A sorpresa spunta anche l'ex pm e ministro Di Pietro alla presentazione del libro "La verità sul dossier mafia-appalti"
L'ex magistrato del pool di Mani Pulite ha partecipato alla presentazione del libro scritto a quattro mani dal generale Mariuo Mori e dal colonello Giuseppe De Donno avvenuta ieri sera, venerdì, in Villa Borromeo
L'ex pm e ministro Antonio Di Pietro spunta a sorpresa tra il pubblico per la presentazione del libro "La verità sul dossier mafia-appalti. Storia, contenuti e opposizioni all’indagine che avrebbe potuto cambiare l’Italia" di Mario Mori e Giuseppe De Donno, avvenuta ieri sera, venerdì, in Villa Borromeo, ad Arcore.
Di Pietro è arrivato in platea in incognito, si è seduto tra il pubblico con il suo immancabile block notes tra le mani e, per tutta la serata, ha preso appunti su quanto veniva di volta in volta raccontato dal Generale Mori e dal Colonello Giuseppe De Donno.
Una serata piena di aneddoti, un viaggio nelle stragi di mafia degli anni '90 e nella lotta intrapresa da chi rappresentava lo Stato in una regione martoriata dai boss di Cosa nostra. Totò Riina, viene arrestato il 15 gennaio 1993 a Palermo.
Il saluto del sindaco
A fare gli onori di casa c'era il sindaco Maurizio Bono.
"Siamo onorati di avere con noi due grandi ospiti che ci racconteranno le tappe salienti di un periodo tragico e sanguinoso che ha segnato la storia del nostro Paese, con le stragi di Capaci e di via D’Amelio - ha esordito emozionato il sindaco Bono - Un tema, quello della mafia, che purtroppo resta di forte attualità. Il generale Mori, uomo delle istituzioni che ha combattuto contro le BR prima e contro la criminalità organizzata poi, per quasi trent’anni ha dovuto affrontare un processo giudiziario e mediatico senza precedenti per la presunta trattativa stato-mafia. Da lui e dal Colonnello De Donno sentiremo la verità".
Accanto al generale Mori, dicevamo, c'era anche il colonnello Giuseppe De Donno, membro di spicco del ROS, in prima linea nella lotta alla mafia nei primi anni Novanta, uomo di fiducia di Falcone e Borsellino.
Il libro
Il libro è stato scritto a quattro mani da Mori e De Donno, definitivamente assolti per la cosiddetta “trattativa stato-mafia”, in cui è raccontata la loro sconvolgente verità. Insieme sono stati protagonisti in prima fila nella lotta contro Cosa Nostra, e il loro impegno investigativo ha dato risultati straordinari. Eppure, sono noti al grande pubblico soprattutto per il processo che si è concluso con la loro completa assoluzione.
Il dossier mafia-appalti è la chiave per svelare i misteri italiani del 1992-93. L'informativa fu preparata dai carabinieri del ROS guidati da Mori e De Donno e consegnata nelle mani di Giovanni Falcone, che le attribuì un'enorme importanza. Ma nella magistratura siciliana ci fu qualcuno che frenò a più riprese e poi archiviò senza giustificazioni la pista, ancora tutta da percorrere. Paolo Borsellino credeva che l'inchiesta Mafia-appalti fosse all'origine della morte di Falcone, ed è molto probabile che anche la strage di via d'Amelio (con il relativo depistaggio) sia da attribuire al dossier del ROS dei carabinieri.
L’indagine voluta dal Generale Mario Mori che porta alla cattura del capo della più grande organizzazione criminale d’Europa è iniziata nell’ estate del 1992, cioè nella stagione in cui l’aggressività contro lo Stato della strategia mafiosa voluta da Riina ha visto la sua escalation con le stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Una serata che ha anche svelato gli intrecci che esistevano tra "Cosa Nostra" e l'inchiesta portata avanti dal pool di Mani Pulite, di cui Di Pietro ne faceva parte.
Chi è il generale Mori
Mario Mori, generale dei carabinieri e ufficiale del controspionaggio Sisde all’inizio degli anni settanta e poi con Carlo Alberto dalla Chiesa nei nuclei speciali antiterrorismo. È il fondatore del Ros dell’arma dei carabinieri e nei primi anni duemila ha diretto il Sise, il servizio segreto civile. Ha condotto con successo molte operazioni sotto copertura, tra cui la cattura del boss mafioso Totò Riina.