Un progetto in memoria di Giacomo per aiutare i bambini e le loro famiglie
Sante Chionchio vuole dare un sostegno ai piccoli con la stessa malattia rara che si è portata via il figlio

«Dicono che un grande dolore, come quello per la morte di un figlio, o ti fa diventare più arido o ti rende più sensibile, invogliandoti ad aiutare chi, come te, sta facendo i conti con questa immane sofferenza, dandogli un sostegno, un supporto, una parola di conforto. Su di me la perdita di Giacomo ha avuto questo effetto, ho avvertito la necessità di ricavare qualcosa di positivo da questa tragedia, dando una mano a chi è in difficoltà. E il mio piccolo mi sta mandando dei segnali, confermandomi che sto seguendo la strada giusta».
Un progetto in memoria di Giacomo per aiutare i bambini e le loro famiglie
Con una serenità disarmante, propria di chi è riuscito nella difficilissima impresa di sublimare il dolore, il consulente finanziario seregnese Sante Chionchio parla del «Progetto Giacomo», che ha preso il via nei giorni di Natale.
E’ dedicato al suo quarto figlio, morto nel novembre 2021, a quasi due anni, nonostante una rarissima malformazione al cervello che i medici giudicavano incompatibile con la vita. La diagnosi di oloprosencefalia era arrivata solo alla 34esima settimana di gravidanza, come una doccia fredda per papà Sante e mamma Susanna Vismara, dato che dai precedenti esami ed ecografie non era emersa alcuna anomalia. La coppia seregnese, a cui inizialmente è cascato il mondo addosso, ha saputo reagire con una forza straordinaria.
«Sapevamo che il destino di nostro figlio era segnato, che non sarebbe vissuto a lungo - spiega Chionchio - Ma la vita merita di essere vissuta in qualsiasi condizione e così abbiamo accudito Giacomo nel miglior modo possibile, garantendogli le cure e l’assistenza necessaria, grazie anche al supporto di Vidas, l’associazione milanese che affianca i malati inguaribili. Pur nella sua breve vita il nostro angioletto ha ricevuto e donato tanto amore. Ci ha sorpreso per la determinazione con cui si è aggrappato alla vita, arrivando a compiere quasi due anni, contro ogni aspettativa».
Una esperienza che ha aperto il cuore di Sante
L’esperienza vissuta, invece che chiuderlo nel dolore, ha aperto ancora di più il grande cuore di Sante, che ha deciso di mettersi a disposizione, di diventare, come lui si definisce, «uno strumento», per aiutare i bambini affetti dalla stessa malformazione o da altre patologie gravi come quella di Giacomo «e anche le loro famiglie, perché accudire un figlio in queste condizioni ti impone di riorganizzare tutta la tua vita, a livello familiare e lavorativo, e non è di certo semplice».
L’idea iniziale, che Chionchio non esclude di portare avanti, era quella di creare un’organizzazione come Vidas anche nell’area di Monza, «ma si tratta di un progetto molto ambizioso». Poi, a settembre, una curiosa coincidenza, che lui e la moglie hanno letto come un segnale.
Il progetto
«Una domenica abbiamo avvertito in modo forte la presenza di Giacomo - racconta - Il giorno dopo un mio cliente mi ha parlato del progetto Casa Fiorita, promosso all’interno del consultorio “La famiglia” di Milano da una mamma di Bologna per dare ascolto ai genitori che hanno vissuto la perdita di un figlio. Ciò che più mi ha colpito è che anche il suo bimbo si chiamava Giacomo». Improvvisamente, in modo nitido, «ho capito che era questa la strada che dovevo intraprendere. Grazie ai miei contatti, molto numerosi anche per via del mio lavoro, sono riuscito a far decollare il progetto e a raccogliere fondi. Ora, attraverso il consultorio “La famiglia”, bisognerà individuare la struttura in cui realizzare un piccolo centro di accoglienza per bambini con gravi e rare patologie come quella di Giacomo, un luogo di ascolto in cui i loro genitori possano trovarsi a proprio agio, ricevere conforto e confrontarsi con chi ha attraversato o sta attraversando la loro stessa situazione, per avere dei consigli. E’ fondamentale capire che non si è soli».
La sua concreta voglia di aiutare ha innescato una catena di solidarietà, con sempre più persone che desiderano dare un contributo: «Mi piace immaginare che il mio entusiasmo e la gratitudine che provo verso chi crede in questo progetto possano generare, in tutti quelli che mi seguono e mi seguiranno, la voglia di fare qualcosa di bello e di utile per chi ha bisogno».
(nella foto di copertina Sante Chionchio con il figlio Giacomo, morto nel novembre 2021 a causa di una rarissima malformazione al cervello)