Lotta alle barriere architettoniche, i comuni brianzoli fanalino di coda
Parliamo dei Peba (Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche): solo 7 Amministrazioni su 55 li hanno adottati
La Legge statale li aveva introdotti trentotto anni fa, nel 1986, eppure per la stragrande maggioranza dei Comuni sono quasi uno sconosciuto acronimo. In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità che si è celebrata lo scorso 3 dicembre, parliamo dei Peba - i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche e, dal 1992, anche sensoriali - specifici strumenti di gestione e pianificazione urbanistica mirati al monitoraggio, alla pianificazione e al coordinamento degli interventi per rendere edifici e spazi pubblici accessibili a tutti.
Lotta alle barriere architettoniche, i comuni brianzoli fanalino di coda
I dati forniti dalla «Relazione valutativa» sull’eliminazione delle barriere architettoniche in Lombardia redatta nei mesi scorsi dall’assessorato alla Disabilità della Regione sono sconfortanti. Dei mille e 506 comuni lombardi, scorrendo il registro telematico istituito dal Pirellone nel 2022, solo 221 risultano dotati di Peba alla data dell’ultima rilevazione, risalente al mese di febbraio.
Cinque nella provincia di Monza e Brianza: il 2,3 per cento. Numero che fa del nostro territorio fanalino di coda della classifica guidata dalle municipalità bresciane, bergamasche e comasche. C’è da segnalare una nota positiva: da febbraio a oggi due Amministrazioni brianzole - Correzzana e Carnate - si sono aggiunte alla lista, portando quindi a sette il numero complessivo dei comuni virtuosi, mentre a Cesano Maderno l’Amministrazione è al lavoro per la redazione del documento. Restano comunque pochi.
Come detto, i Peba sono previsti dalla legge finanziaria del 1986, la numero 41, e dalla legge quadro sull’handicap del 1992, la numero 104. Nel 2017 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva aggiornato le norme per la progettazione di edifici e spazi accessibili sulla base della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Nel 2021 la Giunta lombarda ha approvato le linee guida per la redazione dei Peba, arricchite l’anno successivo da una serie di misure ulteriori: dal registro telematico con obbligo di registrazione a carico dei Comuni ai contributi per sostenere la redazione dei Piani. Insomma, un buon ventaglio di norme che pare però non smuovere i sindaci.
«Purtroppo il dato brianzolo è in linea con quello nazionale che ferma al 10 la percentuale di Comuni dotati di Piani di eliminazione delle barriere architettoniche», ha sottolineato l’architetto monzese Andrea Ferretti, presidente dell’associazione Peba Onlus.
Perché? I motivi dell’inerzia sono tanti, legati, come spesso accade, all’«impunità» sostanziale da una parte e al portafoglio dall’altra.
«Partiamo dal fatto che non sono previste sanzioni per gli inadempienti. O, meglio, ne è previsto il commissariamento ma non è mai stato applicato e mai lo sarà - ha spiegato Ferretti - Utile in questo senso può invece risultare la preclusione alle risorse messe a disposizione dai bandi legati alle barriere architettoniche previsto da Regione Lombardia per chi non si registra nell’apposito elenco telematico».
«Poi c’è il problema dei costi e del personale che manca nei Comuni - ha proseguito - La redazione dei Peba richiede innumerevoli rilievi “sul campo” e importanti risorse economiche per risolvere le varie problematiche. Interventi da poche migliaia di euro che, sommati, portano a cifre importanti».
Un esempio concreto: il Peba del Comune di Milano prevede poco meno di 4 mila interventi per un totale di circa 8 milioni di euro.«La nostra associazione lavora proprio su questo: noi forniamo personale e mappatura delle barriere architettoniche del territorio a costo zero, perché ci avvaliamo della collaborazione degli studenti - ha concluso l’architetto - In Brianza, ad esempio, abbiamo portato avanti splendidi progetti a Villasanta e Monza».
Un alibi in meno per le Amministrazioni quindi.
Monza ne è ancora sprovvista ma ora punta sull’«archistar»
Non solo Monza non ha un Peba, ma nel 2022 è stata anche condannata per discriminazione dal Tribunale per aver organizzato iniziative culturali in un luogo non accessibile ai disabili come l’Arengario dopo la segnalazione di Ledha.
