Le bollette lievitano, panettieri in ginocchio
Tre attività di Lentate sul Seveso in crisi per il rincaro delle materie prime e il costo di gas ed elettricità.
Bollette che lievitano, panettieri in ginocchio. Grido d'allarme da parte di alcune attività di Lentate sul Seveso.
Bollette che lievitano: "Così rischiamo di chiudere"
«Vedrò le bollette dei prossimi mesi, poi prenderò una decisione. Se la situazione non migliora rischio di chiudere l’attività. Così è impossibile andare avanti». E’ profondamente desolato Wilmer Bertuzzi, 60enne che insieme alla madre Gianna, classe 1936, gestisce la storica attività di famiglia il «Panificio Da Renzo» in via Bellini, a Camnago, dal 1960. Cresciuto tra farine, strutto e ingredienti di primissima qualità, con passione ed entusiasmo ha raccolto l’eredità del padre, portando avanti l’arte della panificazione e offrendo sempre il meglio ai propri clienti.
Costi delle materie prime insostenibili
Nonostante la sua voglia di fare e il supporto costante della madre ottantenne, che anche in questo momento di estrema difficoltà conserva il suo dolce sorriso dietro al bancone, lo sconforto e l’amarezza lo assalgono mentre, dati alla mano, ci elenca i rincari delle materie prime: «In quarant’anni che faccio il panettiere non ho mai visto aumenti così folli. La farina è arrivata a costare più di cento euro al quintale, che diventano 480 per quella utilizzata per il pane ai cereali. Un bidone da 25 chili di strutto con olio è passato da 60 a 115 euro mentre una latta da 15 chili di malto in pasta costa 70 euro. Per non parlare poi delle cifre spropositate delle bollette degli ultimi mesi. Pur non avendo costi di affitto, perché i locali sono di mia proprietà, e nemmeno di personale, se le spese continuano a essere così elevate rischiamo davvero di abbassare la saracinesca. Fortunatamente riusciamo ad avere altri introiti grazie al servizio per alcuni ristoranti della zona e alla vendita online dei nostri cracker, ma siamo davvero al limite».
"In un secolo di attività mai vista una cosa del genere"
«Una situazione disastrosa, tragica» è l’espressione utilizzata anche da Stelio Grassi, che insieme ad altri membri della famiglia tiene le redini del «Panificio Bice» in via San Michele del Carso a Cimnago, che proprio quest’anno ha raggiunto il traguardo dei cent’anni (l'anima del negozio era la madre, Bice Cappelletti, che a gennaio 2022 era stata premiata dall'Amministrazione comunale con la benemerenza civica alla memoria). «In un secolo di attività non ci siamo mai trovati di fronte a una situazione del genere - lo sfogo di Grassi - Al di là dei rincari delle materie prime, sono proprio le bollette da capogiro a spaventarci. Il costo dell’elettricità e del gas è aumentato anche del 200 per cento, è allucinante. E se dovessimo adeguare il costo del pane dovremmo farlo pagare 20 euro al chilo, invece che cinque. Il che sarebbe insostenibile per la clientela. Al momento teniamo duro e non applichiamo alcun aumento al costo dei prodotti. Speriamo che la situazione migliori».
"Bollette stratosferiche, ma abbiamo alzato di pochissimo il costo del pane"
Molto demoralizzata anche Elisa Pegoraro, che un anno e mezzo fa, sfidando la pandemia, insieme al compagno ha aperto la panetteria e pasticceria «Golosità di Stella», in piazza Fiume a Copreno. L’entusiasmo con cui era partita si è però smorzato negli ultimi mesi, quando ha visto le bollette «lievitare». «Gli aumenti per l’elettricità sono iniziati a dicembre, ma all’inizio erano sostenibili, poi da febbraio ho iniziato a pagare il doppio, anche 1.600 euro - conferma - Quando mi è arrivata la bolletta relativa ai mesi di giugno e luglio ho strabuzzato gli occhi: 2.600 euro. Un salasso. E anche se ad agosto ho tenuto chiuso per tre settimane a settembre ho dovuto pagare mille euro». Pegoraro utilizza il forno elettrico «e ovviamente consuma molto, dato che è praticamente sempre in funzione. Abbiamo cercato di contenere i costi producendo solo il minimo indispensabile e togliendo uno dei frigoriferi». Ha alzato, di pochissimo, i costi del pane: «Non ce la sentiamo di penalizzare troppo i clienti, anche perché comprendiamo che anche per loro la situazione non è semplice». Non resta che sperare «che dal Governo arrivino degli aiuti. Altrimenti le conseguenze saranno drammatiche».