Accade a Lissone

Clamoroso, l'opposizione non parteciperà più al Consiglio comunale

Le minoranze non hanno mandato giù il nuovo regolamento che "ghigliottina" interventi e taglia i minuti di discussione

Clamoroso, l'opposizione non parteciperà più al Consiglio comunale
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Una notizia che ha del clamoroso. A Lissone le minoranze hanno deciso, all'unanimità, di non partecipare più ai lavori del Consiglio comunale.

Clamoroso, opposizioni via dal Consiglio

Dopo l'approvazione del nuovo regolamento del Consiglio comunale, che limita fortemente i tempi di interventi di tutti gli eletti e che da un taglio al numero di consiglieri che potranno parlare in sede di comunicazioni, i gruppi di opposizione ora fanno quadrato.

Oggi, giovedì 16 maggio, tutti i gruppi consiliari di minoranza hanno deciso unilateralmente di non partecipare più ai lavori di Consiglio e Commissioni dopo il via libera al nuovo testo.

Le posizioni

Critici tutti i gruppi. Dal Partito democratico a Prima Lissone, da Lissone al Centro a Vivi Lissone, passando per il Listone e il gruppo dei Riformisti.

Sono state bucate tutte le regole della democrazia. Vogliono solamente mettere il bavaglio alle opposizioni e questa cosa grida vendetta. Hanno "violentato" il 49% dei cittadini lissonesi.

Non ha usato mezzi termini il capogruppo del Listone Marino Nava che ha bollato come "pagina nera" della politica lissonese.

Siamo basiti dalla chiusura di questa maggioranza. Da oggi solo un consigliere per gruppo potrà parlare durante le comunicazioni e non più per 8 minuti (cinque di comunicazione e tre eventuali di replica), ma per soli tre minuti. Una chiusura infelice se si considera che gli emendamenti che abbiamo presentato nemmeno sono stati letti.

Ha invece sottolineato Paolo Rivolta, capogruppo di Lissone al Centro, in rappresentanza anche del collega Antonio Erba.

Prima Lissone: "Maggioranza succube del presidente"

Durissimo anche il commento di Fabio Meroni, leader di Prima Lissone, che non ha risparmiato critiche nei confronti del presidente del Consiglio comunale Roberto Perego.

Le comunicazioni servono per dire in Aula le segnalazioni e le lamentele dei cittadini. Che senso ha presentare una mozione o un ordine del giorno su un problema se poi la Giunta, dopo averlo letto, ha tempo 30 giorni per risponderci e magari risolvere il problema? Il vero dato di fatto è che questa maggioranza è succube del presidente del Consiglio comunale che la manovra a piacimento.

Meroni, lunedì sera, era stato espulso dall'Aula dopo un acceso battibecco proprio col presidente Perego.

Per Vivi Lissone "il Regolamento doveva essere di tutti"

Anche Luca De Vincentis (Vivi Lissone) non ha risparmiato critiche nei confronti del nuovo testo adottato a suon di maggioranza.

Il Consiglio e il suo Regolamento dovrebbero essere di tutti, non solo della maggioranza. E, soprattutto, il presidente avrebbe dovuto fare da garante anche per i nostri diritti. Siamo una città di 47mila abitanti, cosa vuol dire fare un regolamento "a immagine e somiglianza" di quello di paesi diversi e magari più piccoli? Le mie proposte, e in due anni ne ho portate tante, sono sempre state bocciate. Ma così facendo si limita solamente la nostra libertà di espressione, è un regolamento che avvantaggia solo la maggioranza che già di suo non parla quasi mai. Bei tempi quando il presidente Perego, che era all'opposizione, si batteva per usare il suo tempo e tutti i suoi minuti a disposizione.

Una situazione che finirà anche sul tavolo del Prefetto di Monza Patrizia Palmisani già nei prossimi giorni.

Monguzzi e Bertolini: "Persa un'occasione"

I consiglieri Concetta Monguzzi (Listone) e Alberto Bertolini (Riformisti) non hanno dubbi sulla scarsità di efficacia ed efficienza delle nuove regole.

Il Consiglio comunale non può essere gestito come un'azienda, qui si fa politica. Si vuole solamente limitare il dialogo e la circolazione delle idee. Vietare a tutti i consiglieri di parlare, a maggior ragione dopo il taglio del minutaggio a disposizione, durante la fase delle comunicazioni non è corretto. Noi siamo stati eletti tutti quanti e tutti quanti vogliamo avere diritto di parola. Così viene meno il diritto di rappresentanza dei cittadini che hanno scritto il nostro nome sulla scheda elettorale.

Simile l'analisi di Bertolini: "Già a Lissone si fanno pochi Consigli comunali. Ora si limita il diritto di intervento ai consiglieri che rappresentano il 49% degli elettori. Non è che siccome i consiglieri di maggioranza non hanno mai niente da dire, questo vuol dire che devono limitare i nostri interventi".

Il dem Talarico: "Aspettiamo un gesto"

Categorico è stato il capogruppo del Partito democratico Elio Talarico, che ha rappresentato anche il collega Mattia Gelosa.

Non si può andare avanti a colpi di maggioranza. Non potevamo stare zitti di fronte a questo sopruso, la maggioranza è purtroppo un muro di gomma. Così come lo Statuto comunale era stato votato all'unanimità, in virtù della sua importanza politica, perchè la stessa scelta di condividere idee e proposte non è stata utilizzata anche per il regolamento? Ci sono documenti che devono necessariamente essere condivisi da tutti e non si può pensare di approvarli con i soli voti della maggioranza. Per questo abbiamo deciso tutti insieme di non partecipare più ad alcun lavoro di Consiglio o Commissione.

Talarico, insieme agli altri, però non ha voluto chiudere le porte al dialogo e alla mediazione.

Adesso noi aspettiamo un gesto da parte della maggioranza. Un gesto per cercare di riscrivere, ma questa volta tutti insieme nell'interesse di tutti i cittadini lissonesi, le regole del gioco e le regole che gestiscono il Consiglio comunale. La politica non può morire così. Una bozza, lasciata dalla passata consiliatura, già c'era. Perchè non è stata utilizzata come base di partenza? Adesso aspettiamo un gesto, non possiamo fare altro.

Ha concluso il capogruppo dem che, nella scorsa consiliatura, era stato anche presidente del Consiglio.

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