Dopo il processo

Carate, simulò una rapina per farsi arrestare: arriva la condanna

Un 38enne senzatetto di origini marocchine era entrato nel dicembre 2020 in un negozio di parrucchiere con un taglierino senza lama, e alla titolare aveva detto: «Chiamate i carabinieri». Poi si era consegnato ai militari.

Carate, simulò una rapina per farsi arrestare: arriva la condanna
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Aveva simulato una rapina a Carate Brianza per farsi arrestare perché non aveva un posto dove dormire e perché voleva allontanarsi dal giro della droga.  Nei giorni scorsi per lui, un 40enne nordafricano, al termine del processo, è arrivata la condanna.

L'irruzione nel 2020 nel negozio di parrucchiere a Carate

I Carabinieri hanno eseguito nella giornata di ieri, venerdì, l'ordine di carcerazione nei confronti del marocchino pregiudicato per reati contro la persona, il patrimonio e in materia di stupefacenti. Per lui  è scattato anche il contestuale decreto di sospensione emesso nella stessa giornata, in esecuzione della pena residua di 5 mesi e 10 giorni quale condanna per una rapina che aveva commesso due anni prima, nel dicembre 2020, in un negozio di parrucchiere in via Milano a Carate Brianza.

Mascherina in volto, taglierino in mano, l'allora 38enne aveva fatto irruzione nel salone di acconciature "2M parrucchieri" proprio dinanzi alla stazione della caserma cittadina.

Ma la strampalata richiesta «Chiamate i carabinieri!», anziché «Apri la cassa», rivolta alla parrucchiera, aveva lasciato perplessa sia la commerciante sia i clienti.

"Ero stanco di dormire per strada"

Quando il maresciallo Davide La Rocca e il carabiniere scelto Francesco Talarico erano arrivati nel negozio, che si trova a pochi metri dalla locale stazione dell’Arma, il 38enne li aveva  riconosciuti e con sollievo aveva esclamato: «Maresciallo, sono io!», riconoscendo subito il sottufficiale dell’Arma che l’anno prima lo aveva arrestato per spaccio di stupefacenti.

I militari a quel punto lo avevano bloccato, arrestato e poi portato in caserma.

Negli uffici del comando dell’Arma (dove era stato anche appurato che il taglierino utilizzato dall'uomo era privo di lama), il rapinatore aveva poi raccontato di aver compiuto l’azione criminosa perché, non avendo dove dormire e volendosi allontanare dal giro della droga, voleva trascorrere del tempo in carcere. Lo stesso aveva aggiunto che, per compiere la rapina, aveva scelto proprio Carate Brianza nella speranza di avere nuovamente a che fare con quei militari che, un anno prima lo avevano già arrestato per spaccio, e per i quali aveva provato profonda stima e rispetto.

 

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