Testamento

Il lascito spirituale di don Gino: «Non allontanatevi dalla Chiesa»

Quattro pagine fitte redatte dall’amato ex parroco nel 2011 e distribuite ai fedeli la scorsa settimana

Il lascito spirituale di don Gino: «Non allontanatevi dalla Chiesa»
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Quattro paginette fitte, scritte con quella calligrafia ordinata tipica di chi ha frequentato la scuola quando ancora si insegnava la «bella scrittura». E’ il testamento spirituale di don Gino Villa che il parroco di Briosco, don Riccardo Castelli, d’accordo con i nipoti del suo predecessore, ha «offerto alla riflessione di tutti». A tre settimane dalla sua scomparsa, avvenuta il 20 maggio, il testo è stato allegato al bollettino parrocchiale distribuito lo scorso weekend «per lo spessore spirituale e la carica umana che ne trapela».

Tante le umili richieste di perdono. Tanti i «grazie»

Don Gino l’aveva redatto il 5 aprile del 2011 «avvertendo l’avvicinarsi ormai della mia dipartenza da questa Terra», scriveva allora, ignorando di avere davanti a sé ancora molti anni da vivere e condividere.
Tante le umili richieste di perdono. Tanti i «grazie». Il primo al Signore «per tutti i doni che mi ha concesso»: della vita, della fede cristiana e soprattutto del sacerdozio. Il secondo, affettuosissimo, «ai miei genitori», in particolare a mamma Irene. Il terzo agli educatori «che ho incontrato negli anni del seminario». Poi il pensiero alle comunità divenute la sua casa. Da Caidate, nel Varesotto, paese natio, alla parrocchia di San Biagio a Monza, sua prima destinazione dopo l’ordinazione sacerdotale. Lì don Gino ha prestato servizio per oltre vent’anni da coadiutore e segretario della scuola media e professionale. Proprio alle scuole ha rivolto il suo pensiero, raccomandandosi con i «sanbiagini» di prendersene cura. «Avendo carattere parrocchiale e popolare - si legge nel testamento - possono recare tanto bene all’educazione morale e religiosa».

«Non allontanatevi dalla Chiesa»

Infine, Briosco che ha guidato da parroco dal 1973 fino alla «pensione» nel 2006, restando poi anche negli anni successivi da residente con incarichi pastorali.
«Ho cercato di darvi in affetto e sollecitudine il meglio di me stesso, pur consapevole dei miei limiti, difetti, insufficienze e colpe» scrive don Gino rivolgendosi ai parrocchiani, esortandoli a «conservare la fede, le vostre belle e care tradizioni religiose, il buon costume e il buon comportamento fra i tanti buoni paesi brianzoli». «Non cedete oggi alla seduzione di secolarizzarvi, allontanandovi dalla Chiesa e dalla pratica religiosa», conclude con il suo noto piglio prima dell’ultimo saluto, semplice e bellissimo. «Arrivederci in Cielo»

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