Cordoglio a Meda

Addio al maestro liutaio che ha conquistato la Brianza coi suoi violini

Pietro Grasso si è spento a 91 anni. E' diventato famoso grazie ai suoi "gioielli musicali".

Addio al maestro liutaio che ha conquistato la Brianza coi suoi violini
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Addio a Pietro Grasso, il maestro liutaio di Meda che ha conquistato la Brianza coi suoi splendidi violini.

Addio al maestro liutaio

La sua bottega dei violini era come una seconda casa, lì ha lasciato il suo cuore e la sua preziosa eredità, fatta di cura minuziosa del dettaglio, amore per il bello e per l’arte. E lì, come da lui espressamente richiesto, i familiari hanno allestito la camera ardente, affinché fino alla fine il maestro liutaio Pietro Grasso, 91 anni, fosse circondato dalle sue splendide creazioni, dai suoi gioielli musicali. Si è spento all’ospedale San Gerardo di Monza, dove era stato ricoverato in mattinata per un problema di salute che purtroppo non gli ha lasciato scampo. Immenso il vuoto che ha lasciato e il dolore provato dai figli Riccardo, Maurizio, Marco, Armando e Cristina, avuti da Angela, e dai sei nipoti, che adorava. «Nostro padre era davvero unico, aveva qualcosa di speciale - ricorda Cristina - Era generoso, sempre disponibile con chiunque fosse in difficoltà, ci ha lasciato degli insegnamenti preziosi».

Dalla Sicilia in Brianza a soli 16 anni

Un uomo che si è costruito da solo, mettendo in pratica nel lavoro i consigli ricevuti quando, giovanissimo, frequentava la bottega del padre e dello zio nella sua Adrano, in provincia di Catania, dove ha iniziato ad apprendere l’arte della falegnameria e i segreti della lavorazione del legno. «Ma mi affascinava molto anche il mondo della musica, così ho iniziato a cimentarmi con i violini, il primo l’ho realizzato a 14 anni», ci aveva raccontato con entusiasmo in una delle numerose interviste che aveva rilasciato al nostro Giornale. E lo stesso aveva detto ai ragazzi delle scuole medie Traversi ai quali lo scorso inverno aveva aperto le porte della sua bottega in via Varese, impartendo lezioni di liuteria. Un’arte affascinante, magica, come diceva lo stesso Grasso, che a soli 16 anni aveva lasciato la Sicilia per tentare la fortuna in Brianza. E proprio a Meda, la città del legno per eccellenza, si era fermato per aprire la sua ditta di mobili in stile, in via Varese, firmati con il suo nome che nel tempo era diventato un brand di qualità.

Da mobiliere a raffinato liutaio

Dopo la pensione, le redini dell’attività sono state prese da uno dei suoi figli, che però ha deciso di trasferire l’azienda a Mariano Comense, dedicandosi ai mobili su misura. Ma Grasso non è rimasto con le mani in mano, anzi. «Quando ho smesso di lavorare ho deciso di fare ciò che più mi piaceva e ho iniziato a realizzare i violini - raccontava - Le mie competenze da falegname mi hanno certamente aiutato, ma ho studiato tanto per imparare come costruirli al meglio». Intrecciando intarsi, decorazioni e musicalità ha realizzato strumenti davvero unici, sia per gli accorgimenti adottati nella costruzione che per i suoni prodotti. Era un liutaio «sperimentatore», come lui stesso si definiva, in grado di andare oltre ai canoni tradizionali e di introdurre elementi innovativi.

I suoi violini intarsiati erano opere uniche

Un centinaio i violini realizzati negli anni, con attenzione ai minimi particolari. Splendidi gli strumenti intarsiati, come quelli raffiguranti Ranieri di Monaco, la Regina Elisabetta e la principessa Diana, dei veri e propri capolavori che hanno contribuito a diffondere la fama del liutaio in tutta Italia e anche all’estero. Grasso era fiero di essere stato protagonista di un servizio del TG1, «e l’anno scorso il centro espositivo Lariofiere a Erba gli aveva dedicato una serata speciale, definendolo un’eccellenza del made in Italy nel mondo», aggiunge Cristina, davvero orgogliosa di un papà apprezzato da tutta la Brianza e non solo, che da mobiliere di successo è diventato un raffinato liutaio.

Ha tramandato la sua arte ai più giovani

Una passione, quella per i violini, che ha cercato di tramandare alle giovani generazioni, entusiaste di poter entrare nella sua bottega, ricavata in una parte del laboratorio dell’ex ditta di mobili. «La passione e tanta pazienza sono gli ingredienti che mi permettono di alzarmi ogni mattina e venire qui», aveva detto. E così ha fatto fino a quando ha potuto, cercando di tramandare la sua arte fino all’ultimo, insieme alla sua passione per il mondo delle sette note: «Attendo sempre con emozione quando il musicista prende in mano il violino e lo suona. La musica è una terapia», ci aveva confidato. «Prima di Pasqua ha regalato un violino alla nipotina di cinque anni, così può imparare a suonarlo - conclude la figlia - Con questo gesto è come se avesse ereditato l’arte del nonno».

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