La situazione

A Monza non si respira: «Siamo soffocati dal traffico e dagli allevamenti intensivi»

Il rapporto di Legambiente non lascia dubbi: «Servono politiche ambientali adeguate».

A Monza non si respira: «Siamo soffocati dal traffico e dagli allevamenti intensivi»
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Nessun miglioramento negli ultimi cinque anni. Questo è ciò che si evince dall’ultimo report di Legambiente in riferimento all’anno appena concluso in tema di inquinamento ambientale, che segnala una bassa qualità dell’aria in pianura.

A Monza non si respira: «Siamo soffocati dal traffico e dagli allevamenti intensivi»

E Monza rientra tra le città che hanno infranto il tetto massimo concesso dalla normativa europea per quanto riguarda le giornate di smog elevato con polveri oltre i 50 microgrammi/mc.
ll 2022 si conferma l’ennesimo anno di cattiva aria in Lombardia. Con pochissime variazioni rispetto ai precedenti, a guadagnare i primati negativi, per quanto riguarda le polveri sottili, sono Milano e Cremona.
Il dato che emerge nell’analisi di Legambiente Lombardia sui dati Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente, sottolinea come le due fonti prioritarie di emissioni che danno luogo agli elevati livelli di particolato sospeso, siano il traffico automobilistico per Milano e le emissioni zootecniche per il capoluogo della ‘bassa’.

«Se vogliamo ambire a una dignitosa qualità dell’aria, occorre che venga avviata una nuova stagione di politiche ambientali, che portino da un lato ad una riduzione sostanziale del trasporto su gomma, e dall’altro ad una trasformazione strutturale dell’agricoltura lombarda, che deve diversificare le proprie produzioni per ridurre l’eccessivo carico zootecnico» ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.

Tra le fonti inquinanti anche la legna da ardere

Soprattutto nel periodo invernale le emissioni che influiscono sull’inquinamento sono elevate e anche la legna da ardere, utilizzata per i camini, rientra tra le fonti inquinanti. «Complice il caro bollette, viene erroneamente considerato un metodo di riscaldamento alternativo al gas, anche se di fatto la resa energetica non è efficiente e il potere calorifico è limitato nel tempo, oltre a non rappresentare un reale risparmio economico né nel breve né nel lungo periodo, a discapito dell'ambiente» ha concluso Meggetto.

Le misure antismog

Dopo la pubblicazione di tali dati, a Monza, è stata necessaria una manovra straordinaria, con l’introduzione di misure antismog che revocassero le ordinarie misure per il controllo dell’inquinamento ambientale. E fortunatamente, dopo soli cinque giorni dall’attuazione di nuove misure si è potuti tornare ad ottenere valori che rientrino nei parametri Arpa.

L'ordinanza del sindaco

Già in precedenza però, il sindaco monzese Paolo Pilotto, a ottobre, aveva emanato un’ordinanza, con validità fino al 31 marzo 2023, per l’attuazione di misure straordinarie per il miglioramento della qualità dell’aria e il contrasto all’inquinamento locale. Misure che sono ritenute fondamentali, sopratutto dopo quanto dichiarato da Maddalena Viola, presidente di Legambiente Monza.

Maddalena Viola, Presidente della sezione monzese di Legambiente, denuncia la situazione critica legata all’inquinamento

«Anche Monza, come Milano e tutta la pianura, è messa male dal punto di vista della qualità dell’aria: i tre parametri principali dell’inquinamento, ossia il pm10, pm5 e no2 sono sempre molto alti, superando il limite richiesto dall’Oms. Per di più c’è una netta correlazione tra il livello di inquinamento e le malattie del sistema respiratorio malattie cardiache».

