Forza Diego, sei un guerriero
Operato a soli 13 anni per un tumore al cervelletto, è tornato nella sua casa di Camnago
Un tumore al cervello a soli 13 anni, il mondo crollato addosso e una vita cambiata per sempre. Ora, però, Diego Vergani è tornato a casa, ha abbandonato la carrozzina e quella vita punta a riprendersela, con la stessa voglia di lottare con cui ha combattuto la malattia.
Forza Diego, sei un guerriero
Diego vive con papà Marco, mamma Francesca D’Amico e la sorella Viola, di due anni più grande, a Camnago, ma frequenta la terza media a Barlassina, dove ha vissuto fino a pochi anni fa. E proprio la mamma racconta cosa è successo:
«Tutto risale allo scorso aprile, quando Diego lamentava alcuni problemi alla vista. Sembrava niente di che, ma alla fine abbiamo deciso di portarlo a Legnano, presidio oculistico pediatrico d’eccellenza. Dopo gli esami non è stato rilevato nulla. Anche a mio papà però, Diego non sembrava essere il solito. Abbiamo voluto quindi altri pareri. Siamo andati a Bosisio Parini, ma hanno continuato a dirci che non c’erano problemi. Per trovare una spiegazione, alla fine ci è stato suggerito di portarlo all’istituto Besta di Milano - spiega - Il 26 settembre è stata eseguita la risonanza: tumore al cervelletto, grande quanto il cervelletto stesso. Più un edema che lo avrebbe mandato in coma. Sono tumori che non danno segnali e per questo nessuno se ne era accorto. Ci è crollato il mondo addosso».
L'intervento
Diego è stato operato il 4 ottobre, un intervento lunghissimo. A operarlo tre equipe guidate dal primario dell’istituto Besta, Francesco Di Meco e dal vice primario Cecilia Casali. E’ rimasto due giorni in Terapia intensiva e dopo poco più di tre settimane, il 28 ottobre, è tornato a casa.
«Dopo poco tempo ha voluto lasciare la carrozzina e camminare con il deambulatore. E’ un bravo ragazzo, determinato, che va bene a scuola ed è appassionato di musica e sport - racconta la madre - Ha la mia stessa caparbietà e la mia identica cocciutaggine. Quella che mi ha portato a fargli fare nuovi esami e scoprire cosa davvero aveva. Altrimenti lo avremmo trovato un giorno a letto senza vita».
Ora, per riprendersi al meglio, Diego deve affrontare una terapia psicologica e dovrà essere aiutato da un fisioterapista:
«Ci hanno spiegato che questa fascia d’età è molto delicata. Abbiamo ricevuto aiuti da persone che non ci aspettavamo – afferma la mamma – Ringraziamo tutto il personale medico che si è adoperato, ma è anche grazie alla sua pediatra e al dottor Pirovano, farmacista di Meda, di dove io sono originaria, che siamo riusciti a trovare le persone giuste che potranno seguire Diego nel suo percorso di riabilitazione».
Non tutto il tumore è stato asportato, ma sembra esserci motivo per poter sorridere: «Parte del tumore è rimasto attaccato a dei nervi che se fossero stati toccati lo avrebbero reso un vegetale. Abbiamo ricevuto l’esame genetico: in futuro Diego potrà nel caso seguire una cura che non prevede né chemioterapia né radioterapia. Da poco più di un mese questa cura è diventata protocollo ospedaliero».
Ora è tornato a casa
E ora, tornato a casa, Diego sta provando a reagire.
«Non è semplice. Di punto in bianco ha voluto lasciare la carrozzina per usare il deambulatore. Talvolta piange, si chiede perché sia successa a lui una cosa del genere. Deve però capire che lottando può continuare a farcela e a vincere la sua partita - prosegue la madre - E’ durissima. Per lui e per noi. Il problema non riguarda solo noi genitori e sua sorella Viola, ma anche i suoi nonni, a cui Diego è molto legato. L'aiuto di mio suocero Fiore che tutti i giorni lo sostiene e lo guida a ricominciare a vivere è fondamentale». Un momento duro per tutti: «Il periodo più complicato è stato a fine settembre, dopo la risonanza - spiega la sorella - Oltre al giorno dell’operazione. Ho cercato di farmi forza». Aggiunge la mamma: «E’ stata proprio brava. Ha dimostrato grande maturità in un momento durissimo».
E nel percorso riabilitativo di Diego bisognerà poi pensare anche a quella che sarà la ripresa scolastica.
«Ci stiamo guardando intorno anche in vista di quella che sarà la sua scelta per le superiori. Servirà una struttura adatta a lui - spiegano i familiari - Nel frattempo le sue insegnanti gli sono molto vicine. Ci hanno spesso contattato e sono venute anche a casa a trovarlo per vedere come stava». A far visita a Diego sono andati anche tanti amici, alcuni volontari della Protezione Civile di Barlassina e il comandante della Polizia Locale Giovanni Ranno. Anche il sindaco Piermario Galli avrebbe voluto andare a fargli visita ma ha dovuto posticipare per motivi di salute.
Adesso dunque è tempo di risollevarsi:
«Spero che la storia di Diego possa essere d’input per tante persone - conclude mamma Francesca - Ho sentito una voce dentro di me che diceva di non fermarmi fino a che il problema non fosse risolto. Mi auguro che altri genitori capiscano che non bisogna rassegnarsi. Ora ci vorrà tempo e dedizione, ma vedendo quella che era la situazione qualche mese fa, sono finalmente tornata a sperare».