Il personaggio

"Sogno una Arcore smart per i non vedenti"

La ballerina non vedente Valentina Bertani insegna danza e collabora col sindaco Maurizio Bono per abbattere barriere e... pregiudizi

"Sogno una Arcore smart per i non vedenti"
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Nessuno lo aveva mai realizzato prima, unire la danza alle disabilità visive. Ma ora l’arcorese Valentina Bertani, 45 anni, insegnante di ballo non vedente, dopo aver fondato una scuola, sta cercando di realizzare un altro sogno: rendere la sua Arcore più accogliente e con meno barriere per i non vedenti grazie alla collaborazione che ha instaurato da qualche mese con il primo cittadino.

La sua storia

Una straordinaria storia quella di Valentina, volto conosciuto in città per aver presenziato, come ospite d’onore, accanto al sindaco Maurizio Bono, alla cerimonia di conferimento delle civiche benemerenze prima di Natale.
La cecità non le ha impedito di realizzare il suo sogno. Era una bambina quando ha indossato per la prima volta le scarpette e il tutù.

La musica e il ritmo li aveva nel sangue e dopo le prime esperienze nella danza classica si è avvicinata a quella moderna. Come tante bambine degli anni Ottanta è cresciuta con il mito di Heather Parisi: ha così scoperto, oltre alla danza moderna, anche il jazz (dove è riuscita a trovare la sua dimensione), il latino americano, il pop e le danze orientali. Giovane ha iniziato ad insegnare danza, prima ai bimbi e poi agli adulti.

I problemi alla vista

Ma intanto i problemi di vista si sono aggravati e, dopo la prima gravidanza, ha dovuto interrompere quella che, per lei, era (ed è) vita: la danza. Complice anche il lockdown, però, non solo è tornata ad insegnare, ma ha raggiunto anche il traguardo ossia essere la prima donna non vedente ad aver conseguito il diploma di insegnante di danza con la tecnica Simonson. Un fiore all’occhiello per l’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Monza dove Valentina – insieme alle altre due insegnanti Virginia Fumagalli e Cinzia Manzoni – aveva dato vita al progetto "Svista Dance", per avvicinare al mondo della danza anche le persone con disabilità visiva. Perché, anche se non ci si vede è possibile muoversi in modo armonioso nello spazio, e vivere quel senso di estrema libertà che il ritmo riesce a dare.

Il viaggio a Barcellona

"Durante l’emergenza sanitaria grazie a Virginia e Cinzia mi sono rimessa in gioco - spiega Valentina - Abbiamo  iniziato a cercare in rete se ci fosse qualcosa simile al nostro progetto di Svista Dance. Se c’erano già risultati su quel fronte. E abbiamo scoperto che un progetto simile era stato avviato con successo in Brasile. Così siamo partite, armate di tanto coraggio e di entusiasmo, certe che la danza avrebbe aiutato le persone con disabilità visiva ad uscire di casa, a socializzare e magari, come nel nostro caso, avrebbe cambiato la vita anche a qualcuna di loro".

Il metodo Simonson

Poi la scoperta del metodo Simonson, un metodo molto in voga negli Stati Uniti ma ancora poco conosciuto e praticato in Italia, basato su una tecnica che permette a tutti di danzare.

"Da 3 a 100 anni - ha spiegato Valentina - Perché, a differenza di altri metodi è molto rispettoso del corpo e non sovraccarica l’apparato muscolo scheletrico. Si impara a muoversi in modo corretto senza caricare sui legamenti. Così anche chi ha superato gli anta e vuole avvicinarsi alla danza può farlo senza problemi".

Valentina è una tosta: la cecità non le ha impedito di proseguire nella sua passione. Durante il lockdown si alzava all’alba per seguire online le lezioni. Poi ad aprile un volo a Barcellona per i corsi in presenza: tante lezioni, non solo di danza, ma anche di anatomia e biologia. Superato l’esame, l’inizio di una nuova avventura: come ballerina, come insegnante e come donna.

"Purtroppo, soprattutto nel mondo della danza, esistono ancora tanti pregiudizi. Il sogno è quello di insegnare nelle scuole".

"Sogno una Arcore più accogliente"

Tanti i progetti sui quali Bertani sta lavorando a stretto contato con Bono.

"Insieme abbiamo visitato la biblioteca per ciechi Regina Margherita di Monza e da lì è nata l’idea di rendere anche la nostra struttura di via Gorizia accessibile per le persone che hanno problemi come me e non solo - ha continuato Bertani - Per esempio l’ascolto di un audiolibro può essere utile anche per una persona anziana. I semafori ubicati sugli attraversamenti pedonali devono essere dotati di dispositivi sonori che faciliterebbero la mobilità anche degli anziani. Oppure anche i manifesti affissi sulle bacheche della città potrebbero essere dotati di QRcode per facilitare una lettura del contenuto attraverso un audio. Insomma tutte piccole cose che, però, migliorerebbero di molto la qualità della vita. Insieme stiamo anche organizzando un evento per la prossima primavera, ma non voglio anticipare nulla. Sarà una sorpresa per tutta la città".

La soddisfazione del sindaco

"Mi sono accorto che sul tema delle barriere architettoniche e, nello specifico, degli ostacoli che incontrano le persone non vedenti, siamo indietro anni luce - ha spiegato Bono - Sono andato a controllare molti piani edilizi delle precedenti opere pubbliche e, purtroppo, non contenevano prescrizioni riguardanti la realizzazione di aiuti visivi per persone non vedenti. Attualmente solo le banchine della stazione ferroviaria e un tratto di marciapiede di via Roma sono dotati di percorsi tattili. Ringrazio Valentina che mi sta dando una grossa mano".

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