Renate

Chiusura dell’ex Valli, proprietà irremovibile. Lavoratori in sciopero: «Noi non molliamo»

Dipendenti e sindacati riuniti oggi, lunedì, in presidio contro la procedura di licenziamento collettivo

Chiusura dell’ex Valli, proprietà irremovibile. Lavoratori in sciopero: «Noi non molliamo»
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La sabbia nella clessidra scorre veloce ma loro non hanno alcuna intenzione di rassegnarsi. Lo stanno dicendo chiaramente oggi, lunedì, i trentasette lavoratori - erano trentotto inizialmente, uno, fortunatamente, è già riuscito a ricollocarsi - dello stabilimento di via Concordia a Renate della «Assa Abloy», colosso svedese dei serramenti subentrato nel 2008 nella storica «Valli&Valli». Unitamente alle sigle sindacali - Cgil, Cisl e Uil - stanno scioperato dalle 13 e per le successive quattro ore davanti ai cancelli dell’azienda dando il via a un percorso di mobilitazione per dire ancora una volta «no» alla procedura di licenziamento collettivo: partita lo scorso settembre con una comunicazione inviata alle organizzazioni sindacali seguita dall’annuncio ai dipendenti, si concluderà il 31 dicembre con la chiusura definitiva dell’attività.

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Azienda irremovibile

Non un giorno di più, non uno di meno: la proprietà, nonostante i diversi tavoli aperti e l’audizione in Regione, in questo mese non ha mollato di un passo. Nonostante, hanno spiegato i sindacati lunedì, l’ampio ventaglio di opzioni messe sul tavolo.

«Chiediamo sostanzialmente tempo», ha detto Maria Ciociola, segretaria generale Fillea Cgil che si sta occupando della vertenza insieme ai colleghi Maurizio Ferrari (Filca Cisl,) e Marco Cazzaniga (Feneal Uil). Tempo necessario per tutelare i lavoratori e le loro famiglie, per attivare ammortizzatori sociali o per trovare imprenditori - si vocifera di più di un interessato - pronti a subentrare. Tempo che, assicura la «triade», c’è. Il settore è tutt’altro che in crisi tanto che «la direzione, nonostante la crisi sbandierata, ha deciso di non accettare più ordinativi». E l’affitto del ramo d’azienda - l’immobile di via Concordia è ancora di proprietà dei Valli - scadrà solo nel mese di giugno. E’ la volontà di «Assa Abloy» a mancare. Come dimostrato dalla «latitanza» al tavolo al Pirellone chiesto dall’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi.

"Siamo contrari alla chiusura dell'azienda senza aver prima intrapreso tutte le strade possibili per tutelare i lavoratori e le loro famiglie - ha aggiunto Maurizio Ferrari, Segretario FILCA CISL Monza Brianza Lecco.
Un sentito ringraziamento a tutte le lavoratrici e i lavoratori di Assa Abloy che hanno voluto oggi manifestare il proprio dissenso all'azienda con la propria presenza al presidio svoltosi davanti ai cancelli. La società ha fatto una scelta, quella di Cessare l'attività attivando una procedura di licenziamento per tutti i dipendenti lasciando poche settimane per trovare soluzioni dignitose ai lavoratori. L'intenzione delle Organizzazioni Sindacali territoriali e regionali è quella di riattivare un tavolo di confronto presso la Regione al fine di tentare di convincere l'azienda di prolungare i tempi e permettere alle persone che saranno licenziate di trovare soluzioni condivise e accettabili."

L'impegno delle Istituzioni

Presente anche il consigliere regionale della Lega Alessandro Corbetta, accanto al collega dem Gigi Ponti. Insieme si erano già mobilità all’indomani dell’avvio della procedura di licenziamento. Ricordando i tempi in cui la storica «Valli&Valli» contava oltre duecento dipendenti e stigmatizzando la mancata affezione al territorio delle multinazionali, hanno garantito ai trentasette lavoratori che rischiano il posto vicinanza e serio impegno delle Istituzioni. Lo stesso ha fatto il sindaco di Renate Claudio Zoia.

«Non possiamo permettere che le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori di questa storica eccellenza brianzola vengano disperse e che si perdano 37 posti di lavoro nel nostro territorio - hanno concluso Cgil, Cisl e Uil - La multinazionale svedese “Assa Abloy” deve esercitare la propria responsabilità sociale riattivando tutte le attività e mettersi a disposizione delle Istituzioni, affinché vengano attivate tutte le possibili misure per la tutela occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori e della continuità del patrimonio produttivo del nostro territorio».

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