In pellegrinaggio tra i partigiani della città: il 25 aprile "alternativo" mette tutti d'accordo
La commemorazione getta acqua sul fuoco delle polemiche; presente il sindaco Bono: "La Liberazione è una festa sacra del nostro Paese"

Un pellegrinaggio nella Storia, tra le figure e i personaggi che hanno scritto le pagine della Resistenza di Arcore. E’ ciò che ha organizzato il popolo del centrosinistra nel pomeriggio di ieri, mercoledì 24 aprile, vigilia della Festa della Liberazione, per rendere omaggio ai partigiani cui sono dedicate alcune vie della città.
In pellegrinaggio tra i partigiani della città
Un’iniziativa, ma anche una "provocazione" lanciata all’indirizzo della maggioranza dopo il "no" alla mozione sui murales per i partigiani arcoresi che nelle scorse settimane aveva infuocato la politica e gettato nella polemica le celebrazioni del 25 aprile. Ma alla fine la proposta è stata accolta anche dalla stessa Amministrazione di centrodestra. In prima fila, a fare gli onori di casa in Largo Vela, il sindaco Maurizio Bono, l’assessore Serenella Corbetta e i consiglieri Tommaso Confalonieri e Michele Bertani:
"Rendiamo oggi onore agli eroi della nostra città, persone comuni che hanno sacrificato tutto per un bene superiore: la libertà di tutti - le parole del primo cittadino - La Liberazione rappresenta il momento da cui sono partiti i padri costituenti per costruire il nostro Paese. E’ un sacrificio che non va mai dimenticato e su bisogna costruire il futuro. Ecco, a questo proposito mi dispiace di non vedere molti giovani qui oggi. Ma è un segnale su cui riflettere, perché noi siamo il presente e dobbiamo investire sul futuro, che sono i ragazzi".
Poi una frecciata, neanche tanto velata, alle raccomandazioni arrivate dal Governo, che nei giorni successivi alla scomparsa di Papa Francesco aveva invitato i Comuni a festeggiare il 25 aprile con sobrietà:
"Non abbiamo ritenuto di porre alcuna limitazione alle celebrazioni del 25 aprile, che è una festa sacra nella laicità del nostro Paese. Sono certo che anche lo stesso Pontefice ci sarebbe rimasto male se fosse stato limitato un momento così importante".
Il corteo da Largo Vela
A seguire, l’intervento di Roberto Sala, organizzatore della manifestazione:
"Noi siamo la nostra memoria, ma se essa non è esercitata rischia di diventare vaga e perdersi, cambiando così il nostro presente e il nostro futuro. In questo evento che accompagna le celebrazioni ufficiali di domani dell'80esimo anniversario della Liberazione commemoriamo gli eroi della Resistenza arcorese attraverso segni materiali, ma dal valore simbolico, nei luoghi della città a loro dedicati. Oggi porremo una con una semplice foto e un fiore, nelle vie intitolate a loro, in attesa che un progetto completo di memoria venga realizzato".
I presenti (tra loro anche i sindaci di Lesmo e Correzzana, Sara Dossola e Marco Beretta) hanno quindi reso omaggio ai partigiani arcoresi raggiungendo in corteo le strade e a loro intitolate: Aldo De Ponti, Giuseppe Centemero, Natale Beretta, Francesco Caglio, Gabriele Colombo e Alfonso Casati. A ogni tappa la parola è andata ai rappresentanti dell’Anpi, guidati dalla presidente Emanuela Rastelli e da Giovanni Penati, e del centrosinistra, tra cui Michele Calloni, Federico Bove e Carlo Zucchi.
Uniti contro l'odio politico
Ultima fermata del "viaggio della memoria" ai Giardini Ravizza, dove lo stesso Bertani, in rappresentanza del Consiglio comunali, ha ricordato tutte le vittime della violenza politica. Di ieri e di oggi:
"L'odio, anche verbale, non può avere cittadinanza in una democrazia come la nostra, per la quale tutte le forze politiche hanno lavorato rifiutando le dittature e le violenze".
Con lui anche il professor Raffaele Mantegazza e il consigliere Gaye Tidiane Cheik:
"Oggi, a ogni tappa, abbiamo lasciato un segno. E di segni ne abbiamo bisogno per capire la strada da intraprendere o non intraprendere, ovvero quella della violenza. Dietro ogni casa, ogni strada, ogni volto c'è una storia che va raccontata e insegnata ai ragazzi. E la storia deve raccontare la verità, deve lasciare un segno".
E poi ancora una riflessione sul senso della Festa della Liberazione intorno a cui, anche a distanza di 80 anni, continuano a generarsi sterili e inutili polemiche:
"Il 25 aprile è una virtù che va praticata tutti i giorni, non è una bandiera che va sventolata un giorno solo. E’ il segno del sangue di uomini e donne che si sono sacrificati per l'Italia e per la libertà".