Le possibili proposte per migliorare la qualità dell'aria

Infatti, è stato dimostrato che anche le più gravi conseguenze da Covid-19 erano legate proprio dall’inquinamento presente nell’aria che respiriamo. «Purtroppo non molto è stato fatto e anche qui a Monza non si sono riscontrate delle modifiche significative su elementi che potrebbero portare un beneficio locale sulla situazione» ha aggiunto Viola che ha tenuto a sottolineare anche l’importanza di relazionarsi con le proposte nazionali di Legambiente. La prima proposta, quella sulla quale è più importante porre l’attenzione, è il ridisegno dello spazio pubblico urbano a misura d’uomo. Per realizzare questa proposta ci sono vari temi che possono essere sviluppati come la zona 30, della quale si è discusso in precedente nell’assemblea pubblica a Triante, oppure attuare il progetto della città dei quindici minuti, ossia far trovare al cittadino tutti i servizi necessari a non più di quindici minuti da casa sua in modo che possa raggiungerli facilmente a piedi». Non solo. «Di fondamentale importanza sarebbe aumentare la dotazione del trasporto pubblico generale e in particolare quello elettrico, implementando anche la share mobility», ha aggiunto il presidente di Legambiente spiegando anche che Monza in questo senso si sta muovendo in ottica ottimale, ma mancano le piste ciclabili che consentano così una piena fruizione di trasporti sostenibili come biciclette o monopattini elettrici. «Per quanto rigurda il fatto di ridisegnare lo spazio pubblico urbano, noi come circolo Legambiente sosteniamo l’amministrazione comunale su progetti che portino al miglioramento della vita di ogni singolo cittadino» ha chiosato Viola. Il messaggio generale che possiamo trarre è che dobbiamo porre un cambiamento in primis su noi stessi e sulle nostre abitudini per poter ottenere un benessere diffuso.

Le centraline per i monitoraggi

Inoltre, Legambiente Monza ha preso parte ad un ulteriore progetto, che prenderà piede tra non molto, che riguarda il posizionamento di alcune centraline in determinati luoghi della città per effettuare dei monitoraggi sulla concentrazione di No2 con la stretta collaborazione dei cittadini.

Il Comitato Aria Pulita ha acquistato ben quindici rilevatori da posizionare nei quartieri della città

Quindici rilevatori di smog sparsi su tutto il territorio comunale per monitorare la qualità dell’aria di Monza. Così anche il Comitato Aria Pulita Monza ha deciso di rimboccarsi le maniche e di impegnarsi in prima persona per conoscere lo stato di salute dell’aria del capoluogo della Brianza.

«Il nostro comitato è nato circa tre anni fa proprio con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sul tema della qualità dell’aria della nostra città - ha spiegato il presidente Cruciano Nasca - Per questo abbiamo aderito subito alla proposta dei “Cittadini per l’aria pulita”».

Il comitato monzese, insieme ad altre realtà locali che si occupano della tutela dell’ambiente, ha deciso di scendere in campo e di essere in prima fila.
«Abbiamo acquistato una quindicina di rilevatori dell’inquinamento che saranno posizionati nei vari quartieri della città - ha spiegato - Questo per cercare di valutare quello che realmente respiriamo ogni giorno. Viviamo in una delle aree più inquinate d’Europa».

Infatti tutti gli indicatori, da anni, posizionano Monza (e anche la Brianza e la cintura milanese) come maglia nera nella classifica delle aree più inquinate della Lombardia.
«L’obiettivo è quello di posizionare i rilevatori nelle zone maggiormente trafficate e che, potenzialmente, possano darci dei valori significativi - spiega Nusca, insieme a Carmelo Vinciguerra e Roberto Scarian - Per questo li posizioneremo in molte zone sensibili della nostra città. Da viale Lombardia a San Biagio, da Sant’Albino (che si trova stritolata nella morsa dello smog) fino a San Carlo, Triante e San Fruttuoso».
Gli strumenti, che sono già stati prenotati e acquistati, saranno poi posizionati nelle zone individuate dagli ambientalisti e lì resteranno per circa 15 giorni.
«Passato questo tempo i rilevatori saranno rimossi e spediti in un laboratorio in Inghilterra - ha continuato - Qui verranno analizzati uno per uno e in primavera contiamo di avere i risultati con i dati aggiornati».

Il presidente Cruciano Nasca mentre posiziona uno dei rilevatori per lo studio e l’analisi della qualità dell’aria di Monza
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