Il Pd chiede soldi per la Casa di Comunità di Arcore, no della Regione
Oggi, giovedì 19 dicembre 2024, la maggioranza di centrodestra in Regione ha bocciato un ordine del giorno presentato dal consigliere dem Gigi Ponti
Una doccia gelata per l'Amministrazione comunale arcorese: il Pd regionale ha infatti chiesto all'Esecutivo guidato da Attilio Fontana di stanziare fondi per la riqualificazione dell'ex asilo San Giuseppe di Arcore che dovrebbe diventare una Casa di Comunità. Ma la maggioranza di centrodestra che siede in Consiglio Regionale ha bocciato l'ordine del giorno presentato dal consigliere dem Gigi Ponti.
A darne notizia è stato lo stesso Ponti attraverso un comunicato stampa diramato nel pomeriggio di oggi, giovedì 19 dicembre 2024.
"Una struttura fondamentale"
"La Casa di Comunità di Arcore è una struttura fondamentale per migliorare l'accesso alle cure per la comunità locale. Non a caso, è stata definita strategica dalla stessa Asst Brianza". A dirlo è il consigliere regionale del Pd Gigi Ponti, il quale ha presentato un Ordine del giorno al bilancio di previsione regionale con il quale ha chiesto alla Giunta regionale di inserire la Casa di comunità di Arcore tra le opere finanziante da Regione Lombardia.
"Investire in questa struttura - ha precisato Ponti - avrebbe significato rispondere a un bisogno collettivo per un'area densamente popolata, rafforzando il sistema di Welfare e promuovendo con i fatti l'eccellenza sanitaria di Regione Lombardia. Con grande mio rammarico, Regione ha preferito destinare i propri fondi altrove, nonostante le Case di comunità siano un elemento fondante della così detta riforma sanitaria a prima firma Moratti, approvata dai banchi della maggioranza con la Legge regionale 21/22 - ha continuato Ponti - Per ovvie ragioni, un'opera così strategica e di tale portata non può essere lasciata in carico alla sola amministrazione comunale: per questo motivo, come gruppo del Partito Democratico, continueremo a portare le nostre istanze in Regione Lombardia tramite atti di indirizzo specifici, nella convinzione che la Giunta regionale vorrà trovare le risorse necessarie per rispondere ai bisogni dei cittadini che rappresenta".
"Regione disinteressata"
Una bocciatura prevedibile, per i consiglieri arcoresi del Partito Democratico Elisa Caiello e Michele Calloni, i quali hanno ribadito il fatto che "le dichiarazioni del sindaco inerenti alla volontà dell'amministrazione comunale di avviare i lavori di ristrutturazione dell'ex San Giuseppe a prescindere da quello che Regione deciderà o meno di elargire, lasciavano presagire quanto già temevamo: ossia il disinteresse di Regione Lombardia alla realizzazione e al finanziamento della Casa di comunità di Arcore.
Il progetto
Il progetto riguardante la ristrutturazione dell'ex asilo San Giuseppe, ricordiamo, venne presentato un paio di settimane fa dal primo cittadino Maurizio Bono. Durante la conferenza stampa lo stesso Bono aveva già messo le mani avanti, sottolineando che il Comune avrebbe proseguito comunque l'iter per la realizzazione del polo socio sanitario con o senza l'aiuto economico di Regione Lombardia.
Un progetto, che, contemplerebbe, al suo interno, non solo gli ambulatori medici, ben 17, ma anche un centro diurno integrato per anziani (per intenderci l'attuale Cdi l'Arca che si trova a Sant'Apollinare verrebbe trasferito nell'ex scuola), uno spazio ricreativo sempre per gli anziani e gli uffici comunali dei Servizi sociali che attualmente si trovano in via Abate d'Adda.
Comune pronto ad investire 4 milioni di euro per ristrutturare l'immobile
Il costo totale di ristrutturazione dell'intero immobile (grande circa 2700 metri quadrati dislocati su tre piani), è pari a circa 4 milioni di euro. Di questi 1,3 milioni dovrebbero arrivare da Regione Lombardia per la ristrutturazione dell'ampio spazio, di circa 800 metri quadrati, che accoglierà la futura casa di Comunità. Stiamo parlando di circa 17 ambulatori medici oltre a magazzini, wc, spogliatoi e sala d'attesa che verrebbero ubicati, per intenderci, nell'ampio salone che veniva utilizzato dai piccoli della scuola materna.
Come confermato dal sindaco l’intenzione è quella di creare, nell’ex San Giuseppe, un polo socio sanitario che possa inglobare di verse realtà. Ricordiamo che i vertici di Asst e Regione hanno confermato l’intenzione di utilizzare solo parte della struttura per creare la Casa di comunità. Questo significa che nell’ex asilo San Giuseppe troverà posto anche il consultorio, gli ambulatori specialistici che attualmente si trovano in via Umberto I e la guardia medica.
"Nell'ex San Giuseppe anche i Servizi sociali"
"Rimane fuori un’altra parte di immobile che noi vorremmo trasformare e riqualificare, aggiungendo altri servizi socio sanitari - aveva sottolineato Bono - In particolare mi riferisco ai Servizi sociali e al centro diurno per anziani attualmente a Sant’Apollinare. Trasferire in quella struttura gli anziani sarebbe ottimale perchè ci permetterebbe anche di liberare gli attuali spazi di Sant’Apollinare che potrebbero diventare la sede del magazzino della Caritas, per esempio".
Al vaglio, però in un secondo tempo, anche la possibilità di creare, sempre all’interno dell’ex asilo San Giuseppe anche mini alloggi protetti per gli anziani autosufficienti. Una suddivisione degli spazi che inevitabilmente avrà ricadute anche su chi dovrà mettere i soldi per ristrutturare l’immobile. Regione ha promesso la sua quota per la casa di comunità, mentre dalle casse comunali arriverano i soldi per la sistemazione degli altri spazi. A tal proposito si parla di un investimento, da parte del comune, che si aggira sui 2,7 milioni di euro mentre Regione ne dovrebbe mettere 1,3 milioni di euro.
Bono categorico
"I lavori di ristrutturazione dell'ex San Giuseppe partiranno a prescindere da quello che ci dirà e darà Regione - aveva continuato il sindaco - In questi anni da sindaco ho imparato che, purtroppo, i tempi della pubblica ammistrazione sono molto lunghi. Ovviamente il progetto contempla anche la Casa di comunità quindi auspico che Regione intervenga nella riqualificazione. Noi contiamo di iniziare i lavori, se tutto dovesse procedere senza intoppi, per l'autunno del 2025 e il sogno, inutile nasconderlo, è quello di tagliare il nastro della nuova struttura entro la fine della legislatura fissata per la Primavera del 2027".