La panchina rossa scompare e ricompare (distrutta) in un campo
Il sindaco "Una vergogna. Un gesto senza senso. Ancora oggi, abbiamo a che fare con persone irrispettose che non comprendono la valenza di un simbolo".
Davvero incredibile quanto accaduto a Lissone nei giorni scorsi. A poche ore dalle iniziative che ogni anno si tengono in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, una delle panchine rosse posizionate dall'Amministrazione comunale in diversi punti della città è stata ritrovata distrutta in un campo.
La panchina rossa scompare e ricompare (distrutta) in un campo
Parliamo della panchina rossa posizionata a Santa Margherita, nell'area mercato. La seduta che, come tutte le altre, è stata pitturata da cittadini volontari che hanno scelto di lasciare un segno forte sul territorio, un chiaro simbolo del rifiuto di ogni violenza, è stata portata via, e abbandonata in un campo con la seduta e lo schienale spaccati.
"Una vergogna. Un gesto senza senso - ha scritto il sindaco Concettina Monguzzi sul Diario in Comune. La panchina è un monito visivo per sensibilizzare le persone contro questo drammatico fenomeno. Invece, ancora oggi, abbiamo a che fare con persone irrispettose che non comprendono la valenza di un simbolo. I simboli ci aiutano a riflettere. A mantenere alta l'attenzione su temi cruciali per la nostra società.
Il comune - ha fatto sapere il sindaco - ha già provveduto a ritirarla e ora si sta adoperando per riposizionarla il prima possibile.
"Ogni volta che viene danneggiato o oltraggiato un simbolo, viene fatta violenza non a un oggetto di arredo urbano, ma alle persone che si rappresentano in quel simbolo - sottolinea ancora Monguzzi. Far violenza su una panchina rossa, per noia, per rabbia o per apparenza, significa fare violenza su noi donne e su chi crede fermamente nei valori di uguaglianza. Non basta la condanna verso questo gesto. Non è solo una questione economica, stavolta. Questa panchina, come le altre panchine, è il risultato di iniziative e di un percorso culturale che mira a combattere la violenza sulle donne".
I numeri in città
Anche a Lissone i numeri dicono che sono 40 le donne che nel corso del 2020 si sono rivolte allo Sportello antiviolenza "Telefono Donna" di Lissone. Si tratta di donne per la quasi totalità residenti nell'Ambito di Carate Brianza (di cui anche Lissone fa parte), di differente fascia d'età (ma in 25 hanno fra i 31 e i 50 anni), in 22 casi italiane e in 18 straniere con differenti origini: fra queste, 8 provengono dall'Est Europa, 5 dai Paesi Arabi, 2 dal Sud America.
"In un momento in cui i femminicidi e le violenze contro le donne sono tema ormai troppo frequente nelle cronache, tale gesto è ingiustificabile e molto grave - conclude il sindaco. Perché il rispetto verso le donne passa anche attraverso il rispetto di un simbolo che riguarda le pari opportunità, che rivendica il diritto delle donne a vivere con protagonismo la società. Questo fatto, tuttavia, ci conferma l'importanza di continuare a lavorare su questa tematica. Il rispetto verso tutte le donne, che nel 2021 dovrebbe essere dato per scontato, così non è. Questa panchina distrutta, nella sua drammaticità, ci ricorda l'importanza di celebrare, ogni anno, il 25 novembre".