A Meda svelata la stele in memoria di Paolo Giorgetti
Riporta la fotografia della giovane vittima della 'ndrangheta e un Qr code che rimanda alla sua storia.
"In memoria di Paolo Giorgetti, vittima innocente della mafia". Una dicitura breve, ma densa di significato, a corredo della foto più conosciuta, e forse la più emblematica, del 16enne di Meda sequestrato e ucciso dalla 'ndrangheta il 9 novembre 1978, un'immagine in bianco e nero di lui sulla sua Vespa, in un pomeriggio come tanti. Ha uno stile semplice, ma ad effetto, la stele svelata oggi, mercoledì 23 ottobre 2024, in largo Giorgetti.
La cerimonia in largo Giorgetti
Attorno allo spazio verde in via Martesana dedicato proprio allo studente del liceo Marie Curie strappato troppo presto alla vita c'erano tanti semplici cittadini, i rappresentanti dell'Amministrazione comunale, di maggioranza e minoranza, i Carabinieri con il comandante della stazione cittadina, luogotenente Giuseppe Vantaggiato, la Polizia Provinciale con il comandante Flavio Zanardo, la Polizia Locale con il comandante Claudio Delpero e gli agenti, l'Anc, la Protezione civile, gli Alpini. Ma anche una rappresentanza degli studenti del liceo Curie, alcuni ex compagni di Giorgetti, tra cui la dirigente scolastica Wilma De Pieri. E ovviamente, visibilmente emozionati, i famigliari di Paolo, la mamma Augusta, il papà Carluccio e la sorella Roberta.
Il sindaco Luca Santambrogio: "Da una tragedia immane è nato qualcosa di positivo"
"Ringrazio i Giorgetti e i ragazzi del liceo, che pur essendo lontani da quegli anni hanno conosciuto tramite i progetti scolastici la tragica vicenda del 9 novembre 1978, che ha scosso la comunità intera e ha segnato la vita di una famiglia - ha esordito il sindaco, Luca Santambrogio - L'ha segnata in modo forte anche in senso positivo, perché i famigliari hanno saputo trasformare una tragedia immane in una missione, fondando l'associazione Amici di Tanguiéta che aiuta la popolazione di una zona del mondo in difficoltà".
"Una stele per ricordare Paolo Giorgetti e ribadire la lotta alla mafia"
Il primo cittadino ha quindi spiegato che "per tenere viva la memoria di Paolo, ricordare quanto accaduto e ribadire la lotta alla mafia", si è deciso di riqualificare lo spazio verde già dedicato al giovanissimo medese e di posizionarvi una stele che riporta la sua fotografia e un Qr code che rimanda al lavoro di approfondimento sulla sua storia realizzato nel 2018 dai ragazzi del liceo, in occasione del 40esimo anniversario della tragedia, e che è lo stesso riportato all'esterno del laboratorio di chimica intitolato proprio a Paolo Giorgetti.
"Spero che questo spazio diventi un luogo di rispetto - l'auspicio del sindaco - Affidiamo la sua cura ai residenti nei condomini di fronte".
La dirigente scolastica Wilma De Pieri: "Paolo Giorgetti rivive grazie ai famigliari e agli amici"
La parola è passata quindi a Wilma De Pieri, che ricorda ancora nitidamente quel 9 novembre 1978 in cui il suo compagno di 3B non arrivò in classe:
"Il tempo di oggi è simile a quello di quella maledetta mattina - ha detto - Sono tante le sensazioni che proviamo, noi come ex compagni di Paolo. Ci sono qui oggi Renato Morandi, che sedeva accanto a lui e poi ha visto il suo banco restare vuoto, Paolo Colombo, l'autore della fotografia scelta per la stele, diventata il simbolo della spensieratezza tipica dei 16 anni. E' importante che ci siano qui oggi i ragazzi del liceo, perché è importante che ricordino quanto accaduto e che si ponga l'accento su qualcosa di positivo. La negatività della vicenda, infatti, è stata sviscerata in tutti i modi, attraverso i progetti sulla legalità, ma è fondamentale capire che da un grandissimo dolore può nascere qualcosa di bello: Paolo rivive grazie a quanto fatto dagli amici e dai famigliari".
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Carluccio Giorgetti: "E' un dolore che non passa, ringrazio chi mi è stato vicino"
Nonostante le difficoltà fisiche dovute all'età e la voce affaticata, Carluccio Giorgetti ha voluto prendere la parola e il suo messaggio è risuonato più forte che mai:
"E' un dolore che non passa mai, qualcosa che porterò nella tomba - ha detto - Ringrazio chi mi è stato vicino e mi ha aiutato, altrimenti non avrei mai potuto realizzare quello che abbiamo fatto, qualcosa di importante, per aiutare chi è nato in un Paese sfortunato, tra fame e malattie. Abbiamo costruito la Pediatria dell’ospedale St Jean de Dieu a Tanguiéta, in Benin, e ogni anno curiamo circa 6mila bambini. Un bel traguardo, penso che sia stato Paolo ad aiutarmi a raggiungerlo".
La benedizione di don Angelo Fossati
Al termine degli interventi, è stata svelata la stele sulla quale don Angelo Fossati ha impartito la benedizione:
"Quando ci si lascia prendere dal denaro e dai vizi possono succedere questi drammi. Di certo Dio ha accolto questo ragazzo e lo ha abbracciato non appena è arrivato da Lui. Chiediamo a Dio che coloro che guardano questa stele, che ricorda il sacrificio di Paolo, siano ispirati dall'amore e non dall'odio".