Come è andata a Vimercate la sperimentazione per arginare la presenza della Takahashia japonica
Nei mesi di maggio, giugno e luglio è sttao avviato un progetto pilota basato su un intervento di tipo biologico, rispettoso dell’ambiente e della salute dei cittadini. Ecco i risultati
Nella scorsa primavera in alcuni alberi di gelso e di liquidambar di Vimercate fu notata la presenza della Takahashia japonica, una cocciniglia di origine asiatica già diffusa in diversi Comuni della provincia di Milano, Varese e Monza e Brianza.
Facilmente riconoscibile dalla presenza, sui rami, degli ovisacchi bianchi cotonosi a forma di anello, che possono raggiungere i 4-5 cm di lunghezza, la Takahashia japonica può raggiungere, una volta insediata sull’albero infestazioni importanti, che possono comprometterne la vitalità.
Come è andata la sperimentazione per arginare la presenza della Takahashia japonica
Per arginare queste infestazioni la soluzione attraverso la lotta “chimica”, cioè tramite l’utilizzo di principi attivi è risultata poco efficace sia per la limitazione degli stessi, sia per le ripercussioni negative sull’ecosistema e sugli altri insetti utili all’ecosistema e insetti impollinatori (api).
Per provare a dare una risposta differente e arginare le infestazioni, l’Assessorato alla Cura della Città, ha avviato un progetto pilota basato su un intervento di tipo biologico, rispettoso dell’ambiente e della salute dei cittadini attraverso il potenziamento dei fattori di controllo naturali.
La società Sesia incaricata dei lavori, al termine degli interventi ha inviato all’Amministrazione comunale i risultati del progetto che qui di seguito riassumiamo.
Il piano strutturato in due azioni
Nello specifico, il piano di intervento è strutturato in 2 azioni.
La prima azione ha visto l’inserimento sulle alberature infestate di coccinellidi predatori specifici di cocciniglia cotonosa Cryptolemus montrouzieri ed Exochomus quadripustulatus con l’obiettivo di verificare la capacità di insediamento (predazione e capacità riproduttiva) e la potenzialità di controllo delle infestazioni.
Il “lancio” degli insetti ausiliari è stato effettuato il 17 maggio, su un gruppo di 5 alberature di gelso in via Pellico nella frazione di Velasca e su 50 liquidambar in via Cremagnani, fortemente infestate.
Il dosaggio di lancio è stato di 100 Cryptolemus e di 50 Exochomus/ pianta.
La prima verifica degli insediamenti di coccinellidi predatori è stata effettuata l’11 giugno, a distanza di tre settimane e sono stati ritrovati adulti di Exochomus prevalentemente sul lato inferiore delle foglie (su cui sono insediate le giovani neanidi di Takahashia), a conferma di longevità del coccinellide.
Purtroppo, per il coccinellide Cryptolemus complice l’elevata piovosità e le temperature sotto media per il periodo tardo primaverile e la poco resistenza dell’insetto ad adattarsi a temperature più base, non sono stati riscontrati significativi insediamenti.
Dalla verifica, tuttavia, è emersa la presenza spontanea di piccoli coccinellidi autoctoni classificati come Rhyzobius forestieri, classificati anch’essi come predatori degli stadi larvali di cocciniglia. Tali coccinellidi non hanno la possibilità di essere allevati per eventuali lanci, ma la loro presenza indica che in maniera spontanea, si stanno lentamente insediando come predatori della cocciniglia infestante.
Il lavaggio delle chiome
La seconda azione è stata caratterizzata dal lavaggio delle chiome degli alberi con dei principi attivi naturali efficaci nella proliferazione degli stadi giovanili di cocciniglia.
Il lavaggio, infatti, permette di eliminare le neanidi che risultano essere particolarmente vulnerabili perché privi di rivestimenti protettivi. La schiusura delle uova dall’ovisacco è il momento ideale in cui i neo-schiusi si spostano alla ricerca di un punto in cui insediarsi in corrispondenza delle nervature delle foglie.
Trascorse tre settimane dopo il lancio e dopo una settimana dal lavaggio sono state effettuati nuovi rilevamenti dai quali è emerso l’efficacia dei trattamenti con mortalità degli stadi giovanili che ha superato il 60% del campione. In aggiunta ad una ulteriore moderata mortalità anche nelle parti non trattate probabilmente dovuta all’attività degli insetti predatori.
A seguito dell’efficacia degli interventi è stato effettuato il 4 luglio un secondo trattamento utile a intercettare le neanidi che durante il primo lavaggio non erano state raggiunte dal prodotto.
Dopo ulteriori 10 giorni, la mortalità delle neanidi ha raggiunto valori intorno all’80% e, specialmente su Liquidambar, il lato inferiore della foglia è risultato quasi del tutto privo di neanidi, rispetto alla foglia di gelso che mantiene una residua presenza degli stadi giovanili. Da sottolineare infine la presenza costante di coccinellide Rhyzobius forestieri in fase di predazione.
A conclusione degli interventi e dai risultati emersi è dimostrata l’efficacia del programma pilota che, se da un lato ha portato ad un rilevabile contenimento della cocciniglia infestante dall’altro è risultato sostenibile nei confronti degli insetti ausiliari, nel rispetto dell’ecosistema e dei cittadini.
Infine, due suggerimenti: effettuare un nuovo lavaggio verso inizio-metà marzo prima della ripresa del ciclo vitale delle neanidi sfuggite ai trattamenti e, in prospettiva, calibrare la quantità e la diversificazione temporale dei lanci dei predatori per ottimizzare il contenimento, per creare un equilibrio preda predatore, replicabile sul lungo periodo.
"Risultati soddisfacenti"
“In assenza di una cura certa noi siamo contenti di aver portato a Vimercate questa sperimentazione che ha portato dei risultati soddisfacenti - ha dichiarato Sergio Frigerio, Assessore alla Cura della Città - speriamo l'anno prossimo di proseguire con questi risultati stando sempre pronti ad adottare nuove soluzioni qualora si rivelino ancora più efficaci”.
(foto archivio)