L'oca Reginaldo finisce al macello: gli animalisti denunciano il don
Don Simone Sanvito aveva annunciato su Facebook e Instagram che Reginaldo sarebbe diventato salame per la comunità
L’oca Reginaldo, la mascotte dell’oratorio “Don Bosco” di Villasanta, finisce al macello e gli animalisti denunciano don Simone Sanvito.
L’accusa è di maltrattamento di animale che ha causato la morte dello stesso. La vicenda risale ad alcuni giorni fa ed è stata raccontata anche sul Giornale di Vimercate in edicola da martedì 23 febbraio 2021.
Il prete, ricordiamo, aveva annunciato sul suo profilo Instagram e Facebook che Reginaldo, un’oca che da qualche giorno era arrivata in oratorio conquistando la simpatia di grandi e piccini, sarebbe diventato un "salame per la comunità", come aveva scritto il sacerdote sui Social.
Una sorte già segnata
Una immagine, quella di Reginaldo, che ha raccolto tantissimi like e commenti, divisi tra chi concordava con le intenzioni culinarie del sacerdote (c’era anche chi consigliava una bella cassoeula d’oca che dicono sia buonissima) e chi, invece, avrebbe preferito continuare a sentire gli starnazzi degli animali.
In realtà la sorte di Reginaldo, ribattezzato così in onore alla celebre oca del cartone animato della Disney "Gli Aristogatti", era già segnata anche perchè l'animale era molto aggressivo, come aveva sottolineato il sacerdote.
Apriti cielo. Una decisione, quella del don, che ha scatenato la dura reazione degli animalisti.
"Il don deve chiedere scusa"
Un esposto alla procura della repubblica di Monza nei confronti di don Simone Sanvito sarà inoltrato nei prossimi giorni dall'"Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente" con l'accusa di maltrattamento di animali causante la loro morte secondo l'articolo 544 ter del codice penale.
"Al di la dell'aspetto etico della questione- si legge in una nota dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente a firma del presidente nazionale Lorenzo Croce- appare evidente l'accanimento del prete di Villasanta contro la povera oca. Don Simone nell'uccidere e cucinare l'oca non solo ha dimostrato di essere privo di quella sensibilità che porta all'amore verso gli animali ma a nostro avviso potrebbe aver commesso un reato in quanto oramai da diverse parti le oche sono considerate animali domestici, e nel caso specifico l'oca Reginaldo era diventata di fatto la mascotte dell'oratorio. Chiediamo che la procura innanzitutto verifichi se esistono gli estremi di reato,ma sopratutto chiediamo, cosa che non farà di certo, che questo prete si scusi per il suo gesto vergognoso e che i suoi superiori prendano i dovuti provvedimenti disciplinari".