Sentenza

Diffamazione aggravata, Trenta condannato a risarcire due ex sindaci con quasi 40mila euro

In sede civile il giudice ha stabilito le somme che il 74enne dovrà sborsare a Piermario Galli e Anna Maria Frontini.

Diffamazione aggravata, Trenta condannato a risarcire due ex sindaci con quasi 40mila euro
Pubblicato:

Dopo la condanna penale per diffamazione aggravata del 2020, arriva anche quella per la causa civile: il consigliere comunale di minoranza Claudio Trenta, 74enne di Barlassina, dovrà risarcire l’ex sindaco Piermario Galli e l’ex presidente della Fondazione Porro (nonché ex sindaco) Anna Maria Frontini sborsando quasi 40mila euro.

Claudio Trenta

Risarcimento di quasi 40mila euro per diffamazione aggravata

Nei giorni scorsi è infatti stata pubblicata la sentenza di primo grado emessa dal giudice Maddalena Ciccone in merito alla causa civile, risalente al 2021. Dopo che il Tribunale di Monza, nel settembre 2020, lo aveva condannato a tre mesi di reclusione (commutati in una multa da 2.250 euro) per aver diffamato Frontini e Galli, i due ex sindaci avevano deciso di intentare la causa civile e a distanza di quattro anni, dopo una serie di rinvii dovuti all’assegnazione del fascicolo a diversi giudici, nei giorni scorsi è arrivata la sentenza. E quindi Trenta dovrà risarcire 16.526,25 euro a ciascuno dei due ex amministratori comunali, oltre a pagare le spese processuali, pari a 5.077 euro.

Anna Maria Frontini

Trenta aveva diffamato i due ex sindaci in una lettera

Gli sono decisamente costati cari la lettera del 26 novembre 2019 (quando non era ancora consigliere comunale) inviata all’allora segretaria comunale Susanna Pecorella e ai consiglieri comunali e il post pubblicato sul gruppo Facebook «Succede a Barlassina (ditelo al Trenta)», in cui segnalava presunti «comportamenti contrari agli interessi dei cittadini barlassinesi (italiani) da parte della Fondazione Porro». Sostanzialmente nella lettera Trenta riportava e dava per certa la notizia di un presunto contratto di affitto di un alloggio in via Repubblica di proprietà della Fondazione Porro che sarebbe stato stracciato dall’allora presidente Frontini, su sollecitazione dell’allora sindaco Galli, per favorire una famiglia di origini marocchine a discapito di una famiglia italiana composta da madre anziana e figlia.

Piermario Galli

Insulti e offese anche sui social

Oltre a inviare la lettera a segretaria comunale e consiglieri, Trenta l’aveva condivisa sui social, nel gruppo da lui creato, particolarmente attivo e con molti iscritti, scatenando una serie di commenti e interazioni degli utenti che contenevano ulteriori frasi diffamatorie e offensive nei confronti di Galli e Frontini, che l’avevano quindi querelato. La Procura della Repubblica del Tribunale di Monza aveva accertato che quanto affermato dal pensionato non corrispondeva al vero e che Trenta aveva offeso in modo rilevante due persone «dall’incontestata posizione sociale», pertanto il giudice lo aveva condannato per diffamazione aggravata.

Condannato in sede penale per diffamazione aggravata, è arrivata la sentenza per la causa civile

Archiviata la questione penale (Trenta non aveva voluto ricorrere in Appello), Galli e Frontini hanno intentato la causa civile, chiedendo di essere risarciti per essere diventati «in modo ingiustificato, bersaglio di accuse tanto gravi quanto infondate, ossia che il sindaco di Barlassina avrebbe fatto ingerenza nell’attività della Fondazione Porro per favorire l’inserimento nei suoi alloggi di una famiglia di extracomunitari, il tutto con la cooperazione della neoeletta presidente Frontini, scelta dal sindaco non per la sua competenza ma perché appartenente allo stesso schieramento politico», si legge nella sentenza della sezione 2^ civile del Tribunale di Monza.

Trenta al momento non commenta

Anche in questo caso il giudice ha evidenziato «la falsità e le gravi inesattezze dei fatti ascritti a Galli e Frontini», accogliendo pertanto la loro richiesta di risarcimento e di rimozione dal gruppo «Succede a Barlassina» del contenuto lesivo della loro immagine e reputazione. Interpellato a riguardo, Trenta si riserva di rilasciare eventuali dichiarazioni dopo essersi confrontato con i suoi legali sul da farsi.

Necrologie