Incidente mortale in cantiere, quattro imputati a processo
Dovranno rispondere di omicidio colposo per la morte dell'operaio Flavio Bani.
Quattro imputati di concorso in omicidio colposo sono comparsi davanti al giudice del Tribunale di Monza per la morte di Flavio Bani, l'operaio 50enne caduto da un'altezza di circa quattro metri, a seguito della quale aveva riportato un trauma cranico che purtroppo si era rivelato fatale.
Incidente mortale in cantiere
Il fatto, avvenuto a Meda, risale a febbraio 2019: trasportato in elicottero al Niguarda di Milano, il lavoratore, residente a Ghisalba, in provincia di Bergamo, era purtroppo deceduto per la gravità dei traumi riportati. L’uomo era impegnato nel cantiere per la costruzione dell’Istituto Auxologico di Meda, per conto di una ditta del milanese, ed era caduto mentre si trovava su una scala, per effettuare lavori sulla copertura dell’edificio. Al processo si sono costituiti parte civile la moglie e i due figli di 26 e 18 anni.
Una serie di subappalti
Dell’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Vincenzo Fiorillo, devono rispondere l’amministratore unico della società affidataria dei lavori nel cantiere edile per la realizzazione del centro sanitario, un milanese 44enne, il direttore tecnico del cantiere appartenente alla compagnie affidataria dell’opera, che aveva subappaltato alcuni interventi ad un’altra impresa edile la quale, a sua volta aveva subappaltato ulteriormente alla srl di cui l’operaio era dipendente. In relazione a questi subappalti sono finiti sotto processo il titolare e l’amministratore unico delle due società.
Imperizia e negligenza
Secondo le contestazioni della Procura brianzola, a carico degli imputati si ravvisano profili di responsabilità penale, per imperizia e negligenza, oltre che per la violazione della normativa per la prevenzione degli infortuni sul lavoro in relazione alla circostanza di "non avere adeguatamente assicurato o trattenuto la scala utilizzata dal lavoratore, non adottando tutte le precauzioni necessarie per garantirne la stabilità". Non solo, viene contestato loro di "non avere attuato quanto disposto dal Piano di sicurezza e coordinamento in materia di rischio di caduta dall’alto", che avrebbe previsto, per quell’intervento, "l’utilizzo di un trabattello". Gli imputati contestano l’impianto accusatorio e si professano innocenti. Il processo dovrebbe entrare nel vivo a marzo, mese in cui è stata fissata la prossima udienza.