Desio nel 1700 e i tartufi
La scoperta del pregiato fungo nei giardini di Villa Cusani e la descrizione di una macchina per crivellare la sabbia.
L’approfondimento di Angelo Cecchetti di Triuggio, «custode temporaneo della storia», ci porta indietro nel tempo, precisamente nel 1700 quando in Villa Cusani a Desio c'erano i tartufi.
Desio nel 1700 e i tartufi
Cerchiamo di aprire un piccolo spiraglio sul passato desiano alla fine del 1700 utilizzando, allo scopo, un paio di volumi di quel periodo. Il primo testo anno 1786 estratto da Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti - Lettera dell'abate Carlo Amoretti al pm Guglielmo Della Valle - Minore Conventuale - Sulla coltivazione dei Tartufi e delle Spugnole. Per comodità si estrapola il testo riferito al giardino di Desio.
“… Pregiatissimo Amico - Eccovi in iscritto, anzi in stampa quanto v’accennai viaggio facendo da Pavia a Milano sulla vegetazione de’ tartufi, e delle spugnole, da me osservata, la prima nel giardino di Desio, la seconda nel giardino di Milano del Sig. Marchese Ferdinando Cusani. Il giardino di Desio è ampio piucché essere nol sogliono i giardini delle Ville Lombarde, ove il terreno, generalmente ubertoso con parsimonia si consacra al lusso.
In quel giardino misto è l’utile al dilettevole. Nelle vigne, negli orti, ne’ broli (frutteti) vedesi sempre congiunta all’ubertà, alla sceltezza delle piante, alla squisitezza del prodotto la più bella eleganza. Ampie e maestose serre ove costringono gli erbaggi i frutti e i fiori a mostrare nel più fitto inverno tutta la pompa della primavera; ove serbano nelle vaste limoniere il tepore della spiaggia ligustica (ligure); e ove agli ananassi, alle muse (genere di palme), al caffè ec.
Offron un clima quale i progenitori loro il provano fra i tropici; mentre a loro dinanzi simmetricamente distribuite sorgon in aria aperta parecchie delle più belle piante dell’Ameria settentrionale. Un bel ruscello a cui i colli Comaschi somministrano acqua perenne, mentre attraversa il giardino, e ampie vasche vi forma, vi mantiene in ogni parte l’umidità necessaria, la quale altrimenti non avrebbesi in un paese …
In tutto ciò ognun ravvisa l’oggetto d’utilità non disgiunto dalla campestre delizia; ma i viali fiancheggiati da tigli, i boschetti di castagni e di roveri, e le alte ed ampie siepi di carpino che ora strade formano, or piazze, or labirinti, or tempi, or grotte … Eppur qui per l’appunto quasi a fior di terra stanno, crescono, si moltiplicano i tartufi in copia tale, che voi ne stupireste, comunque avvezzo ai colli del Monferrato.
Ecco come si scoprì questo prodotto. Mentre l’anno scorso preparavasi il giardino per l’autunnale villeggiatura che splendida … un contadino, che sgombrava dalle erbe un viale con ferro tagliente, recise un tartufo che stava presso la superficie. Tale gli parve alla vista, e all’odore; ma dubitandone tuttavia per la novità della cosa, ad Antonio Villoresi mostrollo abilissimoe colto giardiniere, che ben tosto lo riconobbe, e diedesi a cerarne degli altri, che pur trovovvi. S
i procurò quindi un cane da tartufi, che non si ebbe se non da Agliate villaggio presso i colli, poiché al piano niuno mai pensò a cercare tartufi, ove niuno mai prima di quel dì trovati ne avea; e in presenza de’ padroni, e degli ospiti ne’ boschetti e appiè de’ carpini molte libbre sen raccolsero per la maggior parte neri, ma alcuni pur se ne scavarono e bianchicci, e di color di carne col sapor d’aglio, quali venir ci vogliono dalle vostre colline …
Il mentovato (menzionato) Giardiniere ha sì ben fatto l’occhio a questo prodotto, che anche senza cane al piccolo rialzamento della terra che sa crescendo ei conosce il tartufo; ma non conviene il così coglierlo, perché l’occhio non può giudicare della maturanza come ne giudica l’odorato del cane, che i soli tartufi maturi e saporiti sente , e scava. La grossezza di questi tartufi è varia … due pollici di diametro (circa 5 cm) …
La scoperta de’ tartufi nel giardino ha mossi alcuni a ricercarne ne’ vicini boschetti dì castagni, che di roveri, ma ogni ricerca, anche coll’aiuto di valente cane, è stata vana. Come dunque nacquero e propagaronsi i tartufi nel giardino di Desio? … Bisogna che il seme cada in luogo adattato, convenientemente umido, alquanto ma non del tutto ombreggiato, in terreno ottimo e che mai non sia smosso; il che di rado o non mai avviene al terreno concimato delle campagne … Io v’ho narrato il fatto. Se voi credete quindi qualche cosa inserirne per la coltivazione artificiale de’ tartufi, fatel pure; e io vi saprò grado se mi darete poi il ragguaglio de’ vostri sperimenti, e dell’esito che avranno...”
Le spugnole
Il testo prosegue poi nella descrizione delle Spugnole in quel di Milano, quindi non di pertinenza desiana. L’Amoretti, nella sua descrizione, anche se il tema principale oggetto della missiva fa riferimento alla scoperta dei tartufi, mette in evidenza nel contempo la maestosità del giardino che, per essere precisi, si tratta del giardino di Villa Marchesi Cusani. Giardino già per altro descritto in altre opere di simil periodo che si allegano per immaginare la bellezza del luogo.
Il secondo testo anno 1789
Il secondo testo anno 1789 estratto da Atti della società patriottica di Milano - Volume II – Descrizione e uso d’una macchina per isgombrare il terreno da’ sassi, e crivellare la sabbia Immaginata ed eseguita da Pier Francesco Ponti Ferrajo del Borgo di Desio nel Milanese. Anche qui si estrapola il testo.
“… Si è disputato talora fra gli Agronomi, se convenga, o no, sgombrare un terreno da’ sassi. Pretendendo alcuni che i ciottoli, ove siano di natura calcare, di piccola mole … servano non meno alle viti che alle biade, mantenendo il terreno soffice e asciutto … Egli è certo però che, malgrado questi vantaggi, ogni coltivatore diligente procura di sgombrare da’ ciottoli il suo fondo … E di questa verità si’ persuasi sono i coltivatori de’ terreni, che sono verso il monte di Brianza, che maggior fitto volentieri pagherebbero, ove sgombri da’ sassi loro si dessero i campi.
Lo sgombrarli però, o col trascegliere i sassi, e gettarli alle sponde, come alcuni consigliano, o col crivellare la terra passandola a traverso d’un crivello, o d’una ramata, o ferriata, come s’usa pel terreno degli orti, si’ incomoda e dispendiosa cosa ella è, che economicamente non conviene … Quindi Pier Francesco Ponti abil ferrajo, e industrioso artista, ha pensato a fare una macchinetta, che per semplicità, la tenue spesa, e’l molto vantaggio fosse adatta alla campestre economia di coloro, che sgombrare volessero da’ sassi il terreno … “ Prosegue il testo con tanto di descrizione tecnica dell’attrezzatura, di come costruirla e di come usarla e con tanto di analisi economica. Il Ponti ferrajo è stato un antesignano del manuale d’uso e costruzione (ancor prima della obbligatoria marcatura CE… chiedo scusa per la divagazione …).