore Adi dell'ente accreditato che segue il paziente».