Curiosità

Poian, falchètt e sciguètt

L'ultima interessante ricerca dello storico di Triuggio, Angelo Cecchetti, "custode temporaneo".

Poian, falchètt e sciguètt

Poian, falchètt e sciguètt…Perché occorre scrivere di questi fantastici volatili? – ci scrive lo storico di Triuggio, Angelo Cecchetti – Perché finalmente, da qualche anno, si ha un certo interesse e rispetto, e non solo per loro per fortuna.

Poian, falchètt e sciguètt

Torniamo indietro un passo, partiamo dalla poiana considerata fino al primo dopoguerra «sterminatrice» di pulcini. Quando tutti i bravi brianzoli avevano le proprie galline quale «ricchezza» e come tale doveva essere salvaguardata. Il passa parola quando si avvistava una poiana, una raccomandazione quando si spostavano i pulaster cunt la stia: «Dacc un occ al ciel e se ta vedet la poiana subit in stia»… Eppure la poiana faceva, e fa, solo il suo naturale comportamento da rapace, nella savana c’è chi nasce leone e c’è chi nasce gazzella. Addirittura, la poiana e altri animali, venivano annoverati con tanto di legge dello Stato tra gli animali nocivi. Ministero per l’Agricoltura e per le Foreste – Decreto Ministeriale 10 luglio 1931 – Articolo 6: «Sono considerati animali nocivi la martora, il tasso, l’ermellino, la donnola e la poiana».

Un uccello “utile”

A onor del vero, però, la rivista La Scienza Pratica del gennaio 1889 riportava tra gli uccelli utili: «Poiana, è un uccello rapace, diurno, lungo metri 0,65 dalla punta del becco all’estremità della coda; ha testa grossa, corpo tozzo, zampe corte, ali poco potenti; il suo colore è molto variabile per lo più bruno rossiccio, misto di bianco e di bruno sul petto e sul ventre. Nidifica sulle rupi e su vecchi alberi. E’ un animale utilissimo, del quale dovrebbesi cercare la moltiplicazione, giacché il poiana (scritto così) distrugge un immenso numero di piccoli rosicanti, mentre il danno che reca è così piccolo che non dovrebbe tenersene conto. Infatti il poiana, quando non ha altro di meglio, mangia pochi uccelletti, cibandosi di preferenza di topi campagnoli in numero di circa 7 e l’8.000 l’anno; oltre che distrugge serpi, cavallette, grilli e altri insetti. Non sarà dunque mai abbastanza raccomandato ai contadini e cacciatori di lasciare in pace questi utili animali; anzi di favorirne la moltiplicazione e la nidificazione lasciando in piedi a quest’uopo alberi alti e vecchi».

Il gheppio

Il gheppio, ul falchètt, stessa sorte: rapace quindi predatore, in realtà si nutre di piccoli insetti e lucertole e poco più. La scigueta, civetta, ha pari sorte dei rapaci con l’unica differenza che è notturno che aggiunge alla sua figura l’aurea di «animale portatore di sventure». Come tutti gli animali notturni non godono di buona fama. Già al tempo della Bibbia nel Libro del Levitico, o Terzo Libro di Mosè, si considerano animali «impuri», tra gli altri, gli allocchi, i gufi le civette, i pipistrelli, ecc. Forse per questo, a furia di tramandare, un tempo si diceva «che quant canta la scigueta lè segn che voen le dreè a murè – Quando canta la civetta è il segnale che una persona a breve morirà». Anni orsono un po’ la sana ignoranza, un po’ la superstizione hanno contribuito a non fare rientrare le civette tra gli animali amati. Una piccola divagazione, tanti fa con una persona che giurava che era vera questa affermazione, io per cercare di spiegare che non era così, alla fine, avevo suggerito, scherzando: «Se noi uccidiamo tutte le civette, non muore più nessuno». Sapevo benissimo di sprecare fiato.

Civetta
Civetta

Gheppi a Tregasio

Tornando ai tre tipi di rapaci, mi è sembrata cosa buona e giusta lo scriverne in quanto già da anni a Triuggio, sopra Belvedere, si vedono gheppi e poiane così come dove abito a Tregasio. Recentemente ho avuto la fortuna, coinvolgendo Checco (Francesco Ornaghi) da anni esperto ornitologo ecc. ecc., di aver individuato una coppia di gheppi con tanto di nidiata, ben 5 gheppiettini, e ora lascio la parola a lui in qualità di tecnico ornitologo a darci qualche informazione in più.

Francesco Ornaghi

Mi chiama l’amico Angelo – racconta Francesco Ornaghi – dicendo che ci sono i piccoli di gheppio da lui, nidificanti presso un capannone a fianco casa sua. L’idea di vedere i piccoli e i genitori che gli portano le varie prede (lucertole, cavallette, topolini..) non è roba di tutti i giorni, cosi vado «su» a Tregasio e gli frego anche un buon caffè.

Genitore con cavalletta
Genitore con cavalletta

Il giorno dopo vengo a conoscenza che si potevano marcare i piccoli grazie a un progetto coordinato da ricercatori tedeschi Icarus (https://www.ab.mpg.de/icarus-birds). Tramite un mio amico, Michelangelo, ricercatore inanellatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) si prende i contatti coi proprietari del capannone e il giorno 3 giugno si è iniziato la marcatura e le misurazioni dei piccoli rapaci, applicando a ognuno un anello e un satellitare, questo per poterli seguire durante i loro spostamenti in Brianza e non. Prima però bisogna prenderli e non erano a terra ma sopra un muretto così con un sollevatore e con le opportune sicurezze, ci siamo alzati di pochi metri e li abbiamo messi nei sacchetti per lasciarli tranquilli. Il satellitare posizionato non è proprio un Gps, non ha batterie, funziona con un caricatore coi pannelli solari, ma il vantaggio che è leggerissimo pesa solo 2,5 grammi e potenzialmente dura una vita.

I piccoli rapaci li abbiamo denominati CK01,CK02 fino a CK05 e con una semplice applicazione (AnimalTracker – gratuita per tutti i dispositivi mobili) si possono seguire i vari percorsi e, addirittura, pare che uno sia andato in Svizzera, altri a Canzo, Cantù, Seregno, Monza, Limbiate eccetera. Per poter fare queste misurazioni, inanellamento e manipolazioni dei gheppi abbiamo un permesso dall’Ispra.

Attraverso l’utilizzo di questa tecnologia di tracciamento si possono aumentare le informazioni sulla vita di questi rapaci. Si possono seguire gli spostamenti, le distanze percorse, dove vanno a riposare, a nutrirsi, che tipologia di ambiente prediligano, che zona viene utilizzata come hotspot al fine della gestione dei flussi migratori, la loro età di sopravvivenza e tutte le notizie utili per conoscerli e salvaguardarli. Grazie per questa bella esperienza e per ul cafè a scèna