"Ciao, Marco": Basilica gremita per l'ultimo saluto al 18enne morto nel sonno
Una folla di parenti, docenti, compagni di classe ed amici si è stretta intorno a papà Benvenuto, mamma Duangchai
Una folla commossa. Tanti, tantissimi ragazzi hanno gremito oggi, giovedì 7 settembre, la Basilica romana minore di Besana in Brianza per l'ultimo saluto a Marco Crippa, lo studente morto nel sonno nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana, a soli 18 anni.
Chiesa gremita per l'addio
Davanti all'altare, la bara di legno chiaro, coperta di fiori bianchi. Accanto i genitori di Marco - papà Benvenuto, mamma Duangchai - i parenti, gli insegnanti, i compagni di classe dell'Istituto "Gandhi" di Villa Raverio e uno stuolo di amici.
Sono stati il parroco don Mauro Malighetti e il coadiutore don Fabrizio Vismara a concelebrare il rito funebre questo pomeriggio. A don Fabrizio il difficile compito di trovare le parole adatte per cercare di lenire il dolore che si leggeva sui giovani volti presenti. Don Fabrizio che conosceva Marco "fin da bambino".
"I cristiani - ha spiegato durante l'omelia - credono in un Dio che piange, che muore, che risorge". Il sacerdote ha ripreso la domanda che Gesù porge a Marta davanti al sepolcro di Lazzaro: chi crede in me, anche se muore, vivrà. Credi questo?. "Oggi conta tenere aperta questa domanda - ha detto don Fabrizio - Le risposte si troveranno piano piano".
Le parole del trapper
Il coadiutore si è poi fatto aiutare dai versi dell'ultimo album di Tedua, trapper che a Marco tanto piaceva: "Sopravviverò al dolore, lo portеrò per ore finché poi scivolerà come la pioggia sul giaccone". Un dolore, quello provocato dalla morte del 18enne, da "affrontare insieme".
Al termine della cerimonia è stata la volta dei ricordi di chi voleva bene a Marco. Dai docenti del "Gandhi", ai compagni della scuola primaria fino all'amico fraterno.
"Ti abbiamo voluto bene", ha garantito la sua professoressa, ricordandone la dolcezza, la gentilezza, la delicatezza, il sorriso.
Prima del viaggio verso il cimitero cittadino, sono stati liberati in cielo palloncini bianchi. L'ultimo saluto a un ragazzo che un'intera comunità porterà sempre nel cuore.