Solidarietà

Due case per l'infanzia nel ricordo del parrucchiere di Carate

Il 6 dicembre verranno inaugurati a Gudlavalleru due centri dedicati alla memoria di Giancarlo Terruzzi, morto in Sardegna quattro anni fa.

Due case per l'infanzia nel ricordo del parrucchiere di Carate
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Il 6 dicembre verranno inaugurati a Gudlavalleru in India due centri dell’infanzia dedicati alla memoria di Giancarlo Terruzzi, parrucchiere del Loghetto a Carate Brianza.

Sono passati quattro anni dalla morte di Giancarlo Terruzzi ma non si è mai spenta l’eco della sua generosità a favore delle popolazioni più povere dell’India. Martedì 6 dicembre, alla presenza dell’attore indiano Kabir Bedi, l’indimenticabile Sandokan televisivo, verranno inaugurati, nella provincia di Gudlavalleru, due centri dell’infanzia, che gli indiani chiamano anganwadi, dedicati alla memoria del parrucchiere caratese. Pensando di fagli cosa gradita, l’associazione «Care&Share onlus», alla quale era legato, li ha chiamati in brianzolo «Ca’ dei bagaii».

Giancarlo Terruzzi, una vita a Carate Brianza

Nato nel 1945 a Ponte Albiate, Terruzzi aveva trascorso oltre mezzo secolo a Carate. Dopo aver perso il padre e la sorella quand’era ancora giovane, aveva imparato il mestiere da Ettore Mantegazza che allora aveva un avviatissimo atelier in via Andrea Costa a Milano.

Nel 1967 Giancarlo era arrivato in città aprendo un negozio di parrucchiere prima in via Cesare Battisti e poi definitivamente nel rione Loghetto, in via Pietro Zappelli. Prima del cambio di sede del suo negozio aveva lasciato l’abitazione albiatese per quella caratese in via Donatori di sangue.
«Venticinque anni fa - come ci raccontava poco prima di morire – durante una serata conviviale a casa di Alviero Martini, vidi un grande salvadanaio con il quale non si chiedevano scambi di doni tra i presenti, ma un contributo a favore dei bambini poveri dell’India. Fu da quel momento che presi contatto con l’associazione impegnata nelle adozioni a distanza e nell’educazione e sostentamento dei giovani indiani».

Le adozioni

Da quel momento Giancarlo aveva cominciato non solo ad adottare ragazzi a distanza ma a inviare denaro e alimenti, organizzare spettacoli a Carate all’Agorà per raccogliere fondi, a fare ogni anno, tra dicembre e gennaio viaggi con meta la città di Vijayawada. Lì i volontari della «Care&Share» sono riusciti ad allestire asili, orfanotrofi, ospedali, scuole, pozzi e risaie.

I ragazzi indiani erano diventati come figli adottivi per lui. Due di loro, grazie alla sua generosità si sono persino laureati. In particolare Siva Kumar Mallipeddi, che Giancarlo chiamava Cosimo, adottato all’età di 14 anni e figlio di genitori ignoti, che si è laureato in ingegneria aerospaziale all’università indiana di Hyderabad e poi ha proseguito in Italia i suoi studi presso l’Università di Bologna dove ha pure iniziato da pochi mesi a lavorare. Anche Luisa Sai deve tutto a Giancarlo che l’aveva incontrata quando lei era ancora bambina, sopra una montagna di immondizia, in cerca di cibo. Da quel giorno il parrucchiere se n’è preso carico e ora Luisa da due anni è laureata in farmacia e lavora in una industria farmaceutica di Hyderabad.

Ma c’è anche Diego che era appassionato fin da ragazzo al lavoro di parrucchiere da quando Giancarlo li andava a trovare e come prima cosa faceva a tutti il taglio dei capelli. Diego ha completato i suoi studi con un corso professionale e da un anno ha coronato i suoi sogni aprendo un salone di parrucchiere nella città capoluogo di Vijayawada.

La raccolta fondi in sua  memoria prosegue...

A ricordare l’impegno di Giancarlo è Vito Ricciulli, stilista milanese, che come gli altri amici Giorgio Pulici e Giovanna Longoni, continuano a raccogliere fondi e a inviarli in India: «Ho seguito spesso Giancarlo in India. Quando arrivavamo lui andava personalmente nei negozi e nei mercati a compare tutto quello di cui i ragazzi avevano bisogno, dai vestiti al cibo, dal materiale per l’asilo e le scuole ai pannolini, dai medicinali al materiale per la pulizia. Era bello vederlo attorniato dai bambini in festa che portava al mercato per comprare loro la frutta. Da quando Giancarlo non c’è più la raccolta di fondi non si è mai fermata e siamo andati personalmente in India per continuare quello che lui aveva iniziato, esattamente nello stesso modo, aiutando dove c’è bisogno in quel momento. In questi quattro anni sono state fatte tante cose».

«Oltre ai nostri contributi personali - aggiunge Pulici - ci sono ancora diversi sponsor tra cui negozianti e clienti di Giancarlo che ogni anno a Natale ci mandano la busta con il loro contributo. C’è anche un giovane che vuole restare nell’anonimato che ogni anno versa un aiuto di mille euro. Adesso vorremmo organizzare ancora uno spettacolo teatrale come faceva Giancarlo per raccogliere ulteriori fondi».

Giovanna Longoni, caratese, sua collaboratrice per lunghissimi anni in negozio aggiunge: «E’ bello che l’associazione in cui militiamo si sia ricordata di lui con l’intitolazione di due asili alla sua memoria. Giancarlo era apparentemente una persona rude ma con un cuore molto grande. Mi ricordo ancora quell’8 agosto 2018 in cui fu ritrovato morto sul bagnasciuga di Palau, dopo aver fatto il consueto bagno mattutino, a pochi metri dalla sua casa, dove avrei dovuto raggiungerlo per le vacanze alle quali mi aveva invitato. Ho lavorato con lui per una vita e subito dopo la sua scomparsa sono andata in pensione. Era una persona straordinaria e non aveva più nessuno dei suoi familiari ma molti amici in Italia e soprattutto in India. Continuerò a fare quanto ci aveva insegnato per i più poveri e diseredati».

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