In sedia a rotelle per una malattia rara, Alessia scrive alla premier
La 23enne chiede a Giorgia Meloni di rendere accessibile in Italia un farmaco americano che rallenta l’Atassia di Friedreich
Una lettera rivolta direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’autrice è Alessia Corvaia, 23 anni, residente a Nova Milanese, studentessa di Psicologia, che da otto anni combatte contro l’Atassia di Friedreich, una malattia che colpisce una persona su 40mila e che impedisce di compiere i gesti più semplici come parlare o camminare.
In sedia a rotelle per una malattia rara, Alessia scrive alla premier
Alessia da otto anni è costretta su una sedia a rotelle, ma lei, mamma Katia e le sorelline non si sono mai arrese. Ora la giovane novese ha deciso di scrivere alla presidente del Consiglio. Perché da febbraio negli Stati Uniti è stato approvato un farmaco che rallenta la velocità di progressione della malattia.
«Sono un po’ imbarazzata, non so di preciso cosa dire o se scrivo in maniera corretta nel caso chiedo scusa in anticipo ma non sono brava a esprimermi – scrive Alessia nella sua lettera – Mi chiamo Alessia Corvaia sono nata il 27 giugno 2000 e ho 23 anni, vivo a Nova Milanese con mia madre, il suo compagno e le mie tre sorelle più piccole di me e sono una studentessa universitaria. La mia vita ha ricevuto una sorpresa otto anni fa nel 2015 quando in seguito a degli accertamenti perché stavo male mi è stata diagnosticata l’Atassia di Friedreich. Da quel giorno non sono stata più la stessa. Si può vivere, ma non sarà mai come prima. Puoi trovare la felicità in altre cose, ma non dimenticherai mai quello che avevi prima: con il tempo ho capito che le malattie come la mia ti portano via un pezzo alla volta non dandoti troppa scelta».
Un racconto a cuore aperto
Alessia si racconta a cuore aperto:
«Non sono mai stata una ragazzina troppo espansiva, ma con la malattia mi sono chiusa ancora di più e i sogni che avevo nel mio futuro sono stati portati via. Sognavo di diventare un medico interno o un chirurgo d’urgenza ma con la diagnosi quel sogno è diventato impossibile. Per diplomarmi ho fatto molta fatica, ho cambiato due scuole pubbliche e alla fine sono andata in una privata, perché non mi trovo bene in mezzo alla gente o agli altri della mia età. Non riesco a socializzare, a fare amici e come ho preso il diploma mi sono chiusa in casa. Dopo due anni ho iniziato a frequentare l’università da casa anche se non è facile e non sempre riesco a studiare».
La malattia ha complicato tutto, da qui l’appello alla Premier:
«La carrozzina mi ricorda che io non sono come tutti ed è per questo che ti chiedo aiuto Presidente Meloni. Perché è difficile ed è inutile dire il contrario. Vorrei semplicemente alzarmi ed essere come tutte le altre: una qualsiasi ragazza di 23 anni che deve andare a lavorare, avere la macchina, progetti per il futuro. Fare tutto ciò che fanno le ragazze della mia età e che io mi sto perdendo: aiutami a rendere possibile ciò che ho sempre pensato fosse impossibile – prosegue la giovane - In tutti questi anni ho sempre detto a mia madre e a tutti che non volevo mettermi in mostra perché ho difficoltà a credere nella gentilezza e nell’altruismo degli altri, ho sempre subito cattiverie e prese in giro e ciò mi ha portato ad avere difficoltà a credere negli altri. Però voglio credere che al giorno d’oggi ci sia ancora qualcuno disposto ad aiutare».
L’obiettivo che si pone Alessia è di sensibilizzare e fare in modo che il farmaco utilizzato negli Stati Uniti possa essere accessibile anche in Italia: «Spero che mi possa aiutare. Vorrei soltanto far conoscere la problematica per riuscire ad ottenere lo sblocco del farmaco anche qui in Europa e non solo all’estero. Date a me e a chi come me ha voglia di vivere una speranza!»