Le interviste a Monza

Allerta amianto: tutto quello che c'è da sapere

Il Giornale di Monza ha raccolto i pareri dell'urbanista Massimo Rossati e dello pneumologo del San Gerardo Fabrizio Luppi

Allerta amianto: tutto quello che c'è da sapere
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E' ancora allerta amianto a Monza dopo l'istituzione delle due aree rosse a seguito dei tetti scoperchiati in viale Europa e in via Borgazzi.

Monza: allerta amianto

Non solo l'area rossa istituita tra le vie Europa, Goldoni, Marsala e Calatafimi. Il terribile nubifragio che si è abbattuto su Monza ha messo in luce anche altre situazioni critiche.

Durante il temporale della serata di lunedì 24 luglio 2023 una tettoia di eternit si è staccata anche dall'area ex Tpm di via Borgazzi, colpendo un edificio in via Gorizia.

E dunque anche qui, con l'ordinanza del sindaco Paolo Pilotto, verrà istituita anche lì l'area rossa con le stesse precauzioni adottate in via Marsala a protezione della popolazione.

Eternit e ambiente: cosa c'è da sapere

Fino agli anni Ottanta era utilizzato - e a tratti abusato - per le coperture di tetti delle abitazioni, capannoni, aziende e anche scuole e edifici pubblici.

La lavorazione e la produzione dell’amianto, in Italia, è stata dichiarata fuori legge a partire dagli inizi degli anni Novanta. Anche in Lombardia, grazie a una stringente normativa, le coperture in eternit sono sottoposte a uno scrupoloso monitoraggio.

La normativa prevede che siano i proprietari di fabbricati e manufatti contenenti amianto a “denunciare” la presenza di questo materiale nelle loro proprietà e la procedura è che ci si attivi attraverso il Comuni e l’Ats di competenza.

Ha sottolineato Massimo Rossati, docente di Tecnica urbanistica del paesaggio al Politecnico di Milano e assessore all’Urbanistica e ambiente a Lissone.

E’ dal 2005 che Regione Lombardia ha iniziato a trattare la materia in maniera molto seria - spiega - Questo perchè serve anche tutelare la salute e l’ambiente.

Infatti le fibre di amianto, è ormai fatto noto, sono una sostanza altamente cancerogena se inalata e respirata.

Infatti è previsto un censimento di tutte le componenti e coperture presenti sul territorio regionale e questo perchè serve fare una mappatura di quello che è lo stato di fatto nelle nostre città - ha sottolineato Rossati - Proprio in questa direzione vanno le classificazioni che indicano lo stato di degrado di tetti e pareti.

Infatti la normativa lombarda prevede che ci siano tre classificazioni da tenere in considerazione.

Gli indici da tenere sotto osservazione

Sono tre sostanzialmente gli indici cui serve prestare massima attenzione per una corretta manutenzione delle coperture e dei manufatti.

Con un indice di degrado minore uguale a 25 non è previsto alcun intervento di bonifica ma solamente una rivalutazione biennale dello stato del manufatto in amianto - ha aggiunto il docente universitario - Con un indice compreso tra 25 e 44, invece, entro tre anni è necessario intervenire con una bonifica complessiva.

Il vero «problema» si ha quando il valore supera l’indice 44.

In questo caso è necessario rimuovere completamente la copertura nell’arco dei 12 mesi perchè vuol dire che lo “stato di salute” è ormai compromesso a tal punto da essere rischioso per la salute umana e per l’ambiente - ha spiegato Rossati - Non si deve legare ogni intervento al concetto economico, la salute è importante e bisogna tutelarla.

Già a partire dal 2012 e 2013 si è intrapreso il monitoraggio delle aree dismesse (ma non solo) che presentano coperture in Ethernit.

Ogni privato, con senso di responsabilità collettiva, deve censire le sue proprietà per la tutela della salute di tutti - ha proseguito - Proprio per questo anche la Regione Lombardia ha steso appositi bandi per dare un aiuto concreto a chi decide di smaltire l’amianto presente nelle singole proprietà.

Poi c’è tutta la questione legata allo smaltimento che, ovviamente, ha costi non certo facili da sopportare.

C’è ancora tantissimo da fare, lo smaltimento delle coperture e delle parti interessate ha costi davvero molto altri. Però non dobbiamo dimenticare che ne va della salute di tutti. Ci sono anche altre alternative, laddove possibile, alla rimozione.

Ha concluso Massimo Rossati.

Incapsulamento o sopracopertura?

Due le alternative alla rimozione. La normativa prevede infatti anche la cosiddetta sovracopertura, ovvero un intervento di confinamento che si ottiene installando una nuova copertura sopra quella in cemento-amianto.

L’incapsulamento, invece, prevede l’utilizzo di prodotti coprenti della superficie da trattare. Entrambi i trattamenti devono poi essere certificati dall’azienda.

Allerta amianto e salute: il commento

Mascherine e igienizzazione di scarpe e mani. Queste le principali precauzioni raccomandate dall’ordinanza del sindaco dopo che un tetto in amianto si è abbattuto tra viale Europa e via Marsala.

Ma quali sono le reali conseguenze sull’apparato respiratorio umano in caso di inalazione delle polveri di amianto?

Il Giornale di Monza lo ha chiesto al professor Fabrizio Luppi, direttore dell’unità complessa di Pneumologia dell’Irccs San Gerardo.

Effettivamente se respirate le polveri di asbesto (il minerale da cui nasce il cemento-amianto, Ndr) possono causare patologie anche molto gravi come l’absestosi, il cancro o il mesotelioma pleurico - ha spiegato il professore - Però bisogna precisare che non basta respirare una sola volta le polveri per essere soggetti alla patologia.

Infatti, nei casi più gravi e conclamati, prima che si possa parlare di malattia il paziente è esposto in maniera duratura al respiro o all’esalazione del minerale tossico.

Gli studi dimostrano che servono decenni di esposizione prima che un paziente mostri i sintomi delle patologie - ha aggiunto Luppi - Basti pensare ai tantissimi operai che hanno lavorato per decenni nelle Ferrovie dove era solito usare l’amianto lungo i binari. In moltissimi casi anche le mogli, che respiravano le polveri di cui erano impregnate le divise dei mariti, hanno sviluppato una patologia correlata.

Quanto accaduto a Monza, secondo il parere del medico, non deve comunque generare allarmismo: «Bene le precauzioni previste, ma non dimentichiamoci del fattore temporale che assume un ruolo fondamentale in questi casi. Le probabilità di sviluppare una patologia sono molto basse e comunque le normative vigenti sono pensate proprio per la tutela della nostra salute».

Il servizio completo con uno speciale sul Giornale di Monza in edicola o sull'edizione digitale

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