Presidio

Continua la protesta dei lavoratori della Bavelloni: oggi otto ore di sciopero

Davanti al sito lentatese della storica azienda la manifestazione dei dipendenti: in 55 rischiano di perdere il posto.

Continua la protesta dei lavoratori della Bavelloni: oggi otto ore di sciopero

Continua la protesta alla Bavelloni, la storica azienda con sedi a Bregnano (Como) e Lentate sul Seveso da settimane nell’occhio del ciclone per il futuro di 55 lavoratori, che in base alle nuove decisioni aziendali rischiano di non avere più un impiego.

Oggi ore di sciopero nella sede di Lentate della Bavelloni

Dopo i due presidi delle scorse settimane nello stabilimento di Bregnano (in cui vengono prodotti utensili per la lavorazione del vetro), oggi, mercoledì 10 dicembre 2025, i lavoratori si sono radunati nella sede lentatese di via Natta (dove viene eseguita la produzione di macchine per la lavorazione del vetro) per manifestare la propria contrarietà al piano aziendale, presentato l’1 dicembre.

“No allo smantellamento del sito di Bregnano e al ridimensionamento di quello di Lentate”

“Siamo qui in presidio per dire no allo smantellamento del sito di Bregnano e al ridimensionamento di quello di Lentate – dichiara Luca Conti, segretario generale della FIOM (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) CGIL Como – Nell’incontro dell’1 dicembre, infatti, la direzione Bavelloni/Biesse ci ha comunicato l’attuazione di quello che abbiamo ribattezzato “Metodo Biesse”, (dal nome della società italiana che da un paio di anni è entrata nell’assetto societario, ndr)”.

“Ben 55 lavoratori della Bavelloni perderanno il posto”

Sostanzialmente il piano prevede lo smantellamento della produzione del sito di Bregnano “spostando i carichi di lavoro nella sede di Diamut Biesse a Lugo (Ravenna), produzioni che oggi avrebbero permesso di lavorare con 1-2 giorni di scarico massimo alla settimana. Questa scelta porterà ad avere 22 esuberi nel sito e la chiusura completa della produzione. Non solo: il sito lentatese subirà un ridimensionamento, mantenendo sostanzialmente un solo prodotto e generando 33 esuberi. Un totale di 55 esuberi sui due siti Bavelloni che a oggi occupano 92 addetti, 55 persone che perdono il lavoro, 55 persone che dopo decenni di impegno e professionalità si ritroveranno a casa”.

“Oltre al danno la beffa: bonus di 800 euro a tutti i dipendenti del gruppo tranne a quelli della Bavelloni”

Ma oltre al danno c’è anche la beffa, come ci ha spiegato Conti:

“A Biesse non basta prendersi il lavoro e portarlo via o far ricadere scelte errate come lo smantellamento della rete di vendita Bavelloni per lanciare quella di Biesse, che hanno creato perdite di commesse, sulle lavoratrici e sui lavoratori, ma con un colpo di scena la proprietà elargisce un bonus di 800 euro di welfare a tutti i dipendenti del gruppo, tranne che a quelli della Bavelloni. Non sembrava bello dare un bonus e poi comunicare che chiudi, sicuramente è più bello andare sui giornali e passare come un benefattore, dichiarando che per Biesse “le persone sono al centro”. Sì, quelle di
Bavelloni sono al centro per l’impiego però. Il bonus tra l’altro è stato dato anche nei siti dove c’è attivo un Cds (contratto di solidarietà) in deroga. Ma che paese siamo, concediamo un ammortizzatore sociale in deroga pagato dalla collettività e poi i padroni si fanno belli con mance”.

Anche i 18 lavoratori che non saranno licenziati hanno preso parte allo sciopero

L’azienda ha convocato venerdì 5 dicembre le 18 persone che intende tenere nella produzione al sito di Lentate, “generando ulteriore tensione tra colleghi e screditando il sindacato. Ma alcuni dei convocati
hanno dichiarato che continueranno la lotta con i colleghi e che il sito per loro ha senso con dentro tutte e tutti. Per questo anche loro stanno partecipando allo sciopero”.

“Chiediamo alla Bavelloni di rivedere le proprie scelte”

La rabbia si mescola all’amarezza davanti alla sede lentatese dell’azienda, ma non lascia spazio alla rassegnazione:

“Respingiamo il Metodo Biesse e chiediamo all’azienda di rivedere le proprie scelte e di attivare un ammortizzatore sul 2026, dato che il Cds scadrà il 31 dicembre, al fine di dare continuità alla produzione sui due siti – ha concluso Luca Conti – Con questo obiettivo la nostra lotta continua: non ci fermeremo fino a quando l’azienda non rivedrà il suo piano e metteremo in campo tutte le azioni possibili sul piano sindacale e legale. Vogliamo valorizzare la professionalità dei lavoratori, quella che ha fatto di Bavelloni un marchio storico e riconosciuto per tutti questi anni”.