«Lasciato sei ore in Pronto soccorso, così mio papà ha rischiato di morire»
Le lamentele della figlia di Primo Nespoli, ex capogruppo degli Alpini di Seveso, dopo quanto accaduto all’ospedale di Desio. La replica di Asst Brianza: «Attesa utile per avere un quadro clinico corretto»
«Mio papà è rimasto sei ore al Pronto soccorso prima di essere visitato. Poi si è scoperto che aveva in corso una sepsi con conseguente shock settico».
A raccontare quanto accaduto è Paola Nespoli, marianese, figlia di Primo Nespoli, 84enne di Barlassina molto conosciuto anche a Seveso, dove per tanti anni è stato capogruppo degli Alpini e ora è vicecapogruppo.
«Lasciato sei ore in Pronto soccorso, così mio papà ha rischiato di morire»
«Martedì 26 settembre ha iniziato a non sentirsi bene, accusando un po’ di nausea e un dolore alla schiena. Papà fa parte degli Alpini di Seveso, pensavamo fossero acciacchi legati a qualche piccolo lavoretto che aveva fatto in sede - racconta la figlia - Mercoledì però ha iniziato a stare molto male, con la febbre che si è alzata fino a 39,5. Dopo aver sentito il medico di base abbiamo chiamato l’ambulanza».
L’uomo è quindi stato trasportato all’ospedale Pio XI di Desio. «Siamo arrivati in Pronto soccorso intorno alle 10.30 e papà è stato messo su una barella - prosegue - A me è stato detto di rimanere in sala d’attesa, ma facevo avanti e indietro per chiedere novità. Ogni volta che lo vedevo peggiorava. Intorno alle 13.30 mi sono accorta che era tutto bagnato ed è stato cambiato solo su mia richiesta. Verso le 15, ancora senza essere visitato, sempre con la febbre altissima, faticava a parlare e mi ha chiesto di avere dell’acqua. Anche in questo caso sono stata io a chiedere un intervento. Finalmente, dopo sei ore di attesa, alle 16.40 un dottore è arrivato a visitarlo».
Gli esami
Sono quindi scattati gli esami di routine, seguiti da ecografica al rene e tac. «Alle 20 è finito in Rianimazione, bombardato di antibiotici, per una sepsi renale causata da un minuscolo calcolo che ostruiva l’uretra e conseguente shock settico. E’ quindi stato portato in sala operatoria e il medico ci ha spiegato che, viste le condizioni in cui era, non sapeva se sarebbe riuscito a superare l’intervento».
Ora è fuori pericolo
Dopo diverse ore di apprensione, fortunatamente Nespoli ora è fuori pericolo, anche se il percorso di guarigione sarà lungo e dovrà tornare sotto i ferri per la rimozione del calcolo.
"Capisco l’intasamento del Pronto soccorso e la mancanza di personale, ma non accetto che si possa lasciare una persona, in quelle condizioni, su un barella, senza nessun tipo di attenzione - conclude Paola Nespoli - Farò sicuramente segnalazione all’ospedale e scriverò le mie lamentele a Regione Lombardia. Faccio invece un ringraziamento a tutto il personale della Rianimazione che si è preso cura di mio papà con grande profesionalità".
La replica dell’Asst della Brianza: «Attesa utile per avere un quadro clinico corretto»
«Un’attesa utile per avere un quadro clinico corretto e poi intervenire». Questo il messaggio dell’Asst della Brianza in risposta alle critiche mosse dalla famiglia di Primo Nespoli, 84 anni, arrivato martedì 26 settembre al Pronto soccorso dell’ospedale di Desio e operato in serata per una sepsi renale con conseguente shock settico.
«Il paziente - ha specificato l’azienda sanitaria - è arrivato in Pronto soccorso alle 11 ed è entrato in sala operatoria alle 19. Prima ha effettuato una serie di esami, non è mai stato abbandonato a se stesso. Quando è arrivato in ospedale i suoi parametri erano stabili, tanto è vero che gli è stato assegnato un codice azzurro. Dopo quattro ore è stata fatta una nuova valutazione e il chirurgo ha richiesto alcuni esami. Tutte queste valutazioni hanno portato all’ingresso in sala operatoria. Abbiamo sempre un’attenzione particolare su pazienti anziani e con più patologie, come in questo caso».
L’Asst nell’intervenire in merito al caso ha tenuto a ribadire di aver garantito a Nespoli «massime cure e attenzione».
(nella foto di copertina il papà di Paola Nespoli, Primo Nespoli, 84enne di Barlassina)