Insomma, sono cambiate le Amministrazioni, ma molte delle problematiche legate alle barriere architettoniche sono rimaste, in primis in Arengario. Uno dei più agguerriti sostenitori dell’opportunità di dotarsi di un Peba, è stato il consigliere di minoranza Paolo Piffer che ancora tuona:
«Sono ormai 10 anni che chiedo alle varie amministrazioni di portare in aula un Peba. E’ imbarazzante essere una provincia lombarda e avere un piano di eliminazione delle barriere architettoniche scritto con la macchina da scrivere, perché l’ultimo approvato se non erro è del 1989 - ha detto - Ad ogni campagna elettorale ci si riempie la bocca di inclusività eppure abbiamo barriere ovunque: palazzi, marciapiedi, mezzi pubblici etc. E’ possibile che il palazzo più importante della nostra città, l’Arengario, sia ancora inaccessibile? Adottare un Peba è un obbligo, non una gentile concessione. Due anni di Giunta Pilotto e ancora niente».
Intanto per risolvere il problema dell’inaccessibilità dell’Arengario, l’Amministrazione monzese ha contattato l’archistar Stefano Boeri che tre mesi fa ha effettuato un sopralluogo per capire se potrebbe occuparsi lui dei disegni dell’ascensore di piazza Roma, indispensabile per rendere l’antico palazzo accessibile a tutti. «Sfida difficile ed emozionante», aveva commentato. Quello dell’accessibilità dell’Arengario, infatti, è un problema annoso che si trascina da decenni e che è sempre stato rinviato anche per via dei vincoli cui il bene monumentale è sottoposto.
Per quanto riguarda le tempistiche, l'obiettivo della Giunta è andare a bando nel 2025 (più realisticamente nella seconda metà del 2025, ma dipende dai tempi di progettazione) e la speranza del sindaco Paolo Pilotto è di vedere l'opera completata entro il termine del suo mandato, a metà 2027.
Quanto all’aspetto, il progetto di massima trae ispirazione dal Broletto di Como e prevede l'installazione di un ascensore in cristallo sotto i portici, davanti all’attuale accesso per consentire la salita a chi ha ridotta mobilità motoria senza dover fare le scale (oggi unica soluzione).
Rispettano la legge sette Amministrazioni su cinquantacinque
Carate Brianza
Era uno degli impegni inseriti tra le priorità del primo mandato della Giunta di centrodestra guidata da Luca Veggian. Avviato a fine del 2022, il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche è stato definitivamente approvato con la delibera dell’Esecutivo del 2 marzo 2023. Un obbligo legislativo alla quale l’Amministrazione comunale ha iniziato a lavorare per dare concretezza e i cui risultati si sono già visti in città con i primi interventi realizzati su camminamenti e marciapiedi dove sono stati eliminati salite e ostacoli.
«Ma è stato solo l’inizio», assicura il sindaco. Dopo l’approvazione, il Peba è diventato «Vangelo» per qualsiasi cantiere della città. In fase di progettazione infatti ora bisognerà tener conto anche delle linee dettate dal Piano. «Nelle nostre linee di mandato - conclude Veggian - abbiamo sempre messo tra le priorità l’attenzione ai più deboli e alle disabilità con iniziative a tema, ma anche con interventi concreti: dai parchi inclusivi all’eliminazione degli ostacoli per chi non è normodotato».
Carnate
C’è anche Carnate tra i pochi esempi virtuosi della provincia di Monza e Brianza che hanno già adottato il Piano Eliminazione Barriere Architettoniche. L’iter era partito lo scorso anno con una campagna di informazione e sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza, chiamata anche a segnalare eventuali situazioni di disagio e criticità. La sinergia aveva funzionato, tanto che la scorsa primavera il Peba era stato approvato con tutti i crismi.
«Abbiamo ricevuto anche il contributo della Provincia, che ovviamente è stato utilizzato per adottare ulteriori migliorie e ridurre sensibilmente la presenza di barriere architettoniche sul territorio - le parole del sindaco Rosella Maggiolini - Sicuramente si può fare ancora di più e la nostra Amministrazione sarà sempre in prima linea per rendere il paese più vivibile e accessibile per tutti i suoi cittadini. Una priorità che dal primo giorno guida la nostra azione amministrativa».
Concorezzo
L’Amministrazione comunale di Concorezzo guidata da Mauro Capitanio si conferma all’avanguardia dal punto di vista dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Approvato nel 2024, sul finire della precedente legislatura (sempre a guida Capitanio), il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche è stato seguito dal precedente assessore ai Lavori Pubblici Silvia Pilati.
«Abbiamo fortemente voluto approvare il piano innanzitutto perchè crediamo in una Concorezzo sempre più inclusiva e con meno barriere - ha dichiarato Pilati - In secondo luogo avevamo anche ricevuto un contributo da parte della Provincia per la redazione del documento che ad oggi ci permette anche di partecipare a bandi regionali. Noi abbiamo gettato le basi per interventi che necessitano comunque un grande lavoro di squadra da parte di molti funzionari comunali. La nostra intenzione è quella di destinare una parte una parte importante per queste opere ogni anno».
