Addio all'ultimo grande maestro del "firlinfeu"
Si è spento a 90 anni Camillo Brambilla, di Bernareggio, cultore dei tradizionali fluati di Pan rinomati in tutta la Brianza
Addio all'ultimo grande maestro del "firlinfeu". Si è spento ieri, venerdì 28 luglio, all'età di 90 anni Camillo Brambilla, residente a Bernareggio e artigiano conosciuto in tutta la Brianza (e non solo) per i suoi iconici strumenti a fiato.
Addio all'ultimo grande maestro del "firlinfeu"
In oltre sei decenni di attività ha realizzato migliaia di pezzi unici la cui straordinarietà è stata riconosciuta in ogni dove. Tanto da renderlo l’indiscusso maestro dei "firlinfeu". Dalle mani di Camillo Brambilla sono passate storia e tradizione, perfettamente plasmate per dare vita a questi particolari strumenti a fiato che nel resto d’Italia sono noti come flauti di Pan. Non nel suo laboratorio, nel cuore della "Curt di Burela" di via Leoni, dove le sue creazioni prendevano il nome di "firlinfeu" appunto. Il maestro Brambilla è nato proprio qui, nel 1933, da una famiglia di contadini e artigiani.
Quattro generazioni di artigiani
Più che una casa, un tempio e un museo, all’interno del quale sono custoditi autentici pezzi di storia, testimoni di una passione e di un’arte che i Brambilla si sono tramandati per generazioni.
"Almeno quattro, ma non escludo che il bisnonno Luigi avesse imparato a farli dai suoi antenati - ci aveva raccontato il signor Camillo due anni fa, in occasione di un’intervista per mostrarci l’ultimo lavoro realizzato - Nonno Alessandro è andato avanti con l’attività, così come mio papà, anche lui Luigi, da cui poi ho imparato il mestiere. Ho tramandato la tecnica a un paio di ragazzi, ma di fatto sono l’ultimo discendente della tradizione originale".
I "firlinfeu"
I "firlinfeu" dei Brambilla sono sempre stati prodotti in casa, in maniera artigianale e nel tempo libero, fuori dall’orario di lavoro. E ancora oggi, a distanza di due secoli, la "ricetta" è rimasta sempre la stessa. Il materiale per realizzarli è tutto brianzolo. A chilometro zero, si direbbe oggi.
"La materia prima è la canna dolce, che nella nostra zona tra Bernareggio, Aicurzio, Usmate e Imbersago si trova in grandi quantità - spiega - All’epoca chiedevamo ai contadini di lasciarle crescere in alcune parti dei loro appezzamenti. Poi andavamo a raccoglierle, ma solo in primavera, dopo che i rigori dell'inverno ne avevano temprato il legno. Ne si facevano fascine e le si lasciava sul posto all'aperto, esposte agli agenti atmosferici. Solo a settembre si potevano ritirare e, come oggi, si faceva in modo che non si bagnassero più. Grazie a questo trattamento il legno diventa robusto, ma anche adatto a produrre un suono".
Una maestria richiestissima
Ancora oggi i suoi flauti sono richiestissimi e vanno letteralmente a ruba in tutta la Brianza, così come nel Lecchese, nella Bergamasca e nel Comasco, dove esistono molti gruppi musicali folkloristici che ne fanno uso. Nella bottega di Brambilla si trovano esemplari di ogni età, dall’Ottocento a oggi: e, qualcuno di essi, il maestro lo ha anche spedito in Inghilterra, su domanda di alcuni collezionisti rimasti affascinati da un lavoro che sembra provenire da un passato solo all’apparenza così lontano.
I funerali
Nel 2015 Camillo ricevette anche l'ambita benemerenza da parte dell'associazione "Amici della Storia della Brianza" . I funerali saranno celebrati lunedì pomeriggio alle 15 nella chiesa parrocchiale di Bernareggio, a pochi passi dal suo piccolo grande regno in via Leoni dove il suo ricordo e il suo straordinario lavoro al servizio della musica brianzola non saranno mai dimenticati.