Giussano

Il don: "Pregate in ginocchio, senza preoccuparvi di sgualcire la piega dei pantaloni"

L'invito sul bollettino parrocchiale a tutti i fedeli della comunità pastorale

Il don: "Pregate in ginocchio, senza preoccuparvi di sgualcire la piega dei pantaloni"
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Sempre meno nelle chiese si prega in ginocchio, da qui la riflessione  e l'invito - attraverso il bollettino parrocchiale -  di don Giuseppe Corbari, vicario parrocchiale a Robbiano di Giussano, a genuflettersi durante le funzioni religiose, senza "preoccuparsi di sgualcire la piega dei pantaloni".

L'invito  alla Comunità pastorale San Paolo

L'invito del vicario parrocchiale don Giuseppe Corbari, a tutti i fedeli della comunità pastorale San Paolo, è chiaro: "Pregate in ginocchio senza preoccuparvi di sgualcire la piega dei pantaloni".   Nei giorni scorsi, attraverso il bollettino  "Pietre Vive",  il sacerdote,  che segue la chiesa di Robbiano, ha voluto condividere con i fedeli alcune riflessioni sulle preghiere in ginocchio. Già in passato il don si era rivolto ai parrocchiani, invitandoli a pregare in auto, sfruttando i momenti alla guida, per recitare Ave Maria e Padre nostro. Ora torna sull'importanza della preghiera, che va fatta anche attraverso la genuflessione.

Le sue riflessioni

La sua riflessione nasce dalla constatazione che, nella chiese della comunità si coltivi poco la «sana abitudine» - la definisce lui - di pregare in ginocchio.

«Un tempo avveniva con più frequenza, oggi molto meno, forse anche perchè in tante chiese non ci sono più le panche, ma trovo che questa abitudine di pregare inginocchiati è utile poichè porta anche il corpo, e non solo la mente e il cuore alla preghiera», ci ha spiegato don Giuseppe.

Le parole sul bollettino parrocchiale

Il sacerdote l’ha voluto spiegare bene anche ai suoi fedeli, attraverso il suo scritto, questa importanza della genuflessione. «Quando si entra in chiesa dovremmo, dopo la debita riverenza al Santissimo sacramento, accomodarci tra le panche e, in ginocchio, rivolgere il nostro saluto e la nostra preghiera a Gesù, presente nel Tabernacolo - scrive su Pietre Vive - In realtà le candele all’altare della Madonna attraggono maggiormente la nostra attenzione con il rischio di dimenticarci della Presenza viva. Ricorda che quando entri in chiesa c’è Gesù, e davanti a lui «ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: “Gesù Cristo è Signore!”».

Il rituale

Don Giuseppe ricorda i passi del Vangelo ma anche il cerimoniale liturgico: «Ci sarebbero altri momenti in cui dovremmo maggiormente educarci – come comunità cristiana – a metterci in ginocchio, ossia lo spazio liturgico della “consacrazione” durante la Messa e quello del “ringraziamento” subito dopo aver ricevuto la Comunione. Ecco, proprio in queste occasioni credo possiamo fare maggiormente lo sforzo di inginocchiarci tutti insieme, piccoli e grandi (fatto salvo chi ha problemi ortopedici agli arti inferiori, chi è avanti nell’età oppure chi non è accomodato tra le panche) per adorare il Santissimo Sacramento dell’altare».
Conclude dicendo: «Non sia la preoccupazione di sgualcire la piega dei pantaloni ad allontanarci da questa postura orante: il ferro da stiro potrà sistemare, a tempo debito, qualsiasi piega causata dall’inginocchiatoio!».

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