Vimercate

Oreno si ferma per l'ultimo saluto a uno dei suoi padri

Le esequie di Mario Motta, storico e colonna della parrocchia e diverse associazioni, morto a 100 anni.

Oreno si ferma per l'ultimo saluto a uno dei suoi padri
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Erano tante le persone che nella mattinata di oggi, giovedì 20 luglio, hanno preso parte nella chiesa di San Michele Arcangelo, a Oreno di Vimercate, alle esequie di Mario Motta.

Si è spento ad un passo dai 101 anni

Esperto di storia locale, fondatore e tessera numero 1 del Circolo culturale orenese (che organizza la rinomata Sagra della Patata di Oreno), responsabile a lungo dell'archivio parrocchiale, anima della Filodrammatica, e molto altro, Motta si è spento martedì 18 luglio ad un passo dal traguardo dei 101 anni (li avrebbe compiuto lunedì prossimo, 24 luglio).

Ad officiare la funzione il responsabile di San Michele don Eugenio Calabresi, che ha avuto parole di affetto per l'amico Mario.

"La vita di Mario, che ha vissuto quasi 101 anni, è stata intensa, fruttuosa, piena di opere buone. Una vita vissuta pienamente. Mario ha vissuto tante relazioni intense nelle varie associazioni (il Circolo culturale orenese, la Filodrammatica, l'Ausonia), in parrocchia, nel lavoro, nella politica, nella famiglia. Oggi vogliamo vedere questo evento doloroso con gli occhi della fede, quella stessa fede che Mario ha sempre vissuto con profondità e serenità. Una fede autentica, capace di guidare ogni sua scelta, ogni suo pensiero. In 100 anni quante persone, quanti volti ha incontrato, ha conosciuto. Ora li ritrova e ritrova soprattutto la sua mamma che aveva dovuto salutare troppo presto. Portava sempre nel cuore le sue ultime parole che, lui bambino, gli aveva rivolto: "Fai il bravo".

"Per molti è stato un padre, oggi siamo un po' orfani"

"Mario per molti è stato un padre pur non essendolo mai stato biologicamente - ha proseguito don Eugenio - Molti, forse tutti, ricordano una sua parola, un esempio, un consiglio da lui ricevuto. Mario è stato un padre soprattutto per il suo paese perché ha dato vita a iniziative e manifestazioni che ancora oggi sono vive. Mario è stato un uomo di cultura, alla costante ricerca del bello. Un uomo di cultura che ha saputo raccontare con semplicità la bellezza della storia del suo paese e non solo. Anche ultimamente, quando in segreteria parrocchiale avevamo bisogno di quale informazione su un personaggio o di un documento storico, dicevamo: "Cerchiamo nell'archivio di Mario". Sappiamo che Mario resterà accanto a noi; però oggi ci sentiamo un po' orfani perché stiamo salutando un padre, un uomo di cultura, un uomo fedele".

Mario Motta, fondatore Circolo culturale orenese, con Mara Balconi, attuale presidente

Il ricordo del Circolo culturale orenese

Commosso anche il ricordo letto al termine della funzione da Mara Balconi, presidente del Circolo culturale orenese che Mario Motta aveva fondato più di mezzo secolo fa.

 

 

 

 

 

"Sazio di giorni per ben 101 anni, Mario Motta, percorrendo la strada di ogni uomo sulla terra, è ritornato là dove era partito, dal Padre. Ricordare è pensare, rivivere un vissuto pieno di sorprese... Mario è tra i fondatori e primi soci del Circolo, aveva la tessera n.1. Sfogliando i numerosi numeri unici pubblicati in occasione della Sagra della Patata, lo ritroviamo autore di molti articoli attraverso i quali ci ha fatto conoscere le nostre origini, i luoghi, la vita e i costumi della nostra gente. Ha sposato, sin dall'inizio, l'originalità e l'essenzialità del progetto della Sagra, ciò che ha dato dignità all'azione del Cco; ha conservato un costante impegno per un arricchimento personale, ma cosciente di essere stato artefice della cultura della propria comunità. In occasione del compimento dei 100 anni, il Cco gli conferì copia della tessera n.1 come socio onorario, un atto di riconoscenza per il prezioso apporto culturale. Mario, persona straordinaria, mai sopra le righe. Grazie, ci mancherai".

La Filodrammatica

Tra i ricordi anche quello della Filodrammatica orenese, altra associazione che deve tanto a Mario Motta. Tra gli impegni prossimi della compagnia anche la volontà di reintrodurre le commedie in dialetto, altra grande passione di Motta.

Al termine delle esequie, il feretro è stato trasferito nel cimitero del borgo.

 

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