Ilaria Salis, Monza si mobilita per chiedere il rimpatrio
Il padre Roberto intanto è a Roma: "Totale mancanza di collaborazione. L’unico rimasto a difendere mia figlia, trattata come una pallina da ping pong, sono io"
Oltre 350 persone in piazza questa sera, lunedì, per chiedere a gran voce il rimpatrio di Ilaria Salis, la maestra 39enne di Monza detenuta da quasi un anno in Ungheria.
Monza in piazza per Ilaria Salis
E' partito pochi minuti fa da largo Mazzini il corteo pacifico, armato di fiaccole e senza bandiere di partito, che arriverà fino in piazza Roma.
Molti i monzesi - ma non solo - che si sono dati appuntamento per chiedere la liberazione dell'insegnante di 39 anni che dallo scorso febbraio si trova detenuta in un carcere di Budapest dopo essere stata arrestata con l'accusa di aver aggredito un manifestante di estrema destra a un raduno.
A rispondere all'appello oltre ai partiti di Centrosinistra e Più Europa - rigorosamente senza bandiere - anche la Cgil, Cisl, Uil e Anpi di Monza e Brianza. In piazza anche l'ex sindaco Roberto Scanagatti.
Il padre di Ilaria, Roberto Salis, non ha potuto partecipare in quanto si trova ancora impegnato a Roma per alcuni incontri con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e con il Guardasigilli Carlo Nordio.
Abbiamo riscontrato la totale mancanza di collaborazione - ha dichiarato - Abbiamo avanzato proposte che non sono state giudicate percorribili. L’unico rimasto a difendere mia figlia sono io. Non vedo malafede ma un metodo di lavoro inaccettabile. C’è un rimpallo di responsabilità, ma la pallina da ping pong è mia figlia
Presente anche la presidente del Consiglio comunale Cherubina Bertola, le donne islamiche, molti esponenti politici arrivati da tutta la Brianza e anche il capogruppo di Civicamente Paolo Piffer. In piazza Roma è arrivato anche il sindaco Paolo Pilotto.
La vicenda del 2023
Il fatto risale all'11 febbraio 2023 durante un raduno (definito "Giorno dell'onore") che richiama ogni anno a Budapest centinaia e centinaia di nazifascisti da tutta Europa
Alle formazioni di estrema destra si erano poi contrapposti i gruppi antifascisti - anche in questo caso arrivati da tutto il continente - e tra di loro c'era anche Ilaria Salis.
Inevitabile, quindi, lo scoppio dei tafferugli. L'italiana era stata arrestata poco dopo mentre si trovava in taxi con altri due manifestanti.
Dopo l’arresto, la 39enne era stata portata in un carcere di massima sicurezza. A sollevare l'indignazione erano state anche le immagini dell'insegnate - con polsi e caviglie ammanettate e tenuta con una catena legata alla vita - all'ingresso nell'aula del tribunale dove si sta svolgendo il processo.
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