Arcore

Casati da record: tre generazioni e mezzo secolo di parrucchieri

Paolo guida la dinastia dal 1973: oggi lavora insieme al figlio Emanuele e al nipote Cristian

Casati da record: tre generazioni e mezzo secolo di parrucchieri
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Una passione lunga 50 anni e che ora abbraccia ben tre generazioni. Mezzo secolo a tagliare i capelli e ad accogliere i suoi clienti sempre con il sorriso. Lui è Paolo Casati, 74enne, originario di Carnate e titolare dell’omonimo negozio di barbiere in via Casati (quando si dice il destino...) ad Arcore, una delle attività più longeve e durature di tutta la città.

Casati da record: tre generazioni e mezzo secolo di parrucchieri

Infatti, l’attività aprì i battenti a fine agosto 1971, e a oggi viene portata avanti anche grazie al figlio Emanuele e al nipote Cristian, deciso a seguire le orme dei suoi predecessori.

«Ormai sembra un giorno così lontano quello in cui riuscii a dare vita al mio piccolo paradiso – ha raccontato il parrucchiere – Ero giovane, avevo solo 22 anni e in tanti mi dicevano che era una follia cimentarsi in quest’impresa. Ma per me era un’ottima idea: aprire un’attività nel centro di Arcore e in una delle vie più trafficate. A distanza di 50 posso dire che avevo ragione a fidarmi di me stesso».

Nel 1973, esattamente 50 anni fa, riuscì ad ottenere la licenza ed ebbe ufficialmente inizio un cammino incredibile, pieno di forza di volontà e determinazione.

«Oggi, nel mio negozio, vengono i figli di coloro che si facevano tagliare i capelli quando erano ancora dei ragazzini – ha proseguito – Non è solo una questione generazionale, visto che a settembre andrò in pensione e lascerà definitivamente le redini ai miei successori, ma anche di clientela. Anzi, in realtà più di amicizia e fiducia».

Una foto storica del negozio

Una passione nata durante il servizio militare e che l’ha portato a coronare il suo grande sogno:

«Prima di aprire il negozio mi trovavo a Civitavecchia, nel primo reggimento Bersaglieri. Un giorno mi dissero che avrei dovuto tagliare i capelli ai miei colleghi. Non sapevo da dove iniziare, ma da questa “chiamata” nacque un vero e proprio lavoro che, nel corso degli anni, mi ha dato tante soddisfazioni. Un po’ di anni fa nel mio negozio venivano anche campioni di Formula Uno in occasione del Gran Premio di Monza. Due su tutti: Clay Regazzoni e John Surtees».

Il cambio della guardia

Purtroppo tutte le cose belle finiscono, anche se in realtà non smettono mai di rivivere in noi. Infatti, tra un paio di mesi sarà ufficiale il cambio della guardia dietro al bancone. Per settembre è previsto il pensionamento di Paolo che darà in mano la sua attività al figlio e al nipote:

«Emanuele ormai è dentro il negozio da moltissimo tempo. Cristian, che ha appena 22 anni, proprio l’età a cui ho iniziato anche io, a settembre terminerà la scuola classica di parrucchiere e un giorno sarà lui il proprietario. Dopo tutto, è un loro diritto acquisito ed è giusto che si tramandi».

Ovviamente, il dispiacere di andarsene è tanto, ma sarà un addio molto delicato: considerando la giovane età del nipote, il nonno gli fungerà da maestro per insegnargli tutti i segreti del mestiere. Un negozio storico insomma, che ha piantato le radici in città e che ormai ha una valenza simbolica per tutti i cari affezionati clienti. Proprio per questo, il fondatore si è già messo in contatto con l’Amministrazione comunale, in particolare con l’assessore al Commercio, Nicolò Malacrida. 

«Vorrei tanto avere tra le mie mani un riconoscimento, come è previsto anche dalla normativa della regione per tutte quelle attività che compiono 50 anni – ha affermato – Mi sembra giusto, perché non tutti arrivano a questi risultati da soli e con i propri sforzi, tra sacrifici e rinunce».

Come detto, nonostante la tristezza di andarsene via, Paolo è certo di lasciare il suo locale in mani fidate, che se ne prenderanno cura, proprio come lui stesso ha fatto in questo mezzo secolo:

«Ringrazio la nostra clientela, gli amici e tutti coloro che si sono sempre fidati di noi – ha concluso – C’è ancora un po’ di tempo per vedermi all’opera. Perciò, chiunque vorrà passare per rivedere un’altra volta le forbici in mano lo faccia ora o mai più».

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