La battaglia del padre di Antonello Zara

"Continuo a lottare per mio figlio"

L’ex tronista Antonello Zara era morto in un incidente causato da un monzese. Il padre Valter ora si batte per l’introduzione del reato di omicidio nautico.

"Continuo a lottare per mio figlio"
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"Continuo a lottare in nome della giustizia". Sarà nuovamente a Roma nei prossimi giorni Valter Zara, il papà di Antonello, l’ex tronista di Uomini e donne morto il 7 agosto del 2008 a soli 31 anni in Sardegna dopo essere stato travolto a bordo del suo scooter dall’auto del monzese Matteo Sgariboldi.  Destinazione Palazzo Madama, dove il senatore Luigi Cucca, già relatore della legge sull’omicidio stradale (appoggiato da Matteo Renzi), sta portando avanti i lavori per l’introduzione al reato di omicidio nautico dopo le tragedie di quest’estate sul lago di Como e sul Garda. E dove Zara, come già precedentemente, è stato invitato per raccontare della morte del figlio e della sua battaglia, portata avanti anche a nome di tutti gli altri familiari delle vittime della strada, che ha per l’appunto portato alla nascita del ddl 859 sull’omicidio stradale.

Morte di Antonello Zara, il padre "Continuerò a battermi"

"Chi causa la morte di una persona con la barca per via di comportamenti spericolati deve essere punito esattamente come chi la causa guidando l’auto in strada in modo avventato - ha spiegato Zara - Ed è per quello che ho accettato l’invito a tornare a parlare. Continuerò sempre a battermi perché non voglio che ad altri accada quello che è accaduto a me. E quanto successo sui nostri laghi lascia ben intendere come rispetto al senso di responsabilità che ognuno di noi dovrebbe possedere in merito alla propria condotta la strada sia ancora molto lunga. E come nel nostro codice di procedura penale esista una falla cui va posto rimedio".

Una riflessione quella di Zara dopo gli ultimi drammatici incidenti avvenuti nei due laghi lombardi. Il primo lo scorso 19 giugno, a Salò, sul Garda, nel quale sono morti il 37enne Umberto Garzarella e la 25enne Greta Nedrotti, investiti a bordo della loro imbarcazione da un motoscafo che andava a forte velocità guidato da due 52enni tedeschi. Il secondo schianto, sul lago di Como, il 25 giugno, nel quale a morire è stato il 22enne Luca Fusi e per il quale è stata arrestata una ragazza belga di 21 anni.

L'incidente di 13 anni fa

Tragedie, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, avvenute con tutta probabilità a seguito della guida spericolata di barche e motoscafi. Così come 13 anni fa era accaduto, su strada, per Antonello. Era infatti la notte tra il 7 e l’8 agosto del 2008 quando il celebre tronista di Maria De Filippi, tornando con la moto da una serata in discoteca era stato travolto dall’auto guidata contromano dal monzese Sgariboldi, rampollo della borghesia cittadina. Il quale, all’epoca appena 22enne e per sua stessa ammissione reo di non aver prestato soccorso ad Antonello perché troppo stanco (il corpo dell’ex tronista era stato ritrovato da un tassista), era stato condannato (patteggiando) solo al pagamento una multa di 231 euro per eccesso di velocità e al ritiro della patente per 18 mesi. Suscitando l’indignazione tanto dell’opinione pubblica quanto di Zara e della moglie. Che infatti non si sono mai arresi e hanno continuato negli anni a chiedere giustizia per la sua morte.

I lati oscuri della dinamica dell'incidente

Anche perché la dinamica di quanto accaduto fin da subito aveva mostrato parecchi lati oscuri. Come il fatto che Sgariboldi non fosse stato sottoposto (così come normalmente previsto) al test per l'assunzione di alcol o droga, che invece era stato eseguito su Antonello, risultando negativo. Un fatto per il quale Zara e la moglie avevano presentato denuncia contro gli agenti di polizia intervenuti all'incidente.

"A distanza di così tanti anni il dolore per la perdita di mio figlio è ancora vivissimo - ha continuato Zara - Ma è tanta anche la stanchezza legata all’infinita battaglia legale per cercare di ottenere giustizia. L’unica soddisfazione ci è giunta qualche tempo dalla Cassazione di Sassari, che finalmente ci ha dato ragione. Io e mia moglie abbiamo deciso di devolvere il risarcimento che ci è stato riconosciuto in beneficenza. E per noi le traversie legali finiscono qui. Ma non il mio impegno a favore di una giustizia più equa. Lo devo ad Antonello, che ancora oggi tutti i giorni vado a trovare al cimitero, e a tutti gli altri parenti e amici delle vittime della strada. Racconterò nuovamente la mia storia di fronte all’aula del Senato. E se possibile chiederò di poter incontrare il presidente del Consiglio Mario Draghi perché possa appoggiare l’aggravante della pena per chi compie omicidi in acqua".

Il padre di Antonello spera di poter incontrare ancora il Papa

In cuor suo Zara spera altresì di riuscire a incontrare di nuovo Papa Francesco, come accaduto nel 2014, per trovare conforto. Intanto il 13 agosto, in memoria della morte di Antonello, è stata celebrata una messa nella chiesa di Stella Maris a Porto Cervo presieduta da don Raimondo Satta, zio della soubrette Melissa Satta, ex compagna di Antonello, e un’altra nella chiesa di Santa Maria alla Scala a Verona.

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