Il caso

Corruzione a Usmate Velate: respinto il ricorso contro il sequestro dei terreni

Niente da fare per le famiglie che avevano acquistato le abitazioni di via Manara dal costruttore indagato: l'area rimane sotto sigilli

Corruzione a Usmate Velate: respinto il ricorso contro il sequestro dei terreni
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Respinto il ricorso contro il sequestro del cantiere "Verde Manara", finito al centro dell'inchiesta per presunta corruzione al Comune di Usmate Velate a danno di oltre venti famiglie che hanno investito i loro risparmi sull’acquisto della casa progettata dallo studio di Alberto Riva, costruttore di Vimercate agli arresti domiciliari per presunti favori urbanistici con l'ex funzionario comunale Antonio Colombo.

Respinto il ricorso contro il sequestro dei terreni

La decisione è stata presa nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 9 settembre, dai giudici del Tribunale del riesame di Monza, al quale si erano rivolti alcuni soci dell’immobiliarista brianzolo. I giudici si sono presi 45 giorni per motivare la decisione. Ai ricorrenti resta la possibilità di proporre ulteriore impugnazione davanti alla Corte di Cassazione.

Acquirenti beffati

A pagare il prezzo più alto saranno gli acquirenti degli appartamenti che sarebbero dovuti sorgere proprio su questo terreno, tra via Manara e via Villaggio dei Pini. Lo scorso 17 luglio il provvedimento di sequestro aveva bloccato tutto. Le palazzine erano ormai pronte per essere consegnate ai promissari, che peraltro avevano già versato ingenti somme per entrare in possesso delle abitazioni, ventiquattro in totale. Si stima una perdita di due milioni di euro, senza contare l’acquisto dei mobili, chi ha venduto casa propria, gli affitti di abitazioni provvisorie e magazzini per stipare il proprio materiale.

Presunta corruzione a Usmate Velate

L'ipotesi di reato, ricordiamo, è quella di corruzione e lottizzazione abusiva proprio sulla costruzione dello stabile di via Manara. Per la procura, Riva ha ottenuto più volumetrie, grazie all’intervento di Colombo. Se le accuse venissero dimostrate, le tre palazzine andrebbero perdute e, a norma di legge, distrutte. Dal punto di vista della procura, invece, è stato notificato l’atto di conclusione indagini che, come da procedura, prevede un termine per la presentazione di memorie o per permettere agli indagati di essere sentiti. Il termine in questione sarebbe in scadenza questa settimana. Dalla prossima, dunque, gli inquirenti potrebbero chiedere il rinvio a giudizio.

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