Correzzana
Un paese più accessibile e inclusivo per tutti. E’ questo l’obiettivo che il Comune di Correzzana mira a raggiungere con l’approvazione del «Peba», ovvero il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, avvenuta nella primavera dello scorso anno. L’iter si è sviluppato tra campagne di informazione e raccolta delle osservazioni, ha visto la partecipazione attiva anche dei bambini delle scuole. A loro sono state infatti illustrate le finalità del Piano, redatto dopo un’accurata mappatura di tutto il territorio correzzanese, grazie alla quale sono emersi i punti del paese che allo stato attuale non sono pienamente accessibili a tutti i cittadini.
«A oggi non esistono luoghi che non garantiscono l’accesso anche a persone disabili, se non il piano seminterrato del cimitero appena riqualificato dove manca il montascale - ha precisato il sindaco Marco Beretta - Sono state segnalate piccole sconnessioni lungo i percorsi pedonali, come ad esempio rialzi un po’ troppo alti per i marciapiedi».
Desio
E’ uno dei pochi Comuni della Brianza ad avere approvato il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Il via libera era arrivato con la precedente Amministrazione di Centrosinistra e il sindaco Roberto Corti, nel 2021. Ora il Centrodestra, con il sindaco Simone Gargiulo, lo sta portando avanti: «Per noi è sinonimo di inclusione, per questo abbiamo voluto dare continuità, garantendo che venga concretizzato attraverso ogni tipo di intervento». Ne sono un esempio i lavori in via Galli, ma anche la realizzazione dell’ascensore in piazza Don Giussani, per accedere a Sala Pertini. «Era impensabile che una sala pubblica non potesse avere un accesso diretto per chi è in carrozzina - rimarca - Da parte nostra c’è attenzione sul tema sia con i Lavori pubblici che con i Servizi sociali, e siamo attenti alle sollecitazioni dei cittadini». Interventi in questa direzione anche nei parchi giochi, come specifica il vicesindaco, Andrea Villa: «Sono state realizzate rampe, parcheggi gialli e installati giochi inclusivi in tutte le aree che stiamo sistemando».
Muggiò
Un lavoro durato anni e che, lo scorso ottobre, ha visto arrivare il via libera definitivo da parte del Consiglio comunale di Muggiò. Il Peba, il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, è stato votato all’unanimità dall’Aula. Un percorso iniziato con la scorsa Amministrazione del sindaco Maria Fiorito (Centrosinistra) e portato a termine dal Centrodestra di Michele Messina. Il Peba è uno strumento dinamico che segue le trasformazioni della città. Un lavoro certosino, quello coordinato dal Comando della Polizia locale, effettuato dividendo in sei zone il territorio, percorso a piedi per mappare le criticità di ogni via con documentazione fotografica e la descrizione dell’intervento da svolgere. Utilizzando il prezzario regionale, il Municipio ha stimato in 400mila euro il costo totale degli interventi. Costi che impegneranno l’Amministrazione, spalmato su un triennio e trasversale a diversi capitoli di Bilancio, nella riqualificazione di segnaletica, semafori, stalli per disabili in capo alla Polizia locale oltre ad altre opere in capo agli Uffici tecnici.
Denunciare gli ostacoli con una App gratuita
Una App per smartphones del tutto gratuita, disponibile sia sul Play Store di Google che sull’Apple Store, pensata dal cittadino per il cittadino, e dedicata in particolar modo alle persone con disabilità e agli ostacoli che si trovano a dover affrontare quotidianamente: dagli scivoli mancanti ai marciapiedi impraticabili, dalle strutture inaccessibili ai parcheggi abusivi… Ma anche uno strumento indispensabile per tutti i cittadini e per una loro «presa in carico» e responsabilizzazione rispetto ai problemi reali che i portatori di disabilità affrontano ogni giorno.
Si chiama «No Barriere» ed è pubblicizzata da anni sul sito dell’associazione Luca Coscioni (https://www.associazionelucacoscioni.it).
Con questa applicazione è possibile segnalare rapidamente problemi, disservizi, barriere architettoniche, violazioni. La sua forza consiste soprattutto nel dialogo diretto con le Amministrazioni competenti, dal momento che la App include una parte dedicata interamente ai Comuni, che possono interagire direttamente con i cittadini che hanno fatto la loro segnalazione. L’applicazione, infine, dà anche la possibilità di inviare un’e-mail precompilata al sindaco che costituisce una diffida all’Amministrazione comunale che ha trenta giorni di tempo per eliminare la barriera segnalata.