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Case di riposo ancora blindate, nuova protesta

Il Comitato Orsan si è attivato per fare applicare la legge che le riapriva ai parenti

Case di riposo ancora blindate, nuova protesta
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Nonostante c’è una legge di maggio che ha riaperto le case di riposo alle visite dei parenti, ad oggi in Brianza la maggior parte sono ancora blindate. Una situazione insostenibile per chi ha un proprio caro in una Rsa che il Comitato Orsan sta cercando di fronteggiare.

Case di riposo blindate

«Avrei voluto vivere una settimana in meno, ma almeno vedere la mia nipotina prima di morire».
Lo ha scritto prima di andarsene per sempre uno degli ospiti di una casa di riposo monzese. Fa fatica anche solo ad ascoltare questo messaggio senza piangere chi ha un proprio caro in una Rsa e ben conosce la situazione di isolamento cui sono destinati gli anziani nella fase finale della propria vita quando più avrebbero bisogno della vicinanza dei loro affetti. Ora c’è Omicron, prima c’era Delta, ma nonostante le vaccinazioni (una, due, tre), i Green pass e i super Green pass, i tamponi, le mascherine e le attenzioni, le visite dei parenti sono state nuovamente cancellate.

Nonostante le vaccinazioni...

«Fin dai primi di dicembre sono ricominciate le chiusure illegali da parte delle case di riposo e il fenomeno sta aumentando - spiega Dario Francolino, presidente del Comitato Orsan - Open Rsa Now - Eppure nonostante denunce, manifestazioni, lettere, in questo momento nessuno ci ascolta. Il problema non interessa a nessuno e noi siamo scomodi. Eppure ci ribelliamo perché non esiste una disposizione a livello governativo né legislativo che parla di chiudere indiscriminate delle Rsa come nella realtà avviene». Eppure tenere aperto si può. «Ho incontrato tutti i direttori sanitari della Brianza e ben conosco il problema, io ho mia mamma alla San Francesco dove le visite non sono state sospese. E’ la prova che se si ragiona e si mettono in piedi protocolli che tutelano tutti, si può fare». L’incremento dei contagi è un discorso reale. «Ma anche quando i numeri scenderanno, questo non cambierà la situazione purtroppo».

Manca la riconversione dei luoghi

Ma quale è davvero il problema? Perché la maggior parte delle Rsa preferisce chiudere? «Occorre fare un piccolo sforzo per creare spazi idonei che non sono stati creati  - aggiunge Francolino - Ho visitato 20 case di riposo di Monza e Brianza e non è stato fatto nessun passo per adibire spazi, come palestre o chiese, neanche nelle più prestigiose, per farne luoghi di incontro coi parenti». Eppure l’8 maggio 2021 la battaglia era stata vinta, le case di riposo erano state riaperte con la legge del Parlamento numero 126 del 16 settembre 2021. «La legge c’è ma non viene rispettata. I Nas fanno controlli su cibo, mascherine, tamponi etc. ma nessuno va a vedere il benessere degli ospiti dal punto di vista emotivo - ha spiegato Francolino - L’accesso quotidiano deve essere garantito ai parenti. Sono cose essenziali, ma ad oggi poche strutture lo consentono».

Anche gli ospedali sono chiusi

Intanto continua anche la battaglia per riaprire gli ospedali alle visite dei parenti. Da venerdì Mirko Damasco, presidente della Onlus Salvagente, ha iniziato un sit in di protesta fuori dal San Gerardo per chiedere di consentire con un protocollo di sicurezza le visite ai propri cari (qui l'articolo completo). Un appello per ora rimasto inascoltato. Ma per quanto ancora si può andare avanti così?